1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

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Autore Messaggio
MessaggioInviato: lunedì 6 luglio 2009, 21:26 
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Iscritto il: mercoledì 25 ottobre 2006, 14:31
Messaggi: 1544
Tipo di Astrofilo: Fotografo
zandor ha scritto:
Io da ultra neofita ho capito una sola cosa, gli rc hanno un tallone d'achille nella collimazione, è difficile da fare, e molte volte la meccanica non è al livello necessario per mantenere perfettamente in asse tutto il sistema. Per quanto bravo in alcuni casi l'astrofotografo non riesce a sfruttare appieno le capacità di uno strumento che è cosi' impegnativo....sopratutto se viene usato in modo itinerante, per cio' solo i piu' bravi e preparati riescono a strizzarli come dio comanda....
...ma alla fine con i giusti ferri del mestiere, una discreta dose di pazienza ed un pochino d'esperienza ci si riesce abbastanza facilmente :wink:

Ciao,
Gianni

_________________
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MessaggioInviato: lunedì 6 luglio 2009, 21:38 
mascosta55 ha scritto:
stefanovezzosi ha scritto:
Ci sono diverse cose che non mi tornano in quello che scrivi, ti chiedo di essere più chiaro per favore.
In particolare, se confronto un 30 cm f/7 con un 25 cm f/5 devo dire che:
1. Il secondo a f/5 NON produce immagini stellari più piccole del primo a parità di ostruzione, visto che il lobo principale del disco di airy essendo legato alla trasformata spaziale 2d dell'apertura sarà conseguentemente più stretto all'aumentare del diametro (banale);
2. Il rapporto focale non determina la risoluzione delle immagini;
3. Un ccd con i pixel più grandi è più sensibile a parità di strumento: ovviamente se cambia anche la scala i confronti non hanno più senso...
Stefano


Stefano,
1) per quel che mi risulta, il disco di Airy è direttamente proporzionale alla apertura relativa del sistema. Quanto questo abbia poi a che fare direttamente con un sistema ottico reale, fatto di lenti e specchi, è tutto da discutere ed io non ne sono all'altezza. Informazioni più approfondite sui diametri stellari resi da strumenti diversi in funzione della loro apertura relativa sarebbero utili per capire, io per primo.
2) Io non parlavo di risoluzione, ma di rapporto S/N. Siamo d'accordo che l'apertura relativa non incide sul rapporto S/N a parità di copertura arcsec/pixel. Me ne sono accorto riflettendo sulla riposta data da Renzo e l'ho scritto nel post precedente.
3) Non capisco perché, a parità di copertura arcsec/pixel e diametro dell'ottica, un pixel più grande dovrebbe essere più sensibile, visto che la quantità di fotoni che lo colpisce è la stessa. Lo sarà a parità di lunghezza focale perché il pixel più grosso copre un campo maggiore e quindi ha una maggiore quantità di fotoni.

Ciao, Massimo


Qui di seguito le mie considerazioni:
1. Il disco di airy non è altro che la funzione di trasferimento del sistema telescopio. Visto che per calcolarla basta semplicemente porre in ingresso al sistema una delta di dirac spaziale (x,y), cosa che possiamo tranquillamente ipotizzare come un stella, la risposta del sistema sarà pari alla fft del prodotto tra la fft della delta (che è unitaria) e la fft della risposta dello strumento che non è altro che la trasformata bidimensionale dell'aperutra.
L'apertura di un sistema ostruito è data dalla trasformata di due rect(x,y) che generano altrettante sinc(x,y) sovrapposte la cui cominazione determina appunto la psf dello strumento. Considera che il legame spazio->frequenza è inversamente proporzionale e ottieni facilmente che uno strumento più grande darà una funzione di trasferimento con un lobo principale più piccolo e, in base all'ostruzione, con dei lobi secondari di conseguenza.
3. Un pixel più grande è semplicemente più sensibile perchè va a campionare l'immagine in modo più "grossolano" spazialmente, determinando così un maggior numero di fotoni che vanno a incidere sulla struttura mos del ccd per pixel. Gli stessi determinano un maggior numero di e- generati nella stessa e quindi una carica dovuta al segnale maggiore sempre nell'unitù di tempo.
L'importante è che il campionamento spaziale continui ad essere > delle condizioni imposte dal teorema di nyquist altrimenti la ricostruzione dell'immagine non sarà priva di artefatti.

Il tutto si spiega con le basi della teoria dei segnali. Ciao, Stefano


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MessaggioInviato: lunedì 6 luglio 2009, 22:19 
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Iscritto il: giovedì 9 febbraio 2006, 23:39
Messaggi: 1070
Località: Roma
stefanovezzosi ha scritto:
Qui di seguito le mie considerazioni:
1. Il disco di airy non è altro che la funzione di trasferimento del sistema telescopio. Visto che per calcolarla basta semplicemente porre in ingresso al sistema una delta di dirac spaziale (x,y), cosa che possiamo tranquillamente ipotizzare come un stella, la risposta del sistema sarà pari alla fft del prodotto tra la fft della delta (che è unitaria) e la fft della risposta dello strumento che non è altro che la trasformata bidimensionale dell'aperutra.
L'apertura di un sistema ostruito è data dalla trasformata di due rect(x,y) che generano altrettante sinc(x,y) sovrapposte la cui cominazione determina appunto la psf dello strumento. Considera che il legame spazio->frequenza è inversamente proporzionale e ottieni facilmente che uno strumento più grande darà una funzione di trasferimento con un lobo principale più piccolo e, in base all'ostruzione, con dei lobi secondari di conseguenza.
3. Un pixel più grande è semplicemente più sensibile perchè va a campionare l'immagine in modo più "grossolano" spazialmente, determinando così un maggior numero di fotoni che vanno a incidere sulla struttura mos del ccd per pixel. Gli stessi determinano un maggior numero di e- generati nella stessa e quindi una carica dovuta al segnale maggiore sempre nell'unitù di tempo.
L'importante è che il campionamento spaziale continui ad essere > delle condizioni imposte dal teorema di nyquist altrimenti la ricostruzione dell'immagine non sarà priva di artefatti.

Il tutto si spiega con le basi della teoria dei segnali. Ciao, Stefano


Stefano,
per il punto 1) credo che non ci capiamo per questo motivo. Tu intendi il disco di Airy come angolo, io come diametro. Come angolo infatti dipende solo dalla apertura, ma la sua dimensione sul piano focale dipende anche dalla focale dello strumento e quindi, fissato il diametro, dalla apertura relativa. Tipo questa tabella presa da
http://www.astropix.com/HTML/I_ASTROP/FOCUS/DEFS.HTM:
Allegato:
Tabella Airy.jpg
Tabella Airy.jpg [ 86.44 KiB | Osservato 579 volte ]


D = 2.43932 x λ x Focal Ratio
dove:
D = Diameter of Airy Disk in mm
λ = Wave Length in mm (e.g. 546nM = 0.000546mm)

Ma dato che io sto cercando di capire l'influenza sui diametri stellari, mi sembra più appropriato discutere di dimensioni lineari in funzione della apertura relativa.


Per il punto 3) siamo d'accordo. Infatti io ho SEMPRE specificato "per la stessa copertura arcsec/pixel", perché è a parità di quella che mi interessa fare paragoni. Cambiando scala immagine, cambia tutto, ovviamente.

Ciao, Massimo


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MessaggioInviato: martedì 7 luglio 2009, 6:53 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:35
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Località: Dove mi portano le stelle
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Massimo, credo che tu stia saltando un passaggio.
Se un telescopio aperto a f/x ha un disco di airy di diametro D e un telescopio aperto a f/2x lo ha a di diametro 2D ai fini del discorso iniziale non cambia niente
.
Infatti il secondo telescopio dovrà usare pixel di dimensioni doppie per avere la stessa campionatura del primo e pertanto il disco di airy, espresso in pixel, sarà il medesimo.
Fino ad ora abbiamo parlato di campionature identiche per cui devi considerarlo anche in questo caso.

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MessaggioInviato: martedì 7 luglio 2009, 9:08 
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Iscritto il: giovedì 9 febbraio 2006, 23:39
Messaggi: 1070
Località: Roma
Renzo ha scritto:
Massimo, credo che tu stia saltando un passaggio.
Se un telescopio aperto a f/x ha un disco di airy di diametro D e un telescopio aperto a f/2x lo ha a di diametro 2D ai fini del discorso iniziale non cambia niente
.
Infatti il secondo telescopio dovrà usare pixel di dimensioni doppie per avere la stessa campionatura del primo e pertanto il disco di airy, espresso in pixel, sarà il medesimo.
Fino ad ora abbiamo parlato di campionature identiche per cui devi considerarlo anche in questo caso.


Grazie, Renzo, giustissimo, questa considerazione potrebbe essere LA risposta!

Ciao, Massimo


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MessaggioInviato: martedì 7 luglio 2009, 9:28 
mascosta55 ha scritto:
stefanovezzosi ha scritto:
Qui di seguito le mie considerazioni:
1. Il disco di airy non è altro che la funzione di trasferimento del sistema telescopio. Visto che per calcolarla basta semplicemente porre in ingresso al sistema una delta di dirac spaziale (x,y), cosa che possiamo tranquillamente ipotizzare come un stella, la risposta del sistema sarà pari alla fft del prodotto tra la fft della delta (che è unitaria) e la fft della risposta dello strumento che non è altro che la trasformata bidimensionale dell'aperutra.
L'apertura di un sistema ostruito è data dalla trasformata di due rect(x,y) che generano altrettante sinc(x,y) sovrapposte la cui cominazione determina appunto la psf dello strumento. Considera che il legame spazio->frequenza è inversamente proporzionale e ottieni facilmente che uno strumento più grande darà una funzione di trasferimento con un lobo principale più piccolo e, in base all'ostruzione, con dei lobi secondari di conseguenza.
3. Un pixel più grande è semplicemente più sensibile perchè va a campionare l'immagine in modo più "grossolano" spazialmente, determinando così un maggior numero di fotoni che vanno a incidere sulla struttura mos del ccd per pixel. Gli stessi determinano un maggior numero di e- generati nella stessa e quindi una carica dovuta al segnale maggiore sempre nell'unitù di tempo.
L'importante è che il campionamento spaziale continui ad essere > delle condizioni imposte dal teorema di nyquist altrimenti la ricostruzione dell'immagine non sarà priva di artefatti.

Il tutto si spiega con le basi della teoria dei segnali. Ciao, Stefano


Stefano,
per il punto 1) credo che non ci capiamo per questo motivo. Tu intendi il disco di Airy come angolo, io come diametro. Come angolo infatti dipende solo dalla apertura, ma la sua dimensione sul piano focale dipende anche dalla focale dello strumento e quindi, fissato il diametro, dalla apertura relativa. Tipo questa tabella presa da
http://www.astropix.com/HTML/I_ASTROP/FOCUS/DEFS.HTM:
Allegato:
Tabella Airy.jpg


D = 2.43932 x λ x Focal Ratio
dove:
D = Diameter of Airy Disk in mm
λ = Wave Length in mm (e.g. 546nM = 0.000546mm)

Ma dato che io sto cercando di capire l'influenza sui diametri stellari, mi sembra più appropriato discutere di dimensioni lineari in funzione della apertura relativa.


Per il punto 3) siamo d'accordo. Infatti io ho SEMPRE specificato "per la stessa copertura arcsec/pixel", perché è a parità di quella che mi interessa fare paragoni. Cambiando scala immagine, cambia tutto, ovviamente.

Ciao, Massimo



?????????
La trasformata bidimensionale di un sistema a simmetrica cilindrica mantiene comunque la stessa simemtria, pertanto parlare di angolo o diametro è praticamente la stessa identica cosa. Ovviamente deve essere considerata l'influenza dei lobi principali visto che semplici formule di stima non ti permettono di ricostruire un profilo matematico che invece è essenziale per parlare con dati oggettivi.

Per esempio, una semplice stima può essere basata sul valore a metà potenza del segnale o a una frazione % dell'energia (quindi considerando l'integrale del segnale da +/- inf al valore medio) e quindi incorporare eventualmente parte dei lobi secondari che a seconda dell'ostruzione variano il diametro della psf. Capisco che non siano concetti banalissimi, ma sono le basi per indagare oggettivamente le prestazioni dei sistemi ottici in condizioni limite, senza esagerare in stime che spesso possono essere fuorvianti.
A questo propostito mi ricordo quando alcuni anni fa feci uno studio tra le performances in risoluzione e contrasto tra un sistema ostruito (C9.25) e uno non ostruito da 10 cm sovrapponendo le due funzioni di trasferimento calcolate secondo la trasformata di fourier e mi resi conto matematicamente che la risoluzionte teoricamente migliore del SCT era drammaticamente peggiorata in pratica a causa dell'influenza dei lobi secondari...


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MessaggioInviato: martedì 7 luglio 2009, 9:38 
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mascosta55 ha scritto:
Cerco di spiegarmi meglio, perché forse nella fretta di rispondere non sono stato abbastanza chiaro.
Se usiamo un classico RC da 30 cm F/7, quindi con una focale di 2100 mm con un CCD con pixel da 9 micron, tipo la 11000, abbiamo una copertura di 0.89 arcsec/pixel.
La stessa copertura la possiamo ottenere con un BRC 250 F/5 ed un CCD 8300 che ha il pixel da 5.4 micron. Visto che anche i megapixel sono più o meno gli stessi, 10 contro 8, anche il campo inquadrato dai due setup sarà circa lo stesso.
A mio avviso la seconda soluzione dovrebbe essere migliore per i seguenti motivi.
- Un sistema F/5 produce immagini stellari più piccole di un F/7;
- Di questo sistema F/5 viene utilizzato solo il centro del campo utile dove otticamente è migliore. Non dimentichiamo che mentre la 11000 è un CCD full frame, l'8300 è un APS.
- Minore tempo di ripresa o maggiore segnale raccolto a parità di tempo dall'F/5;
- Minore spesa, visto che una seconda CCD tipo 8300 costa una frazione di un'ottica RC da 30 cm.
Anche la tesi che un CCD coi pixel grossi sia più sensibile di uno coi pixel piccoli, non mi convince. A parità di arcsec/pixel, il segnale proveniente da quella minuscola porzione di cielo è fissato e sempre da un solo pixel viene raccolto. Se poi ci sono grandi differenze di Qe intrinseche al tipo di pixel, questo non lo so.
Spero di essere stato più chiaro nell'esposizione del ragionamento.

Massimo


Quindi ricapitolando e commentando gli argometi portati da me all'inizio come vantaggi di un sistema di corta focale/ccd a pixel piccolo in confronto a uno di lunga focale/pixel grande:
1) E' vero che un sistema F/5 ha immagini stellari (teoriche) più piccole di un F/10, ma poiché stiamo parlando di uguale copertura arcsec/pixel ed uguale diametro dell'ottica, cioè cambia solo la focale, questo è vanificato dal pixel più piccolo. Quindi questo vantaggio NON c'è.
2) Che un chip più piccolo tipo APS sfrutti meglio il campo corretto di un full frame, può essere vero, ma dipende dallo strumento, per cui è un vantaggio solo in alcuni casi. Diciamo un vantaggio marginale, da non generalizzare.
3) Anche il presunto vantaggio nei tempi di integrazione tra un F/5 ed un F/10 NON c'è, perché, sempre a parità di campionamento, ai pixel arriva la stessa quntità di fotoni.
4) Il risparmio in termini di spesa è tutto da vedere, perché il prezzo delle ottiche varia generalmente in funzione della apertura e non della focale. Sicuramente, però, un CCD APS costa meno di un full frame.

Diciamo che i vantaggi maggiori si sono rivelati inesistenti, anche se continuo a ritenere interessante e tutto da verificare l'utilizzo di questi chip tipo 8300.

Grazie a tutti, ciao.

Massimo


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MessaggioInviato: martedì 7 luglio 2009, 10:39 
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stefanovezzosi ha scritto:
?????????
La trasformata bidimensionale di un sistema a simmetrica cilindrica mantiene comunque la stessa simemtria, pertanto parlare di angolo o diametro è praticamente la stessa identica cosa. Ovviamente deve essere considerata l'influenza dei lobi principali visto che semplici formule di stima non ti permettono di ricostruire un profilo matematico che invece è essenziale per parlare con dati oggettivi.
cut...


Stefano, davvero, senza polemica, ma non ho la preparazione per ribattere alle tue affermazioni. Ho letto su più libri e in rete quella affermazione della dipendenza della dimensione lineare del disco di Airy dalla apertura relativa. Non so che dirti. Che poi nella realtà dei sistemi ostruiti reali le cose siano diverse, siamo d'accordo, per questo esistono i programmi di simulazione.

Ciao, Massimo


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MessaggioInviato: martedì 7 luglio 2009, 18:04 
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mascosta55 ha scritto:
Ho letto su più libri e in rete quella affermazione della dipendenza della dimensione lineare del disco di Airy dalla apertura relativa.


Leggi qui
Il problema è che la regola è approssimata ;)

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Tutto ciò che dà fastidio al potere e alle buone coscienze, questo è Marcos. E, per questo, tutti noi che lottiamo per un mondo diverso, per la libertà e l'emancipazione dell'umanità, tutti noi siamo Marcos.


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MessaggioInviato: martedì 7 luglio 2009, 18:33 
Non è proprio quello a cui mi riferivo io (il link parla della scomposizione della funzione di airy utilizzando funzioni di bessel), ma non so se è il caso di approfondire l'argomento qua che comunque necessita di alcune consocenze di base di teoria dei sistemi e teoria dei segnali.

Potrebbe magari essere utile aprire un topic al riguardo, o meglio una sezione dedicata all'elaborazione dei segnali in astronomia e alla formazione delle immagini.

xMas: nessun problema, siamo qua apposta per discutere e scambiare opinioni/conoscenze.


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