Una ripresa recentissima dell'osservatorio spaziale nei raggi X Chandra ha rivelato la reale struttura dei getti di M87, la nota galassia attiva situata nell'ammasso della Vergine.
Come si nota dall'immagine la struttura dei getti è costituita da
filamenti intrecciati di plasma (Correnti di Birkeland).
Come sappiamo dalla fisica del plasma, correnti multiple si attirano l'un l'altra quando sono lontane, ma si respingno quando sono vicine, dando luogo a coppie di filamenti che si muovono a spirale intorno al loro asse comune. Questo processo si può riprodurre in coppie di coppie di "cavi" e così via. I cavi sono trasportatori molto efficienti di energia elettrica su lunghe distanze. Per esempio, il lungo filamento visibile in basso a destra nell'immagine è lungo 100.000 anni luce.
Forti campi elettrici in una simile scala galattica, accelerano il trasporto di carica a velocità prossime a quella della luce. Il campo magnetico della galassia causa poi l'emissione di radiazione di sincrotrone in uno spettro che va dalle radiofrequenze fino ai raggi X. Con strumenti moderni come radiotelescopi e telescopi nei raggi X, possiamo ora vedere che le galassie sono oggetti ben più vasti e più attivi di quanto mai immaginato prima dalle sole immagini nel visibile, quando tutto ciò che si poteva osservare erano solo delle piccole macchie di luce sfocata appena percettibili alla nostra vista.
Poichè i circuiti elettrici che alimentano le galassie sono piuttosto caotici, essi possono produrre "macchie calde", nodi e varie instabilità. Bolle e "gocce" di luminosità crescente lungo i getti sembrano non stiano muovendosi, nonostante l'alta velocità delle cariche trasportate.
Infine vorrei far notare l'omologia tra l'immagine dei getti di M87 e una semplice scarica di plasma artificiale, detta palla di plasma o lampada al plasma.
Ancora interessante infine, è notare nell'ultima immagine l'analogia tra i getti di M87 ed un frattale.
Allora perchè ricorrere, come riportato nel link di Chandra, ad astruse spiegazioni ad hoc legate alla presunta presenza di buchi neri nel nucleo di galassie attive come M87, quando abbiamo a disposizione strumenti e teorie sperimentate e sperimentabili in grado di spiegarci i fenomeni osservati in maniera più semplice, naturale ed
attinente alle osservazioni?
Non stiamo parlando di alternative impossibili o ancora peggio tutte da definire, ma di una branca della fisica che rappresenta non solo il futuro nell'astrofisica e nella cosmologia, ma già attualmente una solida disciplina fisica in grado di interpretare sperimentalmente i fenomeni cosmici che osserviamo in maniera sempre più dettagliata.
http://chandra.harvard.edu/photo/2008/m87/
