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Autore Messaggio
MessaggioInviato: mercoledì 24 settembre 2008, 12:42 
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Iscritto il: giovedì 23 marzo 2006, 19:41
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Località: Quel Di Castelvecchio Pascoli
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Quale secondo voi e' il migliore sistema di trasmissione adattabile ad una montatura equatoriale .
elencandone pregi difetti e peculiarità . Sempre rimanendo nel campo della trasportabilità.

1) Direct Drive

2) Motoriduttore vite senza fine corona dentata

3) Motore puleggia -puleggia vite senza fine corona dentata

4) Motore ruote di frizione

5) Motore- puleggia cinghia dentata puleggia albero


Saluti
Roberto

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Astrofilo da sempre E con fratello scopritore di SASSI


Ultima modifica di Roberto Bacci il lunedì 2 settembre 2013, 18:49, modificato 3 volte in totale.

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MessaggioInviato: mercoledì 24 settembre 2008, 17:21 
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Iscritto il: giovedì 1 giugno 2006, 9:04
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Tipo di Astrofilo: Fotografo
E' un argomento sconfinato. Soprattutto perchè a volte + della soluzione tecnica in se, quello che decide le prestazioni finali è la qualità dell'esecuzione. Nel senso... si può far bene un po' con tutto se si è capaci.

Metto i miei due cents, magari qualcuno ci vuole elaborare sopra.

Commercialmente (e sottolineo), su montature high-end ha vinto la soluzione (lo dice il mercato):

Motore (tosto) - puleggia - 1 cinghia adeguata - puleggia - vite senza fine - ruota. Il tutto se e solo se ben fatto e di qualità.

In linea teorica, senza fare i conti sul commerciale io vedrei la seguente "classifica" accademica.

1°) Direct drive sugli assi con motori brushless torquer (basse velocità alte coppie) + encoder ad altissima risoluzione sempre sugli assi (con adeguata interpolazione elettronica)... poco a che fare con soluzioni trasportabili amatoriali.

2°) Motore brushless diretto su vite senza fine + Corona (il tutto di precisione). Controllo con encoders ad alta risoluzione (sulla vsf). Già un po' + fattibile ........ La G42 x esempio "assomiglia" a questo concetto, senza volere (assolutamente) intendere che rappresenti la miglior montatura amatoriale, dipende appunto da come il tutto viene "interpretato" dal costruttore. Nel caso particolare non mi risulta ceh il motore sia un brushless puro ma un derivato di un passo passo ed ignoro la risoluzione degli encoders, che comunque per essere buona dovrebbe arrivare "almeno" a 0.05-0.1 arcsec per count.

Il resto.... a seguire... a mio modo di vedere meno roba c'è, meglio è.


Un saluto, paolo

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OVM Osservatorio ValMalenco ... http://www.cieloinvalmalenco.it
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MessaggioInviato: mercoledì 24 settembre 2008, 17:48 
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Iscritto il: giovedì 23 marzo 2006, 19:41
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Paolo Lazzarini ha scritto:
E' un argomento sconfinato. Soprattutto perchè a volte + della soluzione tecnica in se, quello che decide le prestazioni finali è la qualità dell'esecuzione. Nel senso... si può far bene un po' con tutto se si è capaci.

Metto i miei due cents, magari qualcuno ci vuole elaborare sopra.

Commercialmente (e sottolineo), su montature high-end ha vinto la soluzione (lo dice il mercato):

Motore (tosto) - puleggia - 1 cinghia adeguata - puleggia - vite senza fine - ruota. Il tutto se e solo se ben fatto e di qualità.

In linea teorica, senza fare i conti sul commerciale io vedrei la seguente "classifica" accademica.

1°) Direct drive sugli assi con motori brushless torquer (basse velocità alte coppie) + encoder ad altissima risoluzione sempre sugli assi (con adeguata interpolazione elettronica)... poco a che fare con soluzioni trasportabili amatoriali.

2°) Motore brushless diretto su vite senza fine + Corona (il tutto di precisione). Controllo con encoders ad alta risoluzione (sulla vsf). Già un po' + fattibile ........ La G42 x esempio "assomiglia" a questo concetto, senza volere (assolutamente) intendere che rappresenti la miglior montatura amatoriale, dipende appunto da come il tutto viene "interpretato" dal costruttore. Nel caso particolare non mi risulta ceh il motore sia un brushless puro ma un derivato di un passo passo ed ignoro la risoluzione degli encoders, che comunque per essere buona dovrebbe arrivare "almeno" a 0.05-0.1 arcsec per count.

Il resto.... a seguire... a mio modo di vedere meno roba c'è, meglio è.


Un saluto, paolo



Percio la Puleggia o cinghia dentata vince sull'ingranggio (riduttore) alla grandre , io pensavo che la ruota di frizione fosse quella piu consona ad eliminare tutti i i difetti eccetto che quando sblocchi hai gli assi completamente liberi .

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MessaggioInviato: mercoledì 24 settembre 2008, 17:52 
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Hai parlato di strumenti trasportabili.
L'applicazione di una ruota di frizione con una precisione sufficientemente elevata comporta una perdita notevole di trasportabilità in quanto ho hai un rapporto fra il motore e l'asse del telescopio molto elevato in modo da poter evitare microstepping troppo forti oppure devi lavorare su motorizzazioni con elevato microstepping (e non lo fai con motori piccolissimi)

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MessaggioInviato: mercoledì 24 settembre 2008, 17:57 
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Renzo ha scritto:
Hai parlato di strumenti trasportabili.
L'applicazione di una ruota di frizione con una precisione sufficientemente elevata comporta una perdita notevole di trasportabilità in quanto ho hai un rapporto fra il motore e l'asse del telescopio molto elevato in modo da poter evitare microstepping troppo forti oppure devi lavorare su motorizzazioni con elevato microstepping (e non lo fai con motori piccolissimi)


vero ....

pero facendo le ruote con materiali a basso peso specifico o conformazioni "cave" tipo un volano in maniera da alleggerirle potresti stare nei canonici
30/40 kg divisibili per una montatora field.

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MessaggioInviato: mercoledì 24 settembre 2008, 17:57 
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Gli ingranaggi o li fai a recupero di gioco o non sono un gran che. Il motoriduttore planetario è pieno di ingranaggi ed anche quelli a gioco ridottissimo hanno pur sempre un pelo di gioco e risonanze.

La cinghia (se c'è solo quella) la puoi tendere e si mangia i giochi. Se la cinghia è dentata c'è il problema di potenziali sfighe con le armoniche dell'ingaggio di questi dentini.

Se la cingia è liscia potrebbe essere meglio ma c'è più difficoltà di trasmissione del moto e di micro-slittamenti. I costruttori avranno fatto delle considerazioni a riguardo.

La ruota di frizione è in linea teorica molto valida per i motivi che citi, tendenzialmente essendo un contatto "hard" è più suscettibile di impuntamenti e non ha quei gradi di libertà che la puleggia consente di assorbire se la meccanica è iperperfetta (sempre).

In sostanza però credo che il mercato di alto livello abbia decretato una certa soluzione, avranno ceramente fatto + studi delle mie 4 considerazioni.

Se rimani nell'ambito delle soluzioni umane (e trasportabili ci ricorda Renzo) io la vedo così.

Paolo

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Ultima modifica di Paolo Lazzarini il mercoledì 24 settembre 2008, 18:05, modificato 3 volte in totale.

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MessaggioInviato: mercoledì 24 settembre 2008, 18:03 
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Nei 30/40 Kg classici (mica tanto) ci sta tranquillamente una soluzione senza alcuna riduzione se non quella vita senza fine/corona.

Credo che il freno a questa soluzione (vista a mia memoria solo sulle Gemini) sia

1) Elevato costo dei motori
2) Elevati ingombri (la puleggia consente di ribaltare il motore dove conviene)
3) Alta richiesta di risoluzione all'encoder (che è meno demoltiplicato) e quindi necessità di molte "tacche per giro"

Ciao, p.

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MessaggioInviato: domenica 4 gennaio 2009, 11:35 
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Roberto Bacci ha scritto:
Quale secondo voi e' il migliore sistema di trasmissione adattabile ad una montatura equatoriale .
elencandone pregi difetti e peculiarità . Sempre rimanendo nel campo della trasportabilità.

1) Direct Drive

2) Motoriduttore vite senza fine corona dentata

3) Motore puleggia -puleggia vite senza fine corona dentata

4) Motore ruote di frizione

5) Motore- puleggia cinghia dentata puleggia albero


Saluti
Roberto


Scusate ho totato solo ora questo argomento e lo ritengo molto interessante. Se posso dare ach'io la mia opinione:
1) Direct drive...E' certamente un sistema innovativo (per il settore amatoriale) e introdotto per ora dalla ASA austriaca con la sua nuova montatura di cui però ancora non abbiamo ancora dati e prove. E' un sistema molto interessantante dalle prestazioni (sulla carta) notevoli. Quello che ancora, secondo me, rimane da vedere:
a) quale soluzione hanno adottato per il bloccaggio della montatura una volta disalimentati i torque motor (sistema di freno magnetico? Meccanico? Come si garantisce il mantenimento della posizione home?)
b) come pensano di risolvere il problema degli alti assorbimenti di corrente (soprattutto per la versione field della montatura)
2)Motoriduttori. Secondo me i giochi sugli ingranaggi non sono compatibili con una soluzione "professionale"
3)Motore puleggia-puleggia motore vite senza fine corona dentata. Il sistema non è male se si usa cinghe adeguate (tipo Power Grip). Io personalmente le ho usate sulla mia GPD2 e funzionano benissimo. Certo, un minimo di elasticità rimane.
4)Ruote di frizione: Secondo me oggi, con le nuove macchine utensili in grado di lavorare al micron, potrebbe essere una soluzione riproponibile. Ovviamente l'esecuzione meccanica e la progettazione del sistema di accoppiamento/regolazione dei cilindri di frizione è fondamentale. In questo caso vedrei bene questo sistema accoppiato con un buon encoder sull'asse.
5)Motore- puleggia cinghia dentata puleggia albero. Non c'è il rapporto di riduzione necessario e l'effetto elastico e di anomalia di moto generato dalla cinghia sarebbe troppo evidente sul moto finale.

Gli encoder sugli assi delle viti senza fine secondo me hanno poco senso. Sarebbe un "ciclo chiuso" per modo di dire...
L'eventuale encoder deve stare sull'asse di rotazione. In questo modo è possibile sia verificare il GOTO, sia tenere sotto controllo, slittamenti, errori periodici, perdita di passi, giochi...ovviamente con efficacia che dipende dal tipo di encoder e dal sistema di controllo/retroazione.

La G42, come la G41, ha il motore in presa diretta con la vite senza fine. Il motore è un classico stepper e non ci sono encoder montati (c'è solo un sensore di prossimità, che viene chiamato erroneamente encoder, di riferimento alla registrazione/esecuzione del PEC).

Saluti,

_________________
Leonardo Priami
Astrograph 300 mm f/3.8 Wynne corrected, Tak FSQ106, Celestron EdgeHD 11", AP1200 GTO, Losmandy G-11, Vixen GPD2, Apogee U16M, Apogee F9, Basler ACE A1300/Atik/Filtri Baader Dielectric - http://www.lpriami.altervista.org
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MessaggioInviato: venerdì 30 agosto 2013, 15:03 
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Ripropongo questo argomento perchè a distanza di 4 anni abbiamo sul mercato quasi tutte le configurazione di trasmissione che ho indicato nel messaggio originale. E' tutte o quasi in configurazione field cioe' trasportabili

Le Avalon per la trasmisione a cinghia.
La ASA DDM per il direct drive
La G53 per il disco frizione
E le altre in configurazioni classicala belincioni alpha con ione VSF
La novita sono la g53f e l'introduzione massiva degli encoder di controllo.

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MessaggioInviato: venerdì 30 agosto 2013, 16:26 
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Messaggi: 20265
Località: Firenze
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Intanto partiamo dal peggiore per l'uso trasportabile. E' il direct drive, perchè impiega moltissima energia anche per tenere ferma la montatura, scalda molto e ci vogliono enormi e pesantissime batterie.
La seconda che scarterei è la Bellicioni perchè non ha un suo sistema elettronico e quindi è adatta per postazioni fisse, dove si fa una volta tanto l'allineamento della montatura.
Poi per il resto si può discutere...
P.S. ma la G53 ce l'hai tu se non sbaglio, magari ci potresti dire qualcosa...

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Ciò che non ha termine non ha figura alcunaLeonardo da Vinci


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