Ciao.
Vediamo se riesco a dire qualche cavolata ma mi piace essere pratico.
-provate a regolare il contrasto nel televisore; ecco quello è il contrasto, semplicemente cambia la tonalità dei colori come, ihmo, aveva postato xeno nel primo messaggio;
-poi provate a regolare luminosità;
-e quindi la nitidezza;
sono 3 cose differenti che non influiscono sulla risoluzione dello strumento (che nel caso del tv rimane sempre quella).
ora vi cito alcune righe di un ottimo libro per astrofili che spiega senza troppe formule il problema (pag. 39):
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Il potere separatore p di uno strumento è la distanza minima, espressa in secondi d'arco nelle osservazioni visuali, tra due particolari che lo strumento riesce a rivelare distinti. L'esempio tipico è quello di due stelle vicine, di magnitudine e di colore identico. Secondo il criterio di Rayleigh, una stella doppia del tipo descritto risulta separata quando il massimo del disco di Airy di una stella coincide col primo anello nero dell'altra. Nella formulazione di Dawes, il potere separatore di uno strumento è inversamente proporzionale al diametro del suo obiettivo, D, espresso in mm, secondo la formula:
p=120/D
Uno strumento di diametro maggiore di un altro riuscirà a separare stelle doppie + strette di quelle che sono al limite dell'altro, o a mostrare particolare + minuti sulle superfici planetarie o nelle varie regioni di una nebulosa. Un obiettivo perfetto del diametro di 200 mm separa 0,6" mentre un obiettivo perfetto di 400 mm separa 0,3".
La luminosità di un astro osservato attraverso due strumenti, ma a parità di ingrandimenti, è tanto maggiore quanto maggiore è la superficie ottica dell'obiettivo che ne raccoglie la luce. Siccome la superficie di un obiettivo è direttamente proprorzionale al quadrato del suo diametro, D^2, un telescopio con obiettivo di diametro doppio di un altro mostrerà gli astri 4 volte + luminosi. Poichè tra luminosità l e magnitudine m esiste la relazione di Pogson:
m1 - m2 = -2,5log (l1/l2)
Dove i pedici 1 e 2 si riferiscono e osservazioni fatte attraverso due obiettivi differenti, un rapporto 4 di luminosità corrisponderà a una differenza di magnitudine pari a 1,5. In altre parole, se un telescopio da 200mm rivelasse al limite stelle di magnitudine 13, sotto lo stesso cielo uno da 400mm mostrerebbe stelle della magnitudine 14,5.
Quanto detto vale teoricamente solo per un obiettivo a lenti, ma un riflettore necessita di uno specchio secondario che ostruisce una parte del fascio luminoso diretto verso lo specchio principale. L'effetto dello specchio secondario sul potere separatore e sulla magnitudine limite raggiungibile è modesto in ogni caso prevedibile. Senza entrare in dettagli teorici il potere separatore di un riflettore il cui specchio primario abbia diametro D e sia dotato di un secondario di asse minore pari a d sarà vicino a quello di un obiettivo a lente di diametro (D-d). Quindi un newton da 250mm dotato di secondario di 50mm di asse minore ha all'incirca il potere separatore di un rifrattore da 200mm (0,6" invece di 0,48"). Per calcolare la perdita di magnitudine in uno strumento ostruito si consideri che la presenza del secondario riduce la quantità di luce che cade sul primario. Poiché la luce intercettata o ricevuta è proporzionale alla superficie dell'ottica, dalla formula di Pogson si calcola la perdita di magnitudine (delta)m:
(delta)m= -2,5log D^2/(D^2-d^2)
Il Newton da 250mm appena descritto, col suo secondario di 50mm, perde appena 0,04 magnitudini rispetto a un rifrattore di pari diametro. Da questo punto di vista, quindi, un 250mm ostruito da un secondario da 50mm equivale a uno strumento non ostruito di 245mm di diametro.
Sulla base di quanto detto, e in accordo con quanto si dirà fra poco sulla correzione ottica dovrebbe risultare chiaro perché, tra due strumenti di pari diametro, un rifrattore e un riflettore, il primo sia sempre - a volte di tanto, a volte di poco - superiore al secondo.
...omissis...
I rifrattori apocromatici grazie all'alto potere di trasmissione della luce e al cromatismo estremamente contenuto riescono a sfoderare un contrasto eccezionale, il che si traduce in una resa paragonabile a quella di uno strumento avente un diametro poco più grande, ma di diversa configurazione ottica. ...omissis...
Utilizzando un apocromatico da 155mm si nota una resa eccellente su tutti i tipi di oggetti celesti ...omissis... chi scrive, utilizzando un simile strumento, ha potuto staccare almeno quattro componenti del famoso gruppetto di galassie, conosciuto come "Quintetto di Stephan", e vedere la nebulosa oscura "Testa di Cavallo" in Orione impiegando il filtro HB. La resa di uno strumento come questo sul cielo profondo è impressionante, paragonabile a quella di un buon SC da 280mm, grazie all'alto contrasto. Si è parlato degli enormi vantaggi di questi strumenti, ma si deve segnalare anche la loro maggior pecca: l'alto costo. ...omissis... Si può comunque affermare con altrettanta sicurezza che, a parità di diametro, difficilmente possiamo trovare uno strumento in grado di eguagliare le prestazioni di un rifrattore apocromatico."""
Poi l'autore ha parlato anche dei riflettori sui vantaggi e svantaggi ma non volevo dilungarmi troppo.
Visto la fatica spero sia stato utile per far capire la differenza tra contrasto, luminosità e potere risolutivo.
La mia conclusione è:
- siamo tutti d'accordo che a parità di diametro il rifrattore apocromatico è nettamente superiore ad un riflettore;
- che uno strumento + è grande e + restituisce dettagli, maggiori oggetti visibili e così via...
- che se si potessere costruire rifrattori apocromatici da 500mm dal peso diciamo di 50kg, magari smontabile in modo da trasportarlo, che costasse circa 3.000 euri, diciamo che sarebbe lo strumento di tutti senza eccezione alcuna;
- che siccome quando detto appena sopra non è realizzabile rimane il fatto che un dobson da 500mm (il limite del gestibile) o da 400mm o da 300mm rimane comunque, oggettivamente, e di fatto, superiore ad un apocromatico da 150mm (il massimo realizzabile).
Per carità il mondo è bello perché vario, quindi ognuno deciderà di comprarsi il tele che + lo appaga personalmente.
Se uno vuole vedere + particolari possibili e + oggetti possibili si orienterà su un grosso dobson.
Se uno vuole avere il massimo, ad ogni costo (in tutti i sensi), dalla qualità dell'immagine anche rinunciando a qualche dettaglio o oggetto debole si orienterà su un apocromatico...
o magari avendone la possibilità comprarli tutti e due, che da quello che ho capito, sarebbe l'ideale.
Ma ce chi può e chi non può, io per esempio non può
