la neurofisiologia (studio del funzionamento puro e semplice) e la neuropsicologia (studio della percezione soggettiva) della visione sono molto complesse e un numero altissimo di variabili possono influenzarne il rilievo finale; noon per questo però non si possono derivare semplici concetti generali che sono poi alla base delle comune esperienza
In linea generale si può rispondere a tutte le domande di fabio con un bel sì.
In genere la visione con due occhi regala la percezione di un maggior ingrandimento: a parità di ingrandimento la visione binocolare regala un maggior numero di dettagli, inoltre il nostro cervello non fa solo una sommazione/elaborazione di immagini sui dettagli ma anche di luminosità grossolanamente quantificabile nel 40-50%: in pratica, a parità di ingrandimenti la nebulosa di orione la percepisco uguale osservandola in mono con un rifra da 150 o in bino con un binocolo da 100 mm, e se al binocolo chiudo un occhio sembrerà che qualcuno appia spento la luce (provate...è divertente e interessante

). Naturalmente possono esserci variazioni diverse a seconda dell'estensione e della luminosità dell'oggetto ( e, ahimè, purtroppo molto altro), ma nel complesso possiamo dire che le cose vanno così.
Queste osservazioni sono ovviamente sottese da precisi meccanisimi fisiologici, molto ben documentati in letteratura che sono anche alla base, per esempio, della visione distolta o del famso trucchetto degli astrofili che danno un colpettino al tubo, per farlo vibrare, al fine di migliorare la percezione dei dettagli sugli oggetti deboli.