Ciao, Ivaldo:
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Dubito che il CCD possa rilevare alcunché al di sotto dei 3000 Angstrom o al di sopra dei 7000 o forse 8000. Dalle prove che ho fatto sembra funzionare, sempre considerando la bassissima risoluzione dello Star Analyser: voglio dire che se calibro sulla linea H alfa le linee H beta ed H gamma me le ritrovo più o meno al posto giusto. La calibrazione a due linee è comunque una possibilità che intendo implementare in ogni caso.
Alcuni CCD riescono ad arrivare anche a 330 nm e a 900-950 nm, il problema è dato dalle ottiche e dai relativi trattamenti che spessono inibiscono l'arrivo del segnale sul piano focale.
Effettivamente le istruzioni dello "Star Analyser" suggeriscono tale calibrazione grossolana, che comunque, a mio avviso, risulta utile solo per risoluzioni molto basse tipo intorno ai 20 A/pixel , mentre per risoluzioni più elevate e/o spettri di spettroscopi (per non parlare di strumenti sofisticati quali quelli a reticoli concavi) risulta insufficiente, oltre che impossibile, per il semplice fatto che in alcuni casi l'ordine 0 non è visibile, e ciò a prescindere da problemi di seeing e di ottiche.
Il fatto è che l'approssimazione in spettroscopia non è indicata, molte righe vicine sembrano uguali, anche in intensità, il che vuol dire che piccole imprecisioni possono comportare grossi errori, nel senso di prendere un elemento per un altro.
Nella mia esperienza personale posso solo dire che anche calibrazioni abbastanza precise effettuate con VSpec portavano, in alta risoluzione, ad acuni errori nella individuazione delle righe.
Concludendo, Ivaldo, ti suggerirei di implementare 2 tipi di calibrazione:
quella indicata per reticoli a trasmissione a bassa risoluzione tipo "Star Analyser" ed una, più accurata, effettuata sulle righe conosciute dello spettro.Complimenti, comunque , per la buona volontà e l'iniziativa in questo campo che dire difficile è dir poco.
Per Lead:
Cita:
1) Che tipo di camera occorre (immagino una web o simile per mediare i contributi "prismatici" dell'atmosfera)?
2) Quanto è critica la risoluzione della camera? Nel senso, almeno nei vostri casi, se, quanto e con che diametri avete sentito che la risoluzione in pixel non era sufficiente? Oppure praticamente sempre il pixel sovracampiona lo spettro (quindi la risoluzione dello strumento la fa da padrona)?
La camera da usare è, secondo me quella col sensore che coniuga la minima grandezza dei pixel con la massima sensibilità., in quanto la minima grandezza garantisce la massima risoluzione spettrale, e la massima sensibiltà la visibilità delle righe con minore intensità, compatibilmente con la sensibilità spettrale del sensore della camera.
Tanto per cominciare le telecamere, specie quelle a colori, non sono l'ideale per questo tipo di lavoro (anche se alcune di esse, tipo DMK, danno buoni risultati per la capacità di accumulare il segnale video).
Personalmente ho trovato molto buona, in passato la SX MX716 che coniuga pixel abbastanza piccoli ad una sensibilità elevata ed un range spettrale molto esteso.
La risoluzione spettrale è collegata alla dimensione del chip della camera
la formula la trovi al link
http://www.lightfrominfinity.org/spettroscopia.htmCita:
Questo mi interessa anche per la calibrazione dell'ordine zero
Non capisco cosa intendi per "calibrazione dell'ordine 0" dato che l'ordine 0 è l'immagine dell'oggetto, trasmessa o riflessa.
Alcune telecamere vanno bene. Come scritto sopra ho usato una Watec che e' molto sensibile e a pixel abbastanza piccoli (poi bisogna sempre vedere con che cosa accoppiare il sensore sia come apertura del telescopio che come focale) mi sembra poco piu' grandi di 8micron. Stessa cosa con la Mintron (ma costa meno che la Watec).