Data la scarsità e la frammentarietà del materiale reperibile in rete, ho voluto condividere le mie prime esperienze con questa “discussa” montatura. Non mi dilungherò nella descrizione delle scatole nelle quali era custodita, ma cercherò di venire subito al sodo, in maniera piuttosto schematica. Costruzione : tipicamente made in Japan. Ottimi materiali (bronzo per le corone/boccole ed acciaio per gli assi e le VSF) ed ottime torniture. I vari componenti interni combaciano in maniera perfetta e senza giochi; gli 8 cuscinetti (ad aghi, a rulli e a sfera) assolvono bene ai loro compiti. Le verniciature sono gradevoli al tatto e tutto l’insieme trasmette una sensazione di generale qualità (cosa che non avviene con le realizzazioni cinesi). L’unico componente di origine cinese è il treppiede HAL130 e un po’ si vede! Assemblaggio : perfettibile. Non sempre le regolazioni degli accoppiamenti meccanici sono fatte a dovere. Gli assi risultano un po’ troppo serrati e rendono il bilanciamento un po’ problematico. Con semplici interventi, però, tutto torna a posto. Elettronica : siamo alle dolenti note. Lo Starbook è un prodotto immesso sul mercato quando era troppo immaturo. Ho riscontrato, anche se partivo da una versione molto avanzata quale la 1.2 build 40, molti dei problemi segnalati a livello mondiale : vibrazioni dei motori, salti, difficoltà di puntamento ed autoguida ecc. Non oso immaginare come dovesse andare con i firmware precedenti. La casa giapponese, temendo forse l’ira dei consumatori, ha rilasciato la versione 2.0 con la quale…. si è toccato il fondo! Non funzionava e basta! Dopo poche settimane, ecco che ti arriva la 2.1….. che dire : finalmente! Sembra che tutti i problemi siano scomparsi : i motori girano bene (anche se con la solita rumorosità), i puntamenti sono precisi e l’autoguida non fa brutti scherzi. Lo Starbook, dopo quasi 5 anni dal lancio, è diventato un prodotto affidabile. Grazie al driver Ascom freeware sviluppato da Peter Enzerink l’interfaccia con i più diffusi planetari risulta stabile e precisa. Personalmente ho usato con successo sia il freeware Cartes du Ciel che Perseus Lev 1. Il numero degli oggetti rintracciabili, in tal modo, diventa illimitato e si suppliscono alle pecche del catalogo dello Starbook. Strumentazione utilizzata : il mio set up leggero, per il quale ho acquistato la Sphinx D, è costituito da un Taka FSQ 106 + Sbig STL 11000 (pixel da 9m risoluzione 3.5” / px). Il tutto pesa circa 11kg con le parti più pesanti poste alle estremità del tubo. Il bilanciamento, quindi, è piuttosto critico e veniva sopportato al limite dalla ottima GP-DX che avevo in precedenza. Con la Sphinx D non ho dovuto neanche mettere a fondo corsa i 2 contrappesi in dotazione, avendo ancora un discreto margine di carico. Prova sul campo : ho usato Maxim DL 4.51 per la ripresa e la guida (tramite porta ST4). Dopo la messa in polare ottenuta con il cannocchiale in dotazione e l’immissione nello Starbook di coordinate locali approssimative, ho chiesto di puntare la prima stella (Aldebaran). Il goto ha portato l’oggetto nel campo del cercatore Taka 7x50 : non male come primo goto. Centrata la stella nel reticolo della CCD ho chiesto di puntare Betelgeuse per il secondo allineamento. La stella è stata portata quasi al centro del reticolo del CCD. Piccoli movimenti e l’allineamento era fatto. Il risultato è stato, quindi, di ottimo livello, indice di una buona elettronica e di una meccanica precisa. Ho dato un goto su M42 (puntamento perfetto) per iniziare le operazioni di calibrazione. La velocità settata sullo Starbook per l’autoguida era di 0.5x sia in ar che in dec e il backlash regolato a 0 per entrambi gli assi (default in dec 20, ma io lo avevo riportato a 0). Trovata una stella abbastanza luminosa nel campo del secondo sensore della Sbig, lancio la calibrazione (tempo impostato 15”) e le operazioni in ar vengono eseguite con la precisione di 1px (risultato eccellente). Passando alla dec iniziano i problemi. La stella non si sposta a sufficienza, né da un lato né dall’altro! Sulla scorta delle informazioni acquisite dal gruppo di discussione su Yahoo ho aumentato la velocità di correzione in dec a 0.8x e ho settato il backlash in Maxim a 2”. La situazione è migliorata e la stella si è mossa in dec in modo considerevole, ma il backlash non veniva recuperato. A questo punto ho eliminato il recupero in Maxim e ho settato lo Starbook su backlash in dec 10. Ho tentato una nuova calibrazione e i movimenti in ar e dec sono risulati perfetti, anche se lo spostamento in dec mi è sembrato eccessivo e, quindi, ho abbassato la velocità in tale asse a 0.7x. La calibrazione con questi nuovi parametri è stata eseguita alla perfezione e sono passato alla guida. Dopo circa un minuto di assestamento (tipico di ogni sistema) il grafico di guida è diventato perfetto. Le oscillazioni sia in ar che in dec riportavano un valore di RMS pari a 0.35px con picchi massimi di 0.6px (il seeing, però era scarso e vi erano tante nuvole). L’esposizione della stella guida era pari a 2” ed avevo impostato una pausa di 3” tra una correzione e l’altra. In pratica stavo guidando con impulsi ogni 5” secondi o poco più (tempo di lettura e scaricamento del ccd). Le foto, di durata compresa tra i 5 e i 10 minuti (causa nuvole) sono risultate perfettamente inseguite e senza la benché minima sbavatura. Durante la guida, la montatura mi ha dato l’impressione di poter tollerare carichi anche più gravosi e focali di almeno 8/900mm. Considerazioni finali : a mio modesto parere una montatura, per definirsi valida e ben dimensionata allo scopo, deve restituirmi TUTTE le immagini riprese senza alcun mosso e senza alcuna limitazione nei tempi di posa. Ovviamente, in condizioni critiche, tipo vento molto teso, posso capire qualche sbavatura, ma niente di più. L’impegno profuso in una trasferta osservativa/fotografica non può, sempre a mio parere, essere vanificato da materiali di discutibile qualità o sottodimensionati. Ovviamente, se si vuole fotografare a 2 o 3 metri di lunghezza focale servono montature e strumenti ottici di altra classe, peso e costo! La Sphinx D ha assolto egregiamente al lavoro che le ho affidato, dimostrando di avere una discreta riserva di carico e margini di ulteriore miglioramento. La maneggevolezza, la rapidità di montaggio, stazionamento e allineamento, costituiscono per me una valida alternativa alla ben più impegnativa GM2000 QCI che ora utilizzerò e mi porterò in giro solo in occasione di trasferte di più giorni, abbinata a strumenti ben più pesanti. Il prezzo della Sphinx e, in particolare, della versione D è piuttosto elevato e, secondo me, non completamente giustificato dal divario di prestazioni esistente con le concorrenti cinesi. Per fortuna che nel mercato dell’usato si trovano alcuni esemplari a prezzi abbordabili. Una volta imparato a conoscere lo Starbook si apprezzeranno tutte le possibilità di intervento consentite (velocità di inseguimento, guida, backlash, visualizzazione mappe, ecc.) e si capiranno le scelte della Vixen legate a questo prodotto. Infatti, anche un neofita, leggendo le bene il manuale di istruzioni e aiutandosi con il display dello Starbook, sarà in grado di esplorare il cielo con enorme semplicità.
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