Salve a tutti:
Per Lead:
[
Cita:
Fulvio, non ho capito bene la dipendenza dall'apertura (immagino non sia un problema di luminosità). Cosa va ad inficiare? La risoluzione, la banda, la sensibilità o tutt'e tre? Per quale motivo? Perché qui si parla di dominio delle lunghezze d'onda, non si parla più del dominio spaziale (e quindi risoluzione teorica dello strumento, magnitudine limite...) e non mi è immediato capire .
La dipendenza dell'apertura è connessa alla quantità di luce raccolta ed alla mag raggiungibile: semplicemente nessuna stella (o quello che sia) , nessuno spettro.Per quanto riguarda, invece, la risoluzione spettrale, questa dipende dal numero di linee del reticolo, a parità di dimensioni dello stesso.Una buona ottica, con discrete aperture e stelle puntiformi (tipo quella dei Mak) può facilitare la visibilità delle righe, che comunque sono quelle mostrate dal reticolo.
Per Ivaldo:
Cita:
La scala dovrebbe essere lineare ed in effetti basta identificare una sola linea per calibrarla. Ponendo che io identifichi la linea alfa dell'idrogeno a 6563 Ångström posso poi usare l'immagine della stella (ordine zero) ponendola a 0 Ångström. A questo punto è facile calcolare la risoluzione in Ångström/Pixel e di conseguenza conoscere approssimativamente la lunghezza d'onda di qualunque linea di assorbimento o di emissione.
La dispersione è lineare, ma non sono certo che la tua calibrazione sull'ordine 0 ed una riga vada bene, anzi penso che non funzioni, per il semplice fatto che il raggio diffratto e lo spettro NON inizia sull'ordine 0 (se così fosse lo spettro sarebbe illegibile perchè inquinato dalla luce della stella).Inoltre, come sai, gli spettri dei vari ordini (l'ordine 0 si può assimilare ad uno di questi) sono ben distinti tra di loro.
La calibrazione va fatta dentro lo spettro, con due righe conosciute, con quello di una stella campione, o con quello di una lampada coassiale allo spettroscopio.
Ti consiglio, in prima battuta, di seguire l'esempio di due righe conosciute, che è quello più facile, prendendo a campione il primo spettro (Vega?) da te postato.
Anche tenendo conto la tua idiosincrasia per VSpec (che è anche la mia, data la complessità del programma) fai una prova col predetto software col sistema della calibrazione a due righe, che è la più facile ed immediata.
1- importa l'immagine Fits del solo spettro in Vspec (se non hai il Fits importa l'immagine grafica in Iris ,e convertila)
2- vai su "preferences" poi su "references" e setta le lunghezze d'onda delle due righe che hai individuato.
3- vai su "object binning" e pigia il relativo pulsante, ottenendo il grafico dello spettro
4- Vai nel grafico col mouse, pigia il pulsante dx del mouse, e, nel menu a tendina che ti si apre scegli "calibrate".Il programma ti chiederà se ti va bene la serie di riferimenti esistente, e dici si.
5 -Sempre col mouse, vai sulle righe del grafico che conosci (quelle delle "references") ed evidenziale, prima come "linea 1" e poi come "linea 2 (stai attento all'orientamento dello spettro , nel quale la direzione dal blu al rosso è da sinistra verso destra).Fatto ciò, sempre col mouse nel grafico, pigia il pulsante dx e scegli "calibrate".
A quel punto hai lo spettro calibrato per le lunghezze d'onda (non per la sensibilità della camera alle diverse intensità) e puoi individuare qualsiasi riga partendo dalla sua lunghezza d'onda ed andando al relativo elemento con un atlante spettrale.