Fede sono in parte d'accordo con te.
Perchè una prima differenza sostanziale negli esiti delle due condanne sta nel fatto "certo" che Galileo Galilei abiurò e Giordano Bruno invece si rifiutò di farlo.
E questo non è poco.
Inoltre Galileo si sforzò di conciliare le sue scoperte con le Sacre Scritture e non potendolo essere affermò che c'erano due verità, quella scientifica che spiega il cielo e quella delle scritture che spiega come andare in cielo e salvarsi l'anima.
Sono d'accordo sul fatto che si trattava di condanne anche (e non solo, almeno quella di Galileo) politiche, d'altronde siamo in pieno periodo della Controriforma, ma, per Galileo, il fatto che la Chiesa avesse paura di confermare o apportare consensi alla dottrina Copernicana sia un fatto non di poco conto perchè avrebbe voluto dire che parte della Bibbia doveva essere interpretata diversamente.
Riporto un passo, riferito al post-condanna di G. Bruno, del libro "Storia d'Italia" vol.2 di Indro Montanelli e Roberto Gervaso ed. Corriere della Sera:
"...L'Europa protestante inorridì, sebbene di roghi nemmeno essa fosse avara. E Bruno diventò il pretesto di una polemica anticattolica che falsò completamente la statura e il significato del protagonista. Bruno fu certamente una vittima della Controriforma, ma non un gladiatore del libero pensiero, che anche in Italia aveva trovato ben più validi e coerenti campioni negli Ochino e nei Carnesecchi. Gliene mancò l'impegno morale, il vigore e l'ascesi. Bruno era soltanto un anticlericale.
E a metterlo in contrasto con la Chiesa non fu una diversa concezione religiosa, ma uno smisurato egocentrismo, ribelle a qualsiasi autorità per protervia, non per impegno di coscienza."
Molto interessante anche questa breve intervista a Corrado Augias, nella parte finale in poche righe descrive il periodo storico....
http://archiviostorico.corriere.it/2009 ... 9027.shtmlSaluti, Angelo.