Non è per fare pubblicità, ma qualcuno nel mio messaggio di (ri)presentazione ha fatto dei cenni ad un articolo ospitato da una rivista di astronomia italiana, riguardo la superficie di Venere. Scelgo questo posto per pubblicare le prime immagini virtuali, visto che il mio sito è in fase di sistemazione e non può ospitarle.
Lo scorso mese di marzo si è presentata una favorevole occasione: Venere si mostrava come una sottile falce, in prossimità della congiunzione, con un'ottima inclinazione sull'eclittica che permetteva di osservare il pianeta con un cielo scuro e non troppo basso sull'orizzonte. Ho deciso, quindi, di tentare riprese in alta risoluzione dell'emisfero non illuminato, il quale, a causa dell'alta temperatura superficiale, "brilla" di luce propria. L'atmosfera venusiana blocca gran parte di questa radiazione (situata nell'infrarosso, con un picco a 3,8 micron), definita termica perché dipende dalla temperatura, ma nei pressi della lnghezza d'onda di 1 micron essa diventa leggermente trasparente, rendendo possibile l'osservazione dell'emisfero non illuminato dal sole, il cosiddetto venus nigthside, ripreso amatorialmente per la prima volta da Pellier nel 2004.
Con la mia modesta strumentazione, un C9 un filtro Schott RG1000 e una camera CCD ST-7XME, ho cercato di effettuare riprese, per un'intera settimana, che mostrassero alcune proprietà di questa emissione, ovvero la presenza di dettagli superficiali, messi in luce in negativo a causa di un principio semplice ma potente: le zone poste ad altitudini maggiori hanno temperature minori, quindi emettono minore radiazione termica. Grazie ad un sensore a 16 bit è stato possibile mostrare notevoli dettagli. Un confronto con una mappa altimetrica prodotta dalla sonda Magellano ha dato una corrispondenza perfetta: quello che si osserva sono effettivamente colline, montagne, altopiani della superficie di Venere. Il risultato è molto interessante anche dal punto di vista scientifico perché permette di indagare la superficie direttamente da terra, con piccoli strumenti, invece delle più costose sonde spaziali! Il lavoro fatto è molto ampio e lungo ma non è possibile da descrivere in un messaggio; mi riprometto di pubblicare un articolo sul mio sito non appena tornerà funzionale. Ho misurato il periodo di rotazione dei dettagli, pari a circa 240 giorni, compatibile con quello reale (sidereo) di 243 giorni della superficie. Le immagini sono la mediana di 3 immagini da 150 frame ciascuna, ottenute il 16-17-18 Marzo, con singole esposizioni di 10 secondi a f10. Elaborazione semplicissima con maschera sfocata e una leggera deconvoluzione.
Nelle 7 immagini dei 7 giorni, si notano anche dei chiaroscuri più tenui dei dettagli superficiali che sembrano cambiare radicalmente da un giorno all'altro: si tratta di sistemi nuvolisi a bassa quota (30-35 Km) che assorbono parte della radiazione termica. Per mettere in mostra il loro movimento ho preso due immagini grezze riprese in due giorni consecutivi e le ho divise: in questo modo i dettagli superficiali scompaiono, poiché il loro spostamento è trascurabile, lasciando il posto a dei chiaroscuri associati al moto molto più rapido (circa 6 giorni) delle nubi.
Purtroppo bisogna aspettare quasi 2 anni per ritrovare le condizioni favorevoli per questo tipo di osservazioni, ma sicuramente possiamo dire che neanche la superficie di Venere non ha più segreti per i nostri telescopi, e che il pianeta è tutto fuorché noioso! A presto.
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Commento file: La superficie di Venere, confronto con radar Magellano

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Commento file: Nomenclatura dettagli superficie

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Commento file: Nubi a bassa quota

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