Lorenzo Comolli ha scritto:
Assolutamente d'accordo, addirittura meglio sarebbe avere una versione di sqm con angolo di 1 grado...
Mah.. In linea di principio uno strumento con 1° di campo avrà misure estremamente variabili in base all'ora ed alla zona di cielo. Se per sbaglio in quel gradi di campo ci sono (per dire) 3 stelle di sesta invece che 2, la misura cambia. Uno strumento con un campo molto largo che medi tutti i contributi (compreso quello delle stelle) imho è più efficace. E' vero che il contributo della via lattea falsa il risultato, ma se si fa una misura "relativa" (cioè voglio sapere se questo cielo è meglio di quello) è un contributo che, a parità di ora, è sempre presente ed è una caratteristica del cielo.
Certo, c'è il rischio di includere fonti luminose "estranee", ma alla fine quelle infastidiscono l'sqm come infastidirebbero l'occhio; se il nostro obiettivo è misurare "la qualità del cielo" da un punto di vista astrofilo ci siamo.
Sbaglio?
Cita:
In realtà questa cosa c'è già e si chiama CCD+telescopio! Misurando il fondo cielo di una ripresa in luminanza (o filtri RGB, BVR) si può trovare il valore puntuale della brillanza del fondo cielo.
Questa io la ritengo una cosa sacrosanta, anzi, secondo me è davvero un metodo controllabile per misurare la brillanza del fondo cielo. Nota la fotocamera, il telescopio, tempi di posa, zona di cielo e temperatura ci sono ben poche altre variabili in gioco, oltre l'IL e la brillanza "vera". Anzi, io penso sarebbe interessante farlo all'inizio di ogni sessione fotografica per capire davvero le condizioni di cielo dalle quali si fotografa.