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MessaggioInviato: martedì 9 settembre 2008, 11:30 
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Iscritto il: martedì 17 ottobre 2006, 11:15
Messaggi: 1766
Località: Aielli (Aq)
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Esatto Angelo, non ci sono vetri. Ok anche per le aperture che suggerisci, ottimo sistema per mantenere una certa ventilazione all'interno della casetta. Penso di dotare le finestrelle di chiusure con pannelli di legno, per le giornate di tempo cattivo.
E allora il giorno dell'inaugurazione oltre a Carlo non dimenticherò di citare anche Angelo! :D

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MessaggioInviato: martedì 9 settembre 2008, 12:02 
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Iscritto il: sabato 11 febbraio 2006, 12:43
Messaggi: 16149
Località: Milano
Tipo di Astrofilo: Visualista
Piccola precisazione, le dimensioni e la posizione delle aperture, le ho dimensionate per una casetta di circa 5/6 mq, grossomodo quadrata e disposta con le pareti allineate (entro i 10/15°) ai quattro punti cardinali.

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Il Cielo a domicilio
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Newton: Barile 400/1830 mm; Obice 200/1650 mm; Bidoncino 114/1300 mm solarizzato. •• Rifrattori: Nano apo 80/480 mm; Milo acro 76/1400 mm; 60ino acro 60/700 mm. •• Catadiottrici: C8 xlt. •• Binocoli: Docter Aspectem 40x80 ED, William Optics 22x70 ED, Vixen Ultima 8x56, Nikon Action EX 16x50, Canon 10x30 IS II, Vortex Vanquish 8x26, Ibis Horus 5x25, Pentax Papilio 6,5x21, Orion 2x54.


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MessaggioInviato: martedì 9 settembre 2008, 13:15 
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Iscritto il: giovedì 12 ottobre 2006, 9:32
Messaggi: 4324
Località: Veneto
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Bene bene, fai foto di ogni lavorazione dalla base alla realizzazione finale, alla fine dovresti ottenere una bella cronistoria fotografica.

In ogni caso vedrai che alla fine vedrai che ti verrà in mente che c'era una soluzione migliore che ti avrebbe fatto risparmiare e che sarebbe stata pià semplice .. è sempre così purtroppo.


Ma ritornando a noi hai pensato a qualcosa per motorizzare l'apertura??

Se vuoi ti mando shemi e progetti di interfacce, dai più semplici ai più sofosticati.

Carlo

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Carlo Martinelli - IW3GIK

Osservatorio: StarNavigator Astronomical Observatory (Masi-PD)
Montatura GM2000 QCI 10 Micron Comec Tec.;
Telescopi: Meade LXD55 S/N 1016/254 Schmidt/Newton F4; Takahashi FS102 820/102 F8 612/F6; Takahashi FS60C 355/60/ f5.9 - 264/F4.4; TS 60/228 F3.8; Celestron C11 Carbon 2800/F10 1764/F6.3; OTA MTO 1000/100 F10 SkyQualityMeter: SQM-L / SQM-LE Wheather: AAG-CloudWatcher LaCross WS55 SkyCam: AllSkyCam-MoonGlow Tec. Observatory Automation System :Voyager / Viking


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MessaggioInviato: martedì 9 settembre 2008, 19:43 
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Iscritto il: martedì 17 ottobre 2006, 11:15
Messaggi: 1766
Località: Aielli (Aq)
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Effettivamente Carlo,

ancora non ho costruito l'osservatorio e già mi è balenata per la mente l'idea di motorizzare l'apertura.
Tu cosa proponi?

Paolo

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MessaggioInviato: martedì 9 settembre 2008, 20:33 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 21:12
Messaggi: 4884
Località: Manfredonia
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Voi almeno avete gia un idea!!..

Qui io mi sto rincritinendo nel cercare il migliore prezzo possibile :cry:

Fin ora sono arrivato a 1850 compreso di trasporto.

2.50x2.0 , spessore 2.8mm con una porta e una finestra Impreganto lavorato e tutto.

Ditemi voi!!!..

Insomma per ora la mia ricerca continua, nel prezzo piu' conveniente.

Comunque sono molto fiducioso, sono partito da una Cupola di 4000
ad una casa in legno di 1850...un bel risparmio... :roll: :wink: :wink:

Vediamo un po....voi intanto continuate a darmi spunti per la
coibentazione, e l'apertura...almeno ho tutto cio' che mi serve....
Grazie mille.

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Si riparte!!!!!

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MessaggioInviato: martedì 16 settembre 2008, 12:25 
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Iscritto il: giovedì 12 ottobre 2006, 9:32
Messaggi: 4324
Località: Veneto
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Adesso vi chiedo io un aiuto.

Ho deciso di rifare la motorizzazione di apertura a scorrimento del tetto.

Ho due soluzioni:

1) Motore passo passo da 10 Ampere richiede un modulo possibilmente pwm per pilotarlo con rampe di avvio ed arresto e circuitino di controllo fine corsa o conto passi.

2) Motore da basculanti, avete presente quelle catene che trattengono i contrappesi ??? Avrei bisogno di un asta con due ingranaggi ai lati ed altri due ingranaggi su cui far correre le catene.

Avete idea di dove trovarne a costo irrisorio magari usate o altro materiale per sostituirle ???

Grazie.

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Carlo Martinelli - IW3GIK

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MessaggioInviato: mercoledì 17 settembre 2008, 8:58 
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Iscritto il: martedì 17 ottobre 2006, 11:15
Messaggi: 1766
Località: Aielli (Aq)
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Mmmh Carlo, in questo momento no so che dirti, ma provo a scrivere ad un amico che dovrebbe (almeno credo!) avere a che fare per motivi lavorativi con cose del genere.
Speriamo bene.

Ciao, Paolo

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MessaggioInviato: mercoledì 17 settembre 2008, 9:06 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:55
Messaggi: 10275
Località: Salento
Sulla temperatura dico la mia...
Ho preso da decathlon dei fogli di materiale riflettente (usati per isolare termicamente persone ferite ecc ecc) e ha una resa incredibile. (sembrano i sacchi di Osvald esternamente).

Tenevo la montatura fuori, coperta solo con una plasticaccia spessa e la temperatura era parecchio alta. Dopo aver avvolto tutto con questi fogli, la temperatura e' calata incredibilmente.
(era praticamente a T ambiente)

Secondo me, applicare 2,3 di questi fogli sopra il tetto aiuta moltissimo (e credo anche meglio della vernice riflettente che e' gia' ottima, ma qui credo Angelo ne sappia di piu')

Chiudere poi ogni finestra, in modo che non filtri il sole e' ottima cosa. (lavoro in una mansarda e questo accorgimento mi risparmia la sauna...)

Ciao


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MessaggioInviato: mercoledì 17 settembre 2008, 11:13 
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Iscritto il: sabato 11 febbraio 2006, 12:43
Messaggi: 16149
Località: Milano
Tipo di Astrofilo: Visualista
Sull'efficenza di questi fogli non si discute, però sono delicati per un uso "fisso" all'esterno (intemperie ecc.).
Una soluzione per fare la copertura della "casetta", potrebbe consistere in:
1) lastra (o lastre, se di dimensioni piu piccole, da unire con silicone bianco per esterni) di plexiglass di 2/3 mm di spessore, del tipo per esterni (è piu "gommoso" di quello normale e a differenza di questo non si sbriciola alla prima grandine) ha un nome preciso, che però non ricordo;
2) fogli riflettenti di superfice congrua, da posizionare sul plexiglass;
3) "onduline" in numero sufficente (ci sono di tutte le misure e "spessori", dofrebbero bastarne due, una per falda), prendete le piu economiche e "scrause", tanto servono solo come base rigida per appoggirci il plexiglass con i fogli riflettenti.
Costruire un "wafer" con nell'ordine plexiglass, fogli riflettenti ed onduline, NON usare colle, chiodi et simila, collegare il tutto, bloccandolo sui bordi con clamp a pressione (reperibili nei dettaglianti di materiale edile e/o brico forniti, un tanto al kg).
Posizionare l'accrocchio sul tetto esistente e collegarlo (come vi pare, tanto forate o comunque intaccate solo l'onduline) in maniera salda, sul colmo del tetto, dove le due lastre dell'accrocchio dovrebbero toccarsi (il piu precisamente possibile) si procede con una bella passata di silicone bianco.
Può essere un'idea per risparmiare sulla vernice riflettente (costosa); clamp, onduline e fogli riflettenti, costano una cavolata, occhio solo al plexiglass, normalmente non costa molto (il basso spessore), ma occhio a quelli che vi vogliono rifilare tecnopolimeri ultrasofisticati di cui non vi fareste nulla.

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MessaggioInviato: giovedì 18 settembre 2008, 9:30 
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Iscritto il: sabato 25 marzo 2006, 10:43
Messaggi: 59
Località: Roccavione (CN)
Vedendo che è un tema spesso dibattuto ma su cui si fa molta confusione, vorrei provare a fare un po' di chiarezza sulle problematiche termine relative agli osservatori emerse in questa discussione “dall'alto della mia esperienza” 8) di progettista di edifici a basso consumo energetico (dove le problematiche fondamentali sono proprio quelle termiche relative al “guscio” della costruzione. Ovviamente si tratta del mio punto di vista e non dovete assolutamente prenderlo come una “cattedrata” :) , e solo un tentativo di dare un contributo costruttivo alla discussione. Sarò il più sintetico e il meno tecnico possibile, anche se la materia è complessa e quindi non posso fare un discorso sensato in 2 righe.
L'involucro edilizio, sia esso di un edificio residenziale, è un sistema complesso in costante rapporto con l'ambiente. La differenza principale fra una costruzione residenziale e un osservatorio è che all'interno della prima si deve cercare di avere una temperatura il più possibile costante e quindi non influenzata dalle variazioni esterne, nel secondo la temperatura esterna deve poter seguire in maniera più fedele possibile le variazioni della temperatura esterna. Inoltre, l'osservatorio ha esigenze particolari: in un'abitazione avere la temperatura delle pareti a 22 di notte mentre la temperatura esterna è un vantaggio, mentre in un osservatorio ammazza il seeing locale (meglio andare in mezzo a un prato).
Le caratteristiche termiche di un involucro edilizio che sono importanti da considerare nella progettazione di un osservatorio sono 3 (le principali): capacità di assorbire radiazione termica, potere isolante e inerzia termica.
La capacità di assorbire radiazione termica è di semplice comprensione: una pietra nera al sole si scalda raccogliendo quasi il 100% della radiazione, uno specchio con potere riflettente del 100% non assorbe radiazione. Ovviamente, l'involucro del nostro osservatorio deve tendere il più possibile al comportamento dello specchio. Dovrà quindi essere il più possibile riflettente sia nelle pareti esposte al sole, sia (a rigore) verso il terreno: in una notte invernale a -10° di temperatura dell'aria il terreno può cedere calore all'osservatorio. Se volessimo proprio esagerare dovrebbe essere riflettente anche all'interno perché il calore rilasciato dal corpo dell'osservatore potrebbe variare la temperatura delle pareti. Ovviamente quest'ultima è una considerazione puramente teorica e di utilità pratica pressoché nulla (solo per completezza).
Il potere isolante è invece la resistenza che un elemento oppone al passaggio del calore ed è funzione dello spessore dell'elemento e della sua trasmissività: a parità di spessore un muro di cemento lascia passare più calore di una parete in legno che ne lascia passare di più di una di lana di vetro, oppure, una parete di 10 cm di lana di vetro lascia passare il doppio del calore nell'unità di tempo di una parete di 20 cm di lana di vetro. Quindi, l'involucro di un osservatorio dovrebbe essere il meno possibile isolante per favorire il passaggio del calore e quindi il sincronismo fra temperatura esterna e interna. Va sottolineato che anche realizzassimo un un osservatorio tutto con pareti di 30 cm di isolante, aggiungendo un buco alla base e uno in alto si avrebbe complessivamente un potere isolante dell'involucro praticamente nullo in quanto la “trasmittanza termica infinita” dei buchi compenserebbe tutto il restante poter isolante dell'involucro.
Veniamo all'inerzia termica: è la capacità di assorbire calore e dipende da massa e capacità termica specifica: una parete di cemento armato può immagazzinare una gran quantità di calore, mentre una di polistirene (se pur molto più isolante) ne immagazzina pochissimo. L'involucro di un osservatorio deve avere la minore inerzia termica possibile in quanto se le pareti assorbono calore di giorno, di notte lo rilasciano con 2 effetti negativi: aumenta lo squilibrio fra temperatura interna ed esterna dell'osservatorio e si creano pessime condizioni di seeing locale.
Problemi nella reallizzazione di tutto ciò:
1)pareti con superfici riflettenti sono orrende e paesaggisticamente non accettabili IMHO (se stessimo parlando di un osservatorio professionale lo posso capire, ma che io costruisca un osservatorio che è ”un pugno un occhio” perché mi piace guardare le stelle (=sono astrofilo) mi sembra assurdo: per osservare le bellezze dell'universo realizzo un orrore sulla terrà...)
2)pareti non isolanti sono la cosa più semplice che si sia da realizzare
3)pareti a bassa inerzia termica presentano le sopra indicate criticità relative alla sicurezza contro malintenzionati.
Com'è fatto l'osservatorio ideale secondo me?
Uno strato esterno ventilato (ossia separato dagli strati interni da un'intercapedine d'aria collegate all'esterno dello spessore di circa 5 cm) in materiale isolante e il più possibile riflettente compatibilmente con le esigenze paesaggistiche. Una struttura interna portante a bassa inerzia termica. Il tutto con aperture che consentano una costante ventilazione.
Per ora mi fermo qua sperando di aver fatto cosa gradita. Questa più o meno è la teoria, prossimamente se è di interesse potremmo andare avanti con “la pratica”.
Buon osservatorio a tutti!


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