1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

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Autore Messaggio
MessaggioInviato: domenica 5 luglio 2009, 7:03 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:35
Messaggi: 16961
Località: Dove mi portano le stelle
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
mascosta55 ha scritto:
Eh, però se svincoli la capacità di raccogliere luce dalla focale e la leghi solo all'apertura, è come se dicessi che, a parità di apertura, lavorare a F/5 e a F/15 necessita degli stessi tempi di posa.
Questo non torna a me. Ma probabilmente ho capito male il tuo pensiero.
Io mi immagino che un sistema più veloce formi una immagine più piccola e per questo più luminosa. Se però questa immagine più luminosa la campioni spazialmente con lo stesso valore di arcsec/pixel di un sistema più lento, utilizzando un pixel più piccolo, mi viene da pensare che il vantaggio rimanga.
Mah. :D

Massimo

Cerco di spiegarmi meglio il fatto di svincolarmi dalla focale.
Ne è stato già parlato in altri topic ma si riaffronta.
Se io riprendo un oggetto con una focale di 1250 e sensore da 5.4micron o con una focale da 2060 e sensore da 8.9 micron, come hai detto te avrò una scala di immagine di 0.89 arcsec/pixel
Ciò significa che la luce emessa da quella piccola porzione di cielo di 0.89 arcsec di lato va a colpire un unico pixel del sensore sia nella configurazione 1 sia nella configurazione 2.
Quanta ne arriva?. In proporzione alla luce raccolta dell'ottica. Se ho due strumenti da 20 cm cadauno la luce raccolta da questi due strumenti complessivamente è uguale in quanto la loro area coincide mentre se uno dei due ha un diametro diverso ovviamente il flusso di fotoni raccolto varia e va a influenzare il segnale.
Ma ne abbiamo parlato già nei topic ai link sottostanti per cui non vorrei ripeterli

viewtopic.php?p=445527#p445527
viewtopic.php?f=5&t=38051
Spero però nell'intervento anche di altri amici altrimenti diventa quasi una chat :)

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Cieli sereni da Renzo
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MessaggioInviato: domenica 5 luglio 2009, 7:57 
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Iscritto il: giovedì 9 febbraio 2006, 23:39
Messaggi: 1070
Località: Roma
Vero, verissimo. Su questo punto ha ragione Renzo. :evil: A parità di diametro, due sistemi, uno diciamo F/5 e uno F/10, il primo col pixel la metà del secondo, daranno la stessa immagine con la sessa posa. In effetti va contro l'impressione comune di derivazione fotografica che uno strumento più perto è più "veloce" di uno più chiuso. Ovviamente non è la stessa cosa per l'apertura, più è grande meglio è.
Rimane il fatto delle dimensioni delle immagini stellari in funzione della apertura relativa, cosa che avevo letto ma che andrebbe confermata da chi ne sa di ottica.

L'affermazione fatta da Marco Lorenzi nell'altro topic:
(inizio citazione)
4) Pixel inferiori ai 6/7 um sono utilizzabili con pochissimi strumenti
Questo perche’ ci sono ben pochi strumenti in grado di contenere le aberrazioni extra assiali entro i 14/15 um di diametro. In particolare quando si considera il notevole spettro di sensibilita’ di un CCD. Da cio’ deriva che un 20cm f/10 con un CCD con pixel di 11 um ha la stessa scala di immagine di un 20cm f/5 con pixel da 5,5 um e’ una cosa vera solo sulla carta. Nella vita reale mentre ci sono diverse configurazioni amatoriali in grado di contenere la luce su un’area di 20 um ben poche (se alcuna) la contiene entro i 9 um.
(fine citazione)

è condivisibile, ma porterebbe ad usare chip piccoli, quindi dal pixel piccolo, per meglio sfruttare il campo maggiormente corretto. Se poi i diametri stellari che si favoleggia avere un BRC al centro del campo sono in realtà 10 volte superiori, allora concorderei pienamente con le sue conclusioni, altrimenti no.

Massimo


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MessaggioInviato: domenica 5 luglio 2009, 18:47 
mascosta55 ha scritto:
Cerco di spiegarmi meglio, perché forse nella fretta di rispondere non sono stato abbastanza chiaro.
Se usiamo un classico RC da 30 cm F/7, quindi con una focale di 2100 mm con un CCD con pixel da 9 micron, tipo la 11000, abbiamo una copertura di 0.89 arcsec/pixel.
La stessa copertura la possiamo ottenere con un BRC 250 F/5 ed un CCD 8300 che ha il pixel da 5.4 micron. Visto che anche i megapixel sono più o meno gli stessi, 10 contro 8, anche il campo inquadrato dai due setup sarà circa lo stesso.
A mio avviso la seconda soluzione dovrebbe essere migliore per i seguenti motivi.
- Un sistema F/5 produce immagini stellari più piccole di un F/7;
- Di questo sistema F/5 viene utilizzato solo il centro del campo utile dove otticamente è migliore. Non dimentichiamo che mentre la 11000 è un CCD full frame, l'8300 è un APS.
- Minore tempo di ripresa o maggiore segnale raccolto a parità di tempo dall'F/5;
- Minore spesa, visto che una seconda CCD tipo 8300 costa una frazione di un'ottica RC da 30 cm.
Anche la tesi che un CCD coi pixel grossi sia più sensibile di uno coi pixel piccoli, non mi convince. A parità di arcsec/pixel, il segnale proveniente da quella minuscola porzione di cielo è fissato e sempre da un solo pixel viene raccolto. Se poi ci sono grandi differenze di Qe intrinseche al tipo di pixel, questo non lo so.
Spero di essere stato più chiaro nell'esposizione del ragionamento.

Massimo



Ci sono diverse cose che non mi tornano in quello che scrivi, ti chiedo di essere più chiaro per favore.
In particolare, se confronto un 30 cm f/7 con un 25 cm f/5 devo dire che:
1. Il secondo a f/5 NON produce immagini stellari più piccole del primo a parità di ostruzione, visto che il lobo principale del disco di airy essendo legato alla trasformata spaziale 2d dell'apertura sarà conseguentemente più stretto all'aumentare del diametro (banale);
2. Il rapporto focale non determina la risoluzione delle immagini;
3. Un ccd con i pixel più grandi è più sensibile a parità di strumento: ovviamente se cambia anche la scala i confronti non hanno più senso...

Stefano


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MessaggioInviato: domenica 5 luglio 2009, 22:13 
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Iscritto il: mercoledì 25 ottobre 2006, 14:31
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Ciao Massimo,

Provo ad esprimere il mio punto di vista in modo semplice, empiricamente e senza alcuna espressione matematica.

Mi è noto che al crescere del diametro di un'ottica, oltre all'aumentare della quantità di luce raccolta, cresce anche il potere risolutivo dell'ottica.
Al di là del rapporto di campionamento e della luminosità, quindi, un diametro maggiore offre comunque il vantaggio di una maggiore risoluzione.
Altrimenti anziché costruire grandi telescopi, basterebbe rimpicciolire i pixel :)

Cari saluti,
Gianni

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MessaggioInviato: lunedì 6 luglio 2009, 16:47 
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Iscritto il: giovedì 9 febbraio 2006, 23:39
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stefanovezzosi ha scritto:
Ci sono diverse cose che non mi tornano in quello che scrivi, ti chiedo di essere più chiaro per favore.
In particolare, se confronto un 30 cm f/7 con un 25 cm f/5 devo dire che:
1. Il secondo a f/5 NON produce immagini stellari più piccole del primo a parità di ostruzione, visto che il lobo principale del disco di airy essendo legato alla trasformata spaziale 2d dell'apertura sarà conseguentemente più stretto all'aumentare del diametro (banale);
2. Il rapporto focale non determina la risoluzione delle immagini;
3. Un ccd con i pixel più grandi è più sensibile a parità di strumento: ovviamente se cambia anche la scala i confronti non hanno più senso...
Stefano


Stefano,
1) per quel che mi risulta, il disco di Airy è direttamente proporzionale alla apertura relativa del sistema. Quanto questo abbia poi a che fare direttamente con un sistema ottico reale, fatto di lenti e specchi, è tutto da discutere ed io non ne sono all'altezza. Informazioni più approfondite sui diametri stellari resi da strumenti diversi in funzione della loro apertura relativa sarebbero utili per capire, io per primo.
2) Io non parlavo di risoluzione, ma di rapporto S/N. Siamo d'accordo che l'apertura relativa non incide sul rapporto S/N a parità di copertura arcsec/pixel. Me ne sono accorto riflettendo sulla riposta data da Renzo e l'ho scritto nel post precedente.
3) Non capisco perché, a parità di copertura arcsec/pixel e diametro dell'ottica, un pixel più grande dovrebbe essere più sensibile, visto che la quantità di fotoni che lo colpisce è la stessa. Lo sarà a parità di lunghezza focale perché il pixel più grosso copre un campo maggiore e quindi ha una maggiore quantità di fotoni.

Ciao, Massimo


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MessaggioInviato: lunedì 6 luglio 2009, 17:46 
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Iscritto il: giovedì 9 febbraio 2006, 23:39
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Località: Roma
Gianni Benintende ha scritto:
Ciao Massimo,

Provo ad esprimere il mio punto di vista in modo semplice, empiricamente e senza alcuna espressione matematica.

Mi è noto che al crescere del diametro di un'ottica, oltre all'aumentare della quantità di luce raccolta, cresce anche il potere risolutivo dell'ottica.
Al di là del rapporto di campionamento e della luminosità, quindi, un diametro maggiore offre comunque il vantaggio di una maggiore risoluzione.
Altrimenti anziché costruire grandi telescopi, basterebbe rimpicciolire i pixel :)

Cari saluti,
Gianni


Gianni, non credere che io voglia contestare le scelte tecniche fatte da altri, vorrei solo capire meglio i termini tecnici di alcune questioni. Tu hai ragione a dire che la differenza in apertura porta ad una maggiore risoluzione. Il problema è che questa è circa 0.3 arcsec per un 40 cm e 0.6 arcsec per un 20 cm e mi chiedo dove possa essere la differenza se riprendo con un pixel che copre tipicamente circa 0.9 - 1 arcsec. Se pensiamo che il campionamento a due dimensioni vuole 3.5 pixel per descrivere il più piccolo dettaglio, mi viene da pensare che nulla più piccolo di 3.5 arcsec possa essere registrato, lasciando perdere altri fattori come il seeing. Da questo punto di vista, l'apertura mi sembrerebbe più utile per la raccolta della luce che non per la risoluzione. O no?

Ciao, Massimo


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MessaggioInviato: lunedì 6 luglio 2009, 17:54 
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Cita:
Insomma, molti di noi astrofotografi, ad un certo punto, abbandonano i loro astrografi per passare ad un RC, di solto oltre i 25 cm di diametro e di focale, diciamo, oltre i due metri. Lo scopo è riprendere oggetti angolarmente più limitati, come galassie o nebulose planetarie, con una adeguata scala immagine. Tutto giusto, per carità. Io, però, noto in genere una qualità di immagine non commisurata agli sforzi. Immagini stellari abbastanza grandi e (relativa) mancanza di dettaglio

Io da ultra neofita ho capito una sola cosa, gli rc hanno un tallone d'achille nella collimazione, è difficile da fare, e molte volte la meccanica non è al livello necessario per mantenere perfettamente in asse tutto il sistema. Per quanto bravo in alcuni casi l'astrofotografo non riesce a sfruttare appieno le capacità di uno strumento che è cosi' impegnativo....sopratutto se viene usato in modo itinerante, per cio' solo i piu' bravi e preparati riescono a strizzarli come dio comanda....


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MessaggioInviato: lunedì 6 luglio 2009, 19:13 
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zandor ha scritto:
Io da ultra neofita ho capito una sola cosa, gli rc hanno un tallone d'achille nella collimazione, è difficile da fare, e molte volte la meccanica non è al livello necessario per mantenere perfettamente in asse tutto il sistema. Per quanto bravo in alcuni casi l'astrofotografo non riesce a sfruttare appieno le capacità di uno strumento che è cosi' impegnativo....sopratutto se viene usato in modo itinerante, per cio' solo i piu' bravi e preparati riescono a strizzarli come dio comanda....


Concordo pienamente

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MessaggioInviato: lunedì 6 luglio 2009, 19:41 
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zandor ha scritto:
Io da ultra neofita ho capito una sola cosa, gli rc hanno un tallone d'achille nella collimazione, è difficile da fare, e molte volte la meccanica non è al livello necessario per mantenere perfettamente in asse tutto il sistema. Per quanto bravo in alcuni casi l'astrofotografo non riesce a sfruttare appieno le capacità di uno strumento che è cosi' impegnativo....sopratutto se viene usato in modo itinerante, per cio' solo i piu' bravi e preparati riescono a strizzarli come dio comanda....


Sì, ne ho sentito parlare molto anche io di questi problemi, ma non era il mio intento quello di criticare gli RC in quanto tali, visto che, dati alla mano, sono una delle configurazioni più considerate in termini di prestazioni, almeno teoriche. Io mi chiedevo se, con l'avvento di questi nuovi CCD a pixel piccolo, non ci fosse una modalità meno costosa ed altrettanto, se non più, performante per fare imaging di galassie senza impegnare lunghe focali.
Quello che si è capito per certo finora è che è bene avere comunque una grande apertura. Sulla scelta lunga focale/pixel grosso o corta focale/pixel piccolo si è capito assai meno. :D

Ciao, Massimo


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MessaggioInviato: lunedì 6 luglio 2009, 21:24 
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mascosta55 ha scritto:
Gianni, non credere che io voglia contestare le scelte tecniche fatte da altri, vorrei solo capire meglio i termini tecnici di alcune questioni. Tu hai ragione a dire che la differenza in apertura porta ad una maggiore risoluzione. Il problema è che questa è circa 0.3 arcsec per un 40 cm e 0.6 arcsec per un 20 cm e mi chiedo dove possa essere la differenza se riprendo con un pixel che copre tipicamente circa 0.9 - 1 arcsec. Se pensiamo che il campionamento a due dimensioni vuole 3.5 pixel per descrivere il più piccolo dettaglio, mi viene da pensare che nulla più piccolo di 3.5 arcsec possa essere registrato, lasciando perdere altri fattori come il seeing. Da questo punto di vista, l'apertura mi sembrerebbe più utile per la raccolta della luce che non per la risoluzione. O no?
Ciao, Massimo
Massimo, purtroppo da un punto di vista teorico non saprei esserti di aiuto. La mia era soltanto ua considerazione pratica basata su fatti ed esperienze di altri. Probabilmente un pixel grande fornisce un rapporto segnale/rumore migliore di un pixel piccolo, ma la mia è soltanto una mera speculazione per cercare una risposta alla tua considerazione.

Ciao,
Gianni

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