Gianni Benintende ha scritto:
Aggiungo i ringraziamenti per gli altri commenti inseriti da Geppe, Alex, Roberto, Andrea, Matteo, Jason, Davide, Massimo, Maury e Leo.
Massimo: Naruralmente anch'io ho notato la differenza nella gestione delle immagini provenienti dai due strumenti (BRC ed RC). Pur basandosi entrambi su schemi ottici teoricamente simili (RC + riduttore/correttore) il primo è fortemente ridotto in focale e molto luminoso. Nella ripresa delle tre galassie l'A&M ha però lavorato con quasi 1000 mm in più di focale. Questo aspetto introduce una certa differenza nella visione dei diametri stellari ed impone un diverso trattamento della dinamica (ddp), che alla fine ho trovato meno efficace rispetto alle riprese fatte col BRC. E' poi evidente che a focali un pò spinte il dettaglio tende a scendere con molta evidenza. L'AO-L fa quello che può, ma vince soltanto in piccola parte gli effetti turbolenti dell'atmosfera. L'integrazione di molte ore di posa permette tuttavia di raggiungere un rapporto segnale/rumore tale che l'applicazione della deconvoluzione permette in parte di ricostruire (se non creare artefatti), ciò che l'instabilità dell'aria non ha permesso di registrare con precisione, al di là della qualità dell'ottica.
Può anche darsi che io debba rivedere questi punti di vista, anche perché ho poca esperienza a queste focali e questa è soltanto la mia seconda immagine fatta a più di 2000 mm di focale. Ma la mia prima impressione in queste condizioni è proprio quella appena esposta.
Un caro saluto,
Gianni
Ma allora, Gianni, se il diametro stellare sul piano focale è funzione della apertura relativa, considerando la stessa copertura arcsec/pixel (oltre agli altri parmetri), non sarebbe meglio usare il BRC con un pixel piccolo, tipo il 5.4 micon della Kaf 8300, invece di un RC grosso ed un altrettanto grosso pixel, tipo il 9 micron della 11000? Non si avrebbero, a parità di campionamento spaziale, immagini stellari più piccole?
Sono molto interessato alla tua opinione.
Massimo