tuvok ha scritto:
Scusa massimiliano, restando proprio terra terra, l'articolo che ho riportato si conclude con parole che condivido, cioè "l'ostruzione è la punta di un iceberg", essendo l'iceberg (mia interpretazione

) un insieme di aberrazioni, lavorazioni ottiche, precisioni meccaniche, schema ottico, etc.
Mi pare (ma potrei aver capito male) che tu non sia d'accordo con questo. Tu invece ritieni che l'ostruzione sia tutto?
Anto’,
Te possino: ma dove mai l’ho detto che l’ostruzione è tutto...?!?!
Ho cominciato dicendo: “Credo possa essere utile considerare la questione esaminando la focalizzazione e quindi la capacità pratica di trasferire al piano focale la risoluzione teorica data dal diametro...”
E poi t’ho scritto a chiare lettere: “Il sistema opto-meccanico è in effetti assai più complesso di così ed altre cose si aggiungono a detrimento. Ma, considerando tutti gli altri fattori uguali a zero, questo è quanto viene fuori dal semplice esame del Disco di Airy.”
Quindi sono assolutamente d’accordo che l’ostruzione sia la punta di un iceberg, ma non per quello va dimenticata. Altrimenti, già l’iceberg è nascosto, e se ci si dimentica pure la punta si finisce poi per credere che l’iceberg tutto intero non esiste e non è mai esistito...!
In sostanza, ho semplicemente fatto una rapida analisi del detrimento di focalizzazione di un ipotetico MAK 180 con sferica lambda/6 e ostruzione 0.30 vs un ipotetico SCT con sferica lambda/4 e ostruzione 0.40, con analisi del conseguente rapporto SNR e sensibilità al seeing.
Tutte le altre variabili sono state obliterate. Analizzare completamente uno strumento effettivo è assai più complesso (e lungo).
tuvok ha scritto:
La questione è: dando per assunto che abbiamo a che fare con due strumenti perfettamente riusciti (il c9 e il mak) io continuo a meravigliarmi se ancora il 180 ne esce vincitore

Guarda, gli strumenti perfettamente riusciti non esistono. Qui stiamo lavorando per approssimazioni (e belle grosse).
E, appunto, ragionando per approssimazioni, è assai più facile che venga meglio un Mak 180 con primario f/3, ostruito 0.3 e con collimazione permanente (parlo di un Gregory che esce collimato dalla fabbrica e, hopefully, collimato rimane; non di un Rumak in cui puoi mettere le mani) rispetto ad uno SCT 235 con primario f/2.5, ostruito 0.4 e da collimare ottimamente per farlo rendere come si deve.
Le termiche sono, come il resto, date nulle — lo spesso menisco del Mak a compensare lo specchio più grande dello SCT... anche qui si tratta di ipotesi di lavoro a spanne. La realtà è assai più amara...
Insomma, come credo di averti mostrato con i calcoli di qualche pagina fa, i due sistemi sono "comparabili". Resta che quel Mak ha più (non enormemente, ma senz’altro di più) possibilità di lavorare meglio rispetto a quel SCT. Il che, di nuovo, non vuole affatto dire che non possano darsi condizioni secondo cui lo SCT lavori visibilmente meglio del Mak...
Quindi non devono affatto stupire rapporti osservativi oscillanti. Tutto qua.
in gamba,
Max
PS/ A proposito, quando hai parlato dell’iceberg, mi sono andato a rivedere la pagina di Thierry.
Forse è il caso che qualcuno spieghi a “Monsieur M” che i trasferimenti di energia son un pelino diversi da quanto asserisce nelle cosiddette “dimostrazioni” che porta a favore del suo strumento — perché tanto, sia “Monsieur M” che “Mr C” questo fanno.
In chiaro, la frase “from 0 % to 33 % of obstruction, the maximum intensity of the first diffraction ring increases from 1.7 % to 5.4 % of the maximum intensity of the central disk. It is untrue to claim that in presence of obstruction, the disk merge with the first ring...” e quanto ne deriva, ha basi teoriche... come dire... ecco, diciamo che non ne ha affatto. Qualunque testo di ottica, consultabile da chiunque, mostra come tale affermazione sia totalmente incorretta e trivialmente priva di fondamento (e volta al mero marketing). Ma, ovviamente a “Monsieur M” e a “Mr C” i conti in tasca non vanno mai fatti perché pare brutto (e, chi lo sa, forse si fa pure peccato...;–)>>>
Vabbè, va, lasciamo perdere...
Ciao ! Max