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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Test preliminare dell'LVI SmartGuider
MessaggioInviato: mercoledì 22 ottobre 2008, 21:25 
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Iscritto il: domenica 4 marzo 2007, 16:02
Messaggi: 1287
Località: Varese/Genova
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Ciao a tutti,
lo scorso fine settimana ho avuto l’occasione di fare un primo test al prototipo di SmartGuider appena ricevuto: ecco le mie prime impressioni a caldo.

La confezione è spartana ed essenziale, ma non manca di nulla: cavi, unità di controllo, camera, stop (ovviamente, nella versione finale ci sarà anche un manuale!). Ciò che colpisce subito l’occhio è l’estrema compattezza di tutto: la camera in se stessa è molto leggera (grosso modo le dimensioni di una Magzero MZ-5m), di colore arancio vivo; anche l’unità di controllo è estremamente compatta: potrebbe al limite stare comodamente in tasca e comunque è una frazione di quelle dei gloriosi ST4 e STV, per ospitare i quali ci voleva un’intera valigia.

Anche l’utilizzo è veramente semplice e immediato: una volta fatti tutti i collegamenti, basta attaccare la camera al telescopio guida e accendere l’unità di controllo. Il display, a punti rossi su sfondo nero, è abbastanza ampio da poter essere visto da relativamente lontano, e grazie alla combinazione di colori scelta non compromette l’adattamento al buio.

La prima cosa da fare è trovare una stella guida: diciamo che sicuramente aiuta l’aver preventivamente scelto un campo con una stella adeguatamente luminosa. La ricerca della stella nel campo inquadrato è automatica e serve anche alla camera per settare automaticamente il tempo di esposizione adatto il quale, va detto, influenza la velocità di correzione (una correzione inviata alla montatura ogni esposizione presa).
La messa a fuoco è estremamente intuitiva: dopo la ricerca automatica di una stella candidata nel campo, attività che ha richiesto un tempo sempre compreso tra 1 e 2 minuti, viene presentata una schermata di messa a fuoco che mostra le coordinate approssimative della stella nel campo del sensore, e un cerchio che rappresenta il raggio (presumibilmente in pixel o multipli) della stella stessa sul sensore. Minimizzando questo valore sino a poche unità, si ha la garanzia di raggiungere il miglior fuoco possibile. Da notare il diverso approccio rispetto all’ST4, con il quale la messa a fuoco si faceva massimizzando l’intensità visualizzata sul display. Io avevo anche in dotazione un oculare parafocale, chiamato SmartEye e fornito come optional, che in effetti velocizza parecchio questa operazione.

Dopo la messa a fuoco si passa alla calibrazione della montatura: in teoria lo SmartGuider “tollera” qualunque orientamento nel telescopio, senza necessità di essere orientato parallelamente agli assi RA e DEC (cosa che, secondo la mia modesta opinione, non guasta comunque mai). La calibrazione muove la montatura nelle varie direzioni alla velocità scelta per la guida, e la sua durata dipende dal valore della velocità stessa: minore è quest’ultimo, maggiore sarà la durata della calibrazione. Io sono sceso sino a 0.25X, ma devo dire che, al contrario di quanto scritto nel resoconto di C. Muccini, pur avendola effettuata almeno 5-6 volte non ho mai riscontrato tempi superiori ai 3.5 – 4 minuti.

Dopo aver effettuato la calibrazione, si può iniziare l’autoguida: sullo schermo due grafici, X e Y, ci informano in tempo reale dello spostamento della stella di guida nelle due direzioni rispetto alla posizione all’istante t0. L’utente non può intervenire direttamente sulla frequenza di correzione, ma può variare la cosiddetta “aggressiveness”, che altro non è che la soglia di spostamento minimo oltre la quale lo SmartGuider interviene con la correzione, e che rende l’autoguida più o meno “pigra” o “reattiva” a seconda della situazione. Ora non sto a scendere nei dettagli, ma per ottenere le migliori prestazioni si tratta di giocare un po’ con questi parametri e scegliere la migliore combinazione: l’obiettivo comunque è di mantenere più regolare possibile il profilo dei grafici.
Per le prime prove ho utilizzato la camera su un rifrattore guida 80 mm f/6, con un Vixen ED103 (800 mm di focale) e una Canon 350D non modificata, il tutto “in sella” ad una G11, come potete vedere anche nelle foto allegate:

http://forum.astrofili.org/userpix/1552_setup_sordini_1_1.jpg
http://forum.astrofili.org/userpix/1552_setup_sordini_3_1.jpg

Il cielo faceva invero abbastanza schifo, e la Luna (sorta successivamente), sebbene abbastanza lontana, mi “bruciava” il fondo cielo dopo meno di 5’ di posa a 400 ISO. Sono arrivato fino a 15’ di posa con discreti risultati, anche se naturalmente prima di esprimere un giudizio definitivo, anche sulla sensibilità, dovrò sottoporre la camera a ulteriori e più rigorose prove.

Quello che posso dire di primo acchito è che sono rimasto estremamente impressionato dalla compattezza e dalla facilità d’uso, veramente alla portata di chiunque; le lotte con tutti i parametri delle autoguide Sbig sono solo un pallido ricordo. D’altro canto, in quanto astrofilo un po’ più esigente, non nascondo una lieve perplessità riguardo al fatto che la velocità di correzione sia rigidamente collegata al tempo di esposizione, senza alcuna possibilità di scelta. Infine, a voler essere proprio ultra-pignoli, la scelta di un cavo RJ tipo ethernet (quindi piuttosto rigido) per il collegamento tra la camera e l'unità di controllo non rappresenta la scelta più azzeccata.

Comunque, per riassumere in una frase questo mio primo test, posso dire che l’impressione è senz’altro positiva. Se essa verrà confermata dalle prove successive, sono più che sicuro che questa piccola camera diventerà un best seller, grazie anche all’assenza di altri concorrenti sul mercato, almeno in questo momento.

PS Sarò via per qualche giorno, da domattina fino a domenica pomeriggio: per cui potrò rispondere ad eventuali domande/chiarimenti soltanto a partire da allora. Intanto, però, tenevo a condividere con voi questo primo "incontro ravvicinato".

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Emmanuele Sordini
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MessaggioInviato: mercoledì 22 ottobre 2008, 21:34 
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Grazie Emmanuele per il report.

@tu: "non nascondo una lieve perplessità riguardo al fatto che la velocità di correzione sia rigidamente collegata al tempo di esposizione, senza alcuna possibilità di scelta."

Non capisco questa frase. Cosa intendi esattamente con velocità di correzione?


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MessaggioInviato: mercoledì 22 ottobre 2008, 21:57 
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Christian Cernuschi ha scritto:
Non capisco questa frase. Cosa intendi esattamente con velocità di correzione?

Non mi sono espresso benissimo. Intendo dire la frequenza (cadenza, periodo, chiamala come vuoi) con cui la camera impartisce le correzioni alla montatura. Se la camera decide che il tempo di esposizione ottimale per la corrente stella di guida è 0.1 sec, correggerà 10 volte al secondo; se è due sec, correggerà ogni 2 sec. La cosa va a gusti, anche se secondo me è un po' una limitazione, a cui l'utente "sopperisce" scegliendo una stella guida di media luminosità e agendo sulla "aggressività" della guida.

Intendiamoci, è una mia opinione personale: se pensiamo che questa camera nasce e vuole essere di semplicissimo utilizzo (chi abbia anche solo un minimo di dimestichezza con il concetto di autoguida non avrà nemmeno bisogno di tirar fuori il manuale dalla confezione), è molto probabile che questa semplicità possa premiare queste scelte progettuali e garantire alla camera il successo (cosa che secondo me meriterebbe ampiamente... ;-) ).

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Emmanuele Sordini
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MessaggioInviato: mercoledì 22 ottobre 2008, 22:11 
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sarà che e' stata una giornata dura ma non mi pare che il normale SW di guida sia molto diverso.

Se in AstroArt decido di fare exp da 0.1 fara' 10 esposizioni al secondo (tralasciamo i tempo di DL, ecc ecc).

E' vero che posso impostare un Pause After Guide (o similare) ma onestamente io non lo uso mai e mi trovo cmq bene.

Ad ogni modo sono d'accordo che un po' di flessibilità in piu' non guasta mai, ma come dici tu nasce per un utilizzo semplice e veloce, quindi credo pochi avvertiranno questo limite.

Impressioni sulla sensibilità? (che da quanto dichiarato dal costruttore mi sembra abbastanza scarsa, sebbene sufficiente per lo scopo)


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MessaggioInviato: mercoledì 22 ottobre 2008, 22:41 
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Christian Cernuschi ha scritto:
sarà che e' stata una giornata dura ma non mi pare che il normale SW di guida sia molto diverso.

Se in AstroArt decido di fare exp da 0.1 fara' 10 esposizioni al secondo (tralasciamo i tempo di DL, ecc ecc).

E' vero che posso impostare un Pause After Guide (o similare) ma onestamente io non lo uso mai e mi trovo cmq bene.

Quello che dici è vero, ma con il SW di autoguida in generale il tempo di esposizione lo scegli tu, trovando un compromesso fra corretta esposizione della stella (fattore principale) e frequenza della correzione. Cioè, ad esempio a volte potrebbe valere la pena sovraesporre leggermente per avere una frequenza di correzione un po' meno intensa. Anche se mi preme sottolineare che non si tratta di una caratteristica vitale, questo grado di libertà comunque con lo SG non ce l'hai.


Christian Cernuschi ha scritto:
Ad ogni modo sono d'accordo che un po' di flessibilità in piu' non guasta mai, ma come dici tu nasce per un utilizzo semplice e veloce, quindi credo pochi avvertiranno questo limite.

Sono certamente d'accordo. Io sono un pignolo rompiballe, e in questo caso ne ho il ruolo istituzionale ;-)

Christian Cernuschi ha scritto:
Impressioni sulla sensibilità? (che da quanto dichiarato dal costruttore mi sembra abbastanza scarsa, sebbene sufficiente per lo scopo)

Direi in linea con quanto dichiarato. C'è da dire che - e questo vale per ogni telescopio - le prestazioni variano anche con la qualità del cielo: più è scuro, più una stella debole riuscirà a staccarsi dal fondo cielo e quindi potrà anche essere usata come autoguida. Mi ripropongo (prima o poi) di fare un test dedicato anche a questo. L'ideale sarebbe provare l'autoguida su un po' di stelle di magnitudine nota, e vedere come si comporta.

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MessaggioInviato: giovedì 23 ottobre 2008, 6:42 
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esordini ha scritto:
C'è da dire che - e questo vale per ogni telescopio - le prestazioni variano anche con la qualità del cielo: più è scuro, più una stella debole riuscirà a staccarsi dal fondo cielo e quindi potrà anche essere usata come autoguida. Mi ripropongo (prima o poi) di fare un test dedicato anche a questo. L'ideale sarebbe provare l'autoguida su un po' di stelle di magnitudine nota, e vedere come si comporta.


E' una prova che in qualche modo mi è già capitato di fare con la webcam (non modificata) che uso come autoguida. Allo star party dell'Amiata riuscivo a guidare senza problemi su una delle due stelline di fianco a M13 di magnitudine circa 7, cosa assolutamente impensabile sotto il mio cielo di periferia.

Marco

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