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Autore Messaggio
MessaggioInviato: martedì 13 gennaio 2009, 12:06 
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Iscritto il: mercoledì 17 ottobre 2007, 11:38
Messaggi: 11259
antirez ha scritto:
King, Danziger: dunque dal vostro punto di vista non c'e' alcun miglioramento fisico/celebrale nella capacita' di vedere al buio, ma e' solo una questione cognitiva.

In ogni caso c'e' un modo per capire se c'e' o no un adattamento. Se gli astrofili esperienti ci vedono meglio al buio anche quando NON guardano le stelle allora non e' solo un fattore cognitivo.


Mmmh questo mi sembra piu' difficile non so se qualcuno abbia mai fatto prove anche in condizioni "normali".
Un interessante articolo usci su Skyand Telescope molti anni fa' (forse 20) di un astronomo che provo (sul cielo) la mag. limite di vari osservatori divisi in fascia di eta' e anche di esperienza. Beh sembrava che quelli con maggiore esperienza, a parita' d'anni ma questo non vuol dire che abbiano lo steso diametro della pupilla pero', vedevano qualche decimo di magnitudine in piu'.
Bisogna capire se e' un fattore reale (ma bisognerebbe rpima misurare il diametro della pupilla per fare un confronto realistico) dovuto all'esperienza o ad altri fattori (ma quali a questo punto se le due pupille hanno lo stesso diametro?).
Nella prova i tempi di adattamento erano lunghi in modo da consentire a tutti un sicuro adattamento al buio.

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MessaggioInviato: martedì 13 gennaio 2009, 13:18 
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Iscritto il: mercoledì 5 marzo 2008, 13:47
Messaggi: 16894
Località: Senigallia (AN)
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
antirez ha scritto:
King, Danziger: dunque dal vostro punto di vista non c'e' alcun miglioramento fisico/celebrale nella capacita' di vedere al buio, ma e' solo una questione cognitiva.

.


Nono, forse mi sono spiegato male!!

Ho quotato King sulla questione succitata: intendo dire che l'esperienza gioca la sua parte, anche fondamentale in questo contesto, e quindi come lui stesso ha detto, molte cose all'inizio ci sfuggono perchè non sapevamo bene come guardare o dove guardare...

Poi che l'occhio si abitui al buio nel corso della serata, migliorando la propria capacità di percezione, credo sia inconfutabile, ma sul miglioramento fisico/celebrale nel corso del tempo non saprei proprio che dire, entriamo in un campo un pò troppo complicato per quanto mi riguarda!! :)


ciao!

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Kosmos - Tre vite, la passione per il cielo, è il mio primo romanzo nel quale ho unito la divulgazione dell'astronomia alla narrativa contemporanea. Lo potete trovare in tutte le librerie e nei negozi online! Grazie per il supporto.


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MessaggioInviato: martedì 13 gennaio 2009, 14:38 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:41
Messaggi: 23670
Per quanto mi riguarda il fattore-C sembra essere predominante.
Quando so cosa ci deve essere e dove deve essere è piu' facile che riesca a vederla.
Mi ricordo di un'osservazione di una galassietta di un bel po' di anni fa, l'avevo messa al centro dell'oculare ma non la vedevo.
Chiamai un amico di fianco (molto esperto) e gli chiesi di cercarmela perchè mi stavo esaurendo, lui appoggia l'occhio all'oculare e mi fa "mi prendi per il cubo? non vedi che l'hai già beccata?", riguardai e c'era :D
e il telescopio non si era spostato perchè lo "sfondo" era quello giusto (e lo era pure prima).

Comunque, soprattutto per i pianeti e luna, se so che quel particolare ci deve essere e so dove deve essere lo trovo molto piu' facilmente.

Anche il fattore Z mi pare sia molto importante nel mio caso :D

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qa'plà!
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MessaggioInviato: martedì 13 gennaio 2009, 14:45 
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Iscritto il: martedì 9 settembre 2008, 11:24
Messaggi: 1635
Località: Cicciano (NA)
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
tuvok ha scritto:
Anche il fattore Z mi pare sia molto importante nel mio caso :D


tuvok
Grazie per aver recepito nel espressione ironica, il profondo. :wink:


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MessaggioInviato: mercoledì 14 gennaio 2009, 15:11 
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Iscritto il: martedì 2 maggio 2006, 8:59
Messaggi: 5153
Località: Roma
Tipo di Astrofilo: Visualista
Aggiungo il fattore D
Un'altra cosa che migliora con il tempo è la "cura" dell'adattamento al buio.

Chi inizia con molto entusiasmo, magari le prime volte si porta una bella torcia luminosa per leggere le cartine o per montare il telescopio, si guarda le mappe sul portatile, legge gli sms al cellulare, accende i fari della macchina per vederci meglio...
Poi col tempo si rende conto che basta una lucetta rossa debole per leggere le carte, che il massimo della sensibilità si raggiunge dopo un po' di minuti passati al buio, che ogni luce troppo forte gli rovina la sensibilità dell'occhio...

Quindi alla fine, inconsciamente:
- impara che cosa cercare e che particolari guardare;
- impara a fare quello che serve a ottenere il meglio dal suo occhio.

:wink:

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Claudio

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MessaggioInviato: mercoledì 14 gennaio 2009, 19:06 
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Iscritto il: mercoledì 5 marzo 2008, 13:47
Messaggi: 16894
Località: Senigallia (AN)
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Verissimo!

Anche questo fattore D ha la sua importanza :)

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MessaggioInviato: venerdì 16 gennaio 2009, 12:14 
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Iscritto il: mercoledì 14 giugno 2006, 15:21
Messaggi: 2604
Località: Foligno
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Io sono d'accordo con Tuvok,
ricordo che in una delle mie prime uscite avevo la "doppia doppia" nell'oculare ma non ne vedevo la divisione, finchè un astrofilo molto più esperto ha messo l'occhio al mio telescopio e mi ha detto che era abbastanza evidente. Da quel giorno in poi mi sono sempre chiesto come avessi fatto a non vederla finchè una sera di molto tempo dopo mostrai a dei ragazzi del liceo un'altra doppia, credo in bootes: io la vedevo e loro no :wink:

Luca

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Dob LB 12", Mak 127sw, sw80ED, C8, newton sw 200/1000; eq5 motor;HEQ5PRO, Celestron CG5gt, Orion StarShoot autoguider, SPC900NC
WO 40 2" - PAN 27 2" - Burgess 20 - Speer Waler II 13,4 - TMB 9 - Or 7 -SW UWA 6mm - TMB 5 - Televue Barlow 2x[/size]
GHT 20x90 - Vortex 8*42; Manfrotto 055XB+701hdv
Canon 7D Mark II; Canon 600D e 1000D
Le mie immagini: http://www.astrobin.com/users/Luca_M/


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MessaggioInviato: venerdì 16 gennaio 2009, 13:52 
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Iscritto il: mercoledì 20 dicembre 2006, 2:27
Messaggi: 880
Località: Pavia
Ciao...

Il concetto di "imparare" è forse quello che sta alla base di tutto.

Quando nasciamo siamo perfettamente in grado di vedere da subito, nel senso che il nostro "trasduttore" -l'occhio- è già fisicamente in grado di trasmettere l'informazione al cervello.
Quello che manca all'inizio è la capacità del nostro cervello di "capire" cosa vede e controllare il "trasduttore". Tant'è che ci vogliono quasi due anni perchè un bimbo arrivi ad un controllo completo del suo sistema visivo.
La stessa cosa succede anche a noi. A parità di condizioni (seeing, adattamento al buio, etc) quello che cambia è la capacità del nostro cervello di interpretare l'informazione presente nel segnale e questa dipende da quanto abbiamo "allenato" il nostro organo.
L'esempio di Luca è successo anche a me, proprio perchè non esperto abbastanza da capire cosa il mio occhio trasmetteva. Adesso, quando guardo un cielo abbastanza buio, mi accorgo che certe "nuvolette" non sono fenomeni atmosferici... Non solo... presto molta attenzione a tutti i batuffoli che vedo "girare" in cielo.

Insomma... Inizialmente "vedevo", poi con l'esperienza ho imparato a "guardare" ;-)

J.

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