Ore 22:45, appena finito di cenare e terminata l’ultima birra; invece di mettermi davanti al computer per controllare gli ultimi messaggi del giorno, o magari di mettermi a leggere prima di addormentarmi, stasera mi rivesto per uscire.
“Beh, io esco…”, faccio a mia moglie, che mi guarda un po’ sorpresa.
“E dove vai a quest’ora?”
La guardo un po’ imbarazzato, e tento di buttare lì una scusa banale: “Ho un’amante!”
Ma lei non abbocca: “E per incontrarti con l’amante ti porti il binocolo?”
“Già, il binocolo, è che mi serve per guardarla meglio…”
“Macchè amante e amante! Tu vai a fare osservazioni astronomiche, dì la verità!”
E così, dopo aver confessato, lasciando la mia metà a presagire un prossimo futuro fatto di nottate all’addiaccio e rientri all’alba, esco con il binocolo 16x50 prestatomi da Marcopie, una guida tascabile De Agostini con mappe del cielo stellato, e mi dirigo verso il sito di osservazione scelto per la mia prima volta: il Parco degli Acquedotti, quartiere Tuscolano-Cinecittà, unico (e splendido) spazio verde nel cuore di una ex-periferia ormai diventata metropoli, dove solitamente vado a correre in pieno giorno.
Il tempo fino al tramonto è stato buono, poche nuvole all’orizzonte e cielo piuttosto limpido. Le premesse sono quelle giuste.
Mente mi avvio, rimugino tra me e me di come sono fanatici gli astrofili che ho conosciuto fino a questo momento, quelli che frequentano il forum, per i quali se non stai nel mezzo del deserto a 10.000 km. dal più vicino villaggio non vale nemmeno la pena sollevare lo sguardo verso il cielo, ma và, questi oscurantisti che vorrebbero che vivessimo in un mondo buio e tristo solo perché devono osservare la Nebulosa NGC2987Xk%>£ di magnitudine 85,2 senza che ci sia nemmeno una lucciola a disturbarli… macchè, figuriamoci, sono sicuro di riuscire a fare osservazioni spettacolari anche a cinque minuti da casa, c’è questo bel parco così grande a disposizione, con gli alberi a coprire i lampioni, tutto questo buio a disposizione, roba da aprirci un osservatorio astronomico…
Arrivo all’ingresso del parco, e mi inoltro un po’ all’interno, stando attento ad avere comunque sempre la strada visibile. Non è molto prudente aggirarsi da solo qua dentro di notte, un mese fa c’è stato un omicidio proprio qui, a poca distanza dagli archi dell’Acquedotto Claudio, ed è risaputo come di notte la zona sia frequentata da personaggi non molto raccomandabili. Non arrivo proprio nella zona più buia del parco, ma andrà bene lo stesso.
Posso finalmente cominciare. Dunque, come prima cosa mi converrà cercare la Stella Polare, orientarmi un po’ ad occhio nudo, prendere confidenza con le costellazioni più facilmente riconoscibili, poi passare all’osservazione con il binocolo, cercare Perseo, Andromeda… non sarà difficile, mi sono studiato bene le mappe, è tutto più o meno in “zona Stella Polare”, allora mi oriento con lo sguardo rivolto verso Nord, anche se quello che mi interessa è più verso sud-est, ma rimane tutto in una ristretta zona intorno allo zenit, l’essenziale è trovare i punti di riferimento, allora vediamo, alzo lo sguardo e…
E vedo. Il mio primo impatto con il Cielo. Non lo dimenticherò mai. Una visione incredibile, inimmaginabile… che passo a descrivere con la minuziosità e la precisione di ogni buon astrofilo.
“Cielo terso; sfondo uniforme di colore grigio-chiaro tendente al giallino, con qualche striatura di arancione accentuato qua e là da bagliori verso il blu elettrico; visibili, ma solo dopo qualche minuto di ambientamento, rare tracce di punti di luce, difficilmente distinguibili dalla luminosità dello sfondo. Frequenti passaggi di luci colorate molto più intense e nitide, che i rumori da cui sono accompagnate fanno identificare come luci di posizione di aerei in atterraggio sulla vicina pista di Ciampino. Osservate diverse (nell’ordine delle 3 o quattro) costellazioni del tipo monostellare, cioè con una sola stella. Esito della ricerca della Stella Polare: negativo, ma credo che fosse nella regione più luminescente della volta celeste. Notevole, e di grande impatto estetico, l’effetto traslucido, quasi fosforescente, della parte di cielo più bassa sull’orizzonte.”
Questo il quadro globale della volta stellata (almeno, così dicono che sia). Nel dettaglio, dopo un po’ riesco a puntare il binocolo sull’unico punto di luce un po’ meno smorto, e mi acc orgo che nei paraggi c’è un qualcosa... sembrebbe una stella doppia, sono in realtà due punti di luce distinti ma uniti tra loro, ma sembra che intorno ci sia altro, un bagliore, una nube, della polvere... potrebbe essere un oggetto più lontano, un ammasso, una galassia, un UFO... la mancanza assoluta di un qualche riferimento più preciso mi impedisce di identificare la posizione sulla mappa, mi accontento di godermi quest’unica “visione” di un qualcosa, persa nel mare luminoso di questo cielo romano di mezzanotte sotto il quale si può tranquillamente leggere il giornale.
Torno a casa deluso, ma nemmeno più di tanto. Quel “qualcosa” che ho visto mi ha comunque incuriosito, cercherò di capire meglio cosa fosse. E mi sono anche accorto che con il binocolo qualche altro puntino di luce nel gran bagliore della volta celeste, anzi, giallo-bluastra, si riesce a scorgere.
“Allora, com’è andata?”, mi chiede al rientro la mia dolce metà.
“Bene, è stato come guardare una parete di una discoteca psichedelica anni ‘70”, rispondo.
E, tra me e me, penso: “Era meglio se mi facevo davvero l’amante”...
Ultima modifica di Astronomy Domine il venerdì 19 settembre 2008, 12:22, modificato 1 volta in totale.
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