zano ha scritto:
Non credo che i satelliti abbiano serbatoi di carburante, in quanto vengono messi in orbita da razzi, forse c'è qualcosa per le microcorrezioni, bo?!?!
Invece quasi tutti i satelliti, esclusi pochi casi particolari, hanno dei serbatoi contenenti propellenti liquidi, per compiere le manovre orbitali necessarie a tenerli su una traiettoria stabile. Finito il propellente, smettono di funzionare correttamente.
Da alcuni anni a questa parte, prima di finire il propellente i satelliti in orbita bassa devono essere "deorbitati", ovvero fatti rientrare in atmosfera, altrimenti rimangono come relitti ingovernabili a ingombrare l'orbita per un tempo più o meno lungo, finchè non ricadono in atmosfera.
Più l'orbita è bassa, prima il satellite ricade.
Il caso dei materiali radioattivi è più particolare.
Alcuni satelliti militari di vecchia generazione, in particolare russi, utilizzavano come fonte di calore per generare energia elettrica il decadimento di radioisotopi, uranio o plutonio. Il radioisotopo, decadendo, produce calore, che scalda una estremità di un elemento metallico conduttore. L'altra estremità è raffreddata esponendola verso lo spazio, e la differenza di temperatura produce una differenza di potenziale per effetto termoelettrico.
Questo tipo di generatori è stato usato su parecchie sonde interplanetarie, destinate a perdersi oltre il sistema solare, mentre attualmente è vietato il loro uso su satelliti in orbita terrestre, proprio perchè prima o poi qualsiasi satellite ricade sulla Terra.
Venivano usati per alimentare i satelliti spia sia perchè portavano apparecchiature che richiedevano tensioni che non erano erogabili dalle celle solari di vecchia generazione, sia per evitare di dovere estendere grossi pannelli fotovoltaici che li rendevano più visibili dai telescopi a terra.
Comunque sia di satelliti Cosmos che di sonde contenenti generatori a radioisotopi ne sono ricadute più di uno, e per ora non si segnalano episodi di contaminazione grave.
Farebbe forse eccezione il caso della sonda (non mi ricordo il nome e la nazionalità, mi pare fosse diretta verso Marte) caduta ufficialmente nel Pacifico al largo del Cile a fine anni '90, che secondo alcune fonti, tra cui Greenpeace, riportate anche su riviste di settore (lessi un articolo su Orione all'epoca), potrebbe essere caduta sulle Ande cilene, contaminando una discreta zona con il plutonio che trasportava (radioattività a parte, l'ossido di plutonio è uno dei composti più tossici che esistano). La notizia non è mai stata confermata, ma secondo alcuni testimoni una vasta zona di montagna sarebbe stata isolata dalle forze armate per la bonifica dei rottami.