Violando senza ritegno la netiquette, aggiungo in coda al 3D alcune considerazioni emerse in seguito a discussioni via MP e riflessioni personali (naturalmente non richieste

).
Purtroppo l'avvicinamento all'astronomia è spesso dominato dal fremito di voler fare tutto e vedere tutto; tale atteggiamento porta a spese non indifferenti e spesso e volentieri sbagliate che hanno come conseguenza un continuo stato di insoddisfazione per la propria strumentazione e per gli scarsi risultati ottenuti.
A tale proposito vorrei sottolineare alcuni punti fondamentali.
1. Visuale e non
La classica idea del telescopio è quella di un tubo con una lente davanti che sta su un "cavalletto" e viene chiamato cannocchiale.

Dopo breve tempo gli acquirenti del primo
cannocchiale scoprono a loro spese che ci sono molte altre sfaccettature.
Partiamo quindi da ciò che si vuole osservare; come si può leggere nel forum ci sono grandi fazioni con differenti obiettivi osservativi.
Chi ama l'osservazione visuale del profondo cielo sceglie un dobson avendo un grande diametro a discapito di una completa assenza di sistemi di puntamento, sistemi di ripresa e via di seguito.
Gli amanti del dettaglio si rivolgono verso rifrattori apocromatici o maksutov-cassengrain: hanno un dettaglio eccellente ma rapporti focali molto spinti che limitano le osservazioni a soggetti molto luminosi.
Chi preferisce il profondo cielo, ma vuole anche fare delle riprese dello stesso si orienta verso netwon o schimdt-cassegrain.
2. La montatura
Tenendo presente che i dobsonianisti sono una categoria a parte, ciò che accomuna maggiormente le altre due categorie è la montatura. Sebbene in ambito planetario sia possibile effettuare delle riprese (magari tramite webcam o reflex-digitale) anche con buone montature altazimutali, magari motorizzate (vedi vari Nextar o LX200), coloro che decidono di predisporre la propria strumentazione per un eventuale ripresa, sia essa fotografica o chimica o digitale, devono mettere in cantiere una quantità di pesi difficile da immaginare, almeno agli inizi.
Per questo motivo, il pensiero "poi magari faccio riprese" non deve assolutamente essere preso con leggerezza, poiché una iniziale scelta errata può portare ad una quantità di successive spese di gran lunga superiore ad un corretto inizio, come sempre: chi ben comincia è a metà dell'opera.
3. La ripresa
Sebbene i costi per un'attrezzatura di ripresa siano ormai scesi a livelli più che accettabili (rispetto a qualche anno fa), è indubbio che la ripresa fotografica necessità di una precisione meccanica superiore rispetto alla semplice osservazione visuale e le tolleranze si riducono in maniera esponenziale quando si tratta di ripresa digitale. Per questo motivo nel caso si decida di intraprendere questa difficile strada vanno messi in cantiere oltre ai comuni fattori di valutazione anche tutta una serie di vincoli:
1. portata della montatura superiore al carico applicato per ridurre vibrazioni e comportamenti anomali
2. precisione nell'inseguimento adatta al sistema di ripresa
3. elettronica di precisione per correggere gli errori meccanici durante la ripresa
4. spazio e portabilità dell'intero sistema (che tra treppiede, montatura, tubo di ripresa, tubo o sistema analogo di guida, vari PC e computer, alimentazioni, ecc si avvicina volentieri ai 100KG).
5. Fare tutto bene costa
Non c'è nulla da fare, per fare tutto e per farlo anche bene si devono spendere un sacco di soldi, oppure avere le conoscenze costruttive (meccaniche, ottiche, elettroniche e matematiche) per farsi tutto da sé. Però quando si inizia in genere ci si affida a ciò che il mercato propone, quindi la prima qualità che bisogna avere è la pazienza e la seconda la furbizia

. Scegliere bene il primo acquisto magari prorogando i naturali upgrade in un futuro più o meno prossimo da soddisfazioni e si rivela un vero investimeno.
E dopo la fuffa, ecco come risponderei alle necessità di
himede:
1. Considerando il budget, mi orienterei verso una HEQ-5 con motorizzazione classica. E' scomoda per i puntamenti, per la mancanza di moti micrometrici manuali, ma aiuta ad imparare il cielo. Avendo un po' di fortuna si può trovare un usato con motorizzazione SynTrek, che quindi implica moti rapidi ma pur sempre comandati dall'uomo. Diciamo intorno ai 450€ con motizzazione max 32x, facciamo 550€ per quella con SynTrek.
2. Con quello che avanza prenderei un tubaccio da battaglia, preferibilmente un rifrattore 80/900 o meglio ancora un 102/910. Come primo acquisto mi permette con poco più di 100€ di avere un telescopio che mi permette di vedere quasi tutti gli oggetti di messier (110) e i principali pianeti (venere, marte, giove, saturno), la luna (naturalmente), e, con 24€ di spesa aggiuntiva per l'astrosolar, il sole.
La cosa più bella di un tubo del genere è che dopo una bella gavetta, magari anche con oculari Plossl da battaglia, il tubo rimane e diventa un'ottima guida per le riprese fotografiche.
3. Il passi successivi dipendono completamente dall'evoluzione dell'osservatore:
- aggiunta di un puntamento attivo
- cambio tubo
- camera CCD o reflex
- ecc ecc
in pratica, il classico iter.
Nelle mie considerazioni ho brutalmente escluso le montature a forcella e vorrei giustificarmi per ciò: chi conosco che ha acquistato un telescopio a forcella l'ha fatto per avere uno strumento relativamente compatto e più facilmente trasportabile. Chi di questi miei conoscenti si è poi dedicato alle riprese l'ha fatto con enorme sforzo dovuto alla difficoltà di bilanciamento e nella guida. Guardando i vari osservatori esperti di mia conoscenza ho notato l'adozione per tutti di montature equatoriali sovradimensionate e anche da questi spunti ho preso le idee per questo post.
Spero che altre persone possano dire la loro in merito, aggiungendo ma anche confutando le mie affermazioni.
Simone