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Autore Messaggio
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MessaggioInviato: giovedì 21 agosto 2008, 17:35 
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Iscritto il: giovedì 9 febbraio 2006, 23:39
Messaggi: 1070
Località: Roma
Ragazzi, a questo punto, e dopo essermi letto tutti messaggi, devo dare ragione a Zucco. A parte l'inizio in cui ha sostenuto una cosa sbagliata, cioè che erano meglio le molte pose cortissime, cosa di cui si è reso conto subito, poi si è semplicemente chiesto altre cose, e cioè se questa posa "lunga" potesse essere indefinitamente lunga, visto che rumore e segnale andavano di pari passo nella singola ripresa, o se c'era un limite. Allora, senza andare nella matematica, che per altro spiega il mondo più della spannometria, possiamo riassumere cosi. La singola posa deve essere abbastanza lunga da essere dominata dal rumore del cielo e non da quello di lettura, altrimenti il fatto di avere più rumori di lettura, uno per ogni posa sommata, è solo uno svantaggio. E' vero che anche questo rumore si media nella somma, ma se è minimo, come in una singola posa, è meglio. Poi, determinato il minimo tempo, quanto può essere lunga questa posa? A occhio si direbbe quanto si vuole a meno della saturazione, quando le luci più di così non possono essere conteggiate mente il fondo sì. In questo caso si andrebbe solo a diminuire il rapposto S/N. Questo limite di saturazione dipenderà da mille motivi, luminosità del cielo, apertura relativa dell'ottica, sensibilità del CCD ecc. Però c'è da chiedersi anche che senso abbia fare una posa di un'ora piuttosto che 3 da 20 minuti, quando qualsiasi fattore meccanico o altro può vanificarla, mentre si possono buttare via solo 20 minuti invece di tutto. Quindi, la procedura corretta e seguita da tutti gli astrofotografi seri, per quello che ne so io, è determinare il minimo tempo per cui una esposizione è dominata dal rumore del fondo cielo, adattarla, se necessario, dopo verifiche pratiche all'oggetto da fotografare, ed utilizzarla per fare il più alto numero di pose possibile. Avevo anche indicato il link di un semplice calcolatore in rete
http://starizona.com/acb/ccd/calc_ideal.aspx
tanto per dire che non ci stiamo inventando niente, che è già tutto studiato e spiegato da decenni, da quando i CCD sono usati in astronomia. Se gli osservatori professionali hanno dei calcolatori di esposizione molto sofisticati non è per complicarsi la vita. Potrebbero fare "il più che posso" e via, ma non è così. E un motivo ci sarà pure.
Ciao

Massimo


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MessaggioInviato: giovedì 21 agosto 2008, 18:20 
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Iscritto il: lunedì 1 maggio 2006, 16:52
Messaggi: 5512
Località: Savona
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Che è quello che tutti e dico tutti sostengono dall'inizio!
ora o si è in grado di fare una teoria seria e approfondita....
ciò cghe ha detto zucco sul rumore è SBAGLIATO in quanto porta a conclusioni che non trovano riscontro con la realtà!
I calcoli proposti da mascosta55 sono fatti da persone che hanno lavorato mesi per quel progetto e hanno un sacco di esperienza sui ccd, nonchè conoscenze tecniche approfondite!!!!

_________________
Davide Ghiso
Meade Schmidt-Newton 6" (763mm F/5) - William Optics Zenithstar 66 ED - Eq6 skyscan Barlow 2x e 4x apo coma - Oculari meade superploss 26mm
Kellner 20 e 4 mm Ploss 10mm - Hiperion 8mm - Atik 383l+ monocromatic
filtri baader 36mm R,G,B,L,H-alpha - magzero mz_5 bn
Gruppo Astrofili Volontari Ingauni Albenga SV

Davide Ghiso
ma chi sarà mai questo Dario Fo!?


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MessaggioInviato: giovedì 21 agosto 2008, 18:36 
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Iscritto il: lunedì 13 febbraio 2006, 18:13
Messaggi: 617
Tipo di Astrofilo: Fotografo
mascosta55 ha scritto:
... Però c'è da chiedersi anche che senso abbia fare una posa di un'ora piuttosto che 3 da 20 minuti, quando qualsiasi fattore meccanico o altro può vanificarla, mentre si possono buttare via solo 20 minuti invece di tutto...


beh, discutere se esporre 1 ora di fila o 3x20 minuti ben venga, e su quello che dici sono d'accordissimo; ma ragionare se è meglio esporre 1x10 minuti o 10x1 minuto è ben diverso, e più che di "metodo" puzza di "scorciatoia" :wink:

Eros.


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MessaggioInviato: giovedì 21 agosto 2008, 18:46 
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Iscritto il: giovedì 9 febbraio 2006, 23:39
Messaggi: 1070
Località: Roma
Per capire l'effetto della variazione del rapporto segnale rumore a parità di esposizione totale ma variando la combinazione tra tempo della singola esposizione e numero di queste, allego la seguente tabella
http://forum.astrofili.org/userpix/160_Tab_exp_1.jpg
tratta da
http://www.hiddenloft.com/notes/SubExposures.pdf
in cui si vede come, prendendo come riferimento un tempo totale fisso di 50 minuti suddivisi in 5 x 10 min., si vede come accorciando le pose ma aumentandone il numero il rapporto S/N peggiora velocemente mentre aumentando la lunghezza delle pose e diminuendone il numero, il S/N sale ma in maniera più lenta. Una singola esposizione da 50 minuti ha in effetti un S/N migliore del 3.9% (non molto, comunque) rispetto a 5 pose da 10 minuti, ma la possibilità che sia affetta da qualche problema è molto alta. Anche perché pixel caldi, raggi cosmici ed altri artefatti sono facilmente eliminabili nella somma di più esposizioni e molto meno in una singola. Questo dà anche un po' ragione a quelli che contrastavano la tesi di Zucco, ma solo in teoria. Cioè, è vero che poche pose lunghe hanno un leggerissimo vantaggio rispetto a un maggior numero ma più brevi, ma hanno meno possibilità di essere buone. E' invece da scartare l'ipotesi di eseguire pose brevissime perché, per il discorso del rumore di lettura, il S/N cala molto rapidamente.

Ciao

Massimo


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MessaggioInviato: giovedì 21 agosto 2008, 18:47 
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Iscritto il: lunedì 1 maggio 2006, 16:52
Messaggi: 5512
Località: Savona
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Il che ci porta a chiederci perchè esiste questo massimo di esposizione oltre al quale non è più conveniente andare.....

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Davide Ghiso
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