Nel post su NGC 7048, Gianni Benintende scriveva:
Gianni Benintende ha scritto:
Ras, è quello che capita anche a me: le riprese fatte durante la messa a fuoco, tipicamente poco meno di un secondo, forniscono un valore di lettura dell'fwhm non molto dissimile da quello che ottengo sulle riprese da 10 minuti, o più.
Tuttavia ritengo che sia, almeno nel mio caso, un fattore poco incoraggiante. Infatti nelle riprese brevi dovrebbe rilevarsi un valore di fwhm tipicamente più basso. Altrimenti potrebbe significare che la messa a fuoco non è ottimale o che la collimazione è da migliorare.
In ultima analisi si potrebbe pensare ad un seeing in alta frequenza che disturba in egual misura sia le immagini a lunga posa, sia quelle brevi. Ma ci credo poco.
La verifica ideale sarebbe la misurazione in contemporanea con altri strumenti di analoghe caratteristiche, nello stesso luogo.
Cari saluti,
Gianni
Credo sarebbe interessante vedere una prova del genere, seppure nei limiti dettati dall'uso di due sistemi indipendenti.
In linea di massima, collocando gli strumenti relativamente vicini, senza disturbi ambientali specifici per l'uno o per l'altro, è lecito supporre che il seeing "esterno" sia lo stesso, perciò io proverei.
Quanto alla misura istantanea del seeing, non credo sia bene assumere poche misure secche come rappresentative della notte. Anche località assai blasonate mostrano variazioni molto ampie nel giro di qualche ora. Personalmente, ancor prima di invocare complicati modelli, credo che qualche valutazione la si possa fare già ad occhio. Mentre ero a La Silla, una postazione leggendaria quanto a seeing, ho visto quest'ultimo conoscere escursioni sensibli, anche di un fattore 3 tra minimo e massimo, talvolta con variazioni significative di qualche decimo su tempi scala di vari minuti.
Personalmente, trovo utile valutare il seeing su integrazioni più lunghe di qualche secondo, al fine di campionare meglio il comportamento temporale di questo cruciale parametro.
Cieli sereni,
Gianluca