jabba_the_hutt2 ha scritto:
Purtroppo fino ad allora ci tocca arrangiarci con quello che ci concede la nostra conoscenza:
- le "lente" sonde se usiamo qualcosa di "meccanico"
- le onde elettromagnetiche quando cerchiamo qualcosa di più veloce.
E tieni conto che le sonde che abbiamo mandato in esplorazione non hanno come scopo principale la scoperta della vita: servono solo ad esplorare in "generale" l'universo. Quando hanno pensato di mettere sulla serie Voyager i dischi d'oro con i messaggi per chi troverà le sonde, gli scienziati hanno solo sperato di avere un grossissimo colpo di fortuna!!! (il mio insegnante di Analisi all'università lo chiamava "un colpo di fortuna con la C... C come fortuna!!!"

)
Vorrei aggiungere una nota sui "messaggi" nelle sonde Voyager.
Quando furono costruite quelle Voyager, erano le prime sonde che avrebbero superato i confini del sistema solare con la possibilità di poter ricevere ancora il segnale di posizione.
I "messaggi" furono una interessante trovata del grande e purtroppo scomparso Carl Sagan, per lasciare una traccia della nostra civiltà sui primi manufatti che abbiamo consapevolmente lanciato oltre i confini del Sistema Solare.
Ma lo stesso Sagan era consapevole che si trattava più di una operazione pubblicitaria che altro, e lo ha scritto e ripetuto. Immagina di lasciare un messaggio in una bottiglia in mezzo all'Oceano Pacifico. Quante possibilità hai che venga trovato su una costa? E stiamo parlando di distanze minuscole, e di un mare circondato da coste.
Prensi una sonda, che viaggerà centinaia di migliaia di anni prima di entrare nel campo gravitazionale di un'altra stella, e altre centinaia di migliaia prima di incontrare la prossima, se non milioni di anni. Immagina adesso che in questo momento tra Giove e Saturno stia sfrecciando una scatola di latta contenente un messaggio di una civiltà aliena, partita centinaia di migliaia di anni fa, analogo a quello delle Voyager, un oggetto più piccolo di una automobile. Non potremmo nemmeno rilevare il suo passaggio, con i mezzi attuali, eppure ci reputiamo una civiltà tecnologicamente avanzata. Le probabilità che questi "messaggi nella bottiglia" vengano raccolti sono prossime a zero, e se ciò avverrà, sarà forse tra centinaia di migliaia o milioni di anni.
Questo i documentari sensazionalistici non lo dicono.
Eppure lasciare un "messaggio in bottiglia" nel cosmo è stato comunque un gesto significativo: potevamo farlo, non rischiavamo nulla a farlo piuttosto che a non farlo, e lo abbiamo, giustamente fatto.
E uno dei motivi, oltre al gesto romantico e alla remota possibilità di lasciare una traccia nell'universo, è stato quello di segnalare al grande pubblico che la comunità scientifica prendeva in seria considerazione la possibilità che esistano altre civiltà nel cosmo. In questo modo si cercò di segnalare all'opinione pubblica la serietà del nacente progetto SETI.
Altro appunto: anche con tutti gli sforzi possibili, SETI utilizza una parte dei dati raccolti dai radiotelescopi, e su una piccola banda di frequenze, che è stata scelta perchè noi come razza umana, riteniamo la banda più probabile in cui cercare un segnale alieno. Ma non è detto che il segnale sia su un'altra banda, e la porzione di cielo setacciata è minima, quindi è come cercare un ago in un pagliaio. Anche se c'è sempre la possibilità del colpo di fortuna.
Insomma, attenzione ai documentari che fanno sembrare tutto troppo facile!
La possibilità che esistano altre civiltà nell'universo è reale, i mezzi che abbiamo per trovarne le tracce sono limitati. Al momento la risorsa più preziosa che abbiamo per sfruttare i mezzi limitati di cui disponiamo è il tempo: più tempo SETI riuscirà a stare in ascolto e ad analizzare i segnali, più alte saranno le possibilità di trovare una traccia significativa. Ma al momento non è possibile prevedere quanto tempo ci vorrà.
Una nota simpatica su Carl Sagan. A quanto pare aveva la passione per i "messaggi in bottiglia". Un'altra targa da lui ideata si trova in orbita intorno alla terra sul satellite LAGEOS lanciato nel 1976, ed è destinata ai nostri pro-pro-pro-pro-nipoti, semmai ce ne saranno, visto che il satellite è costruito per rimanere su un'orbita stabile per centinaia di migliaia di anni.