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MessaggioInviato: giovedì 5 giugno 2008, 20:13 
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Iscritto il: domenica 26 febbraio 2006, 11:04
Messaggi: 10072
Località: Caserta (N:41° E:14°)
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Aggiungo a quanto già detto da Ivaldo che non è il caso di allungare un thread
andando OT con le questioni "termiche".

Chi è interessato apra un altro thread e qui si continua in topic.

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MessaggioInviato: giovedì 5 giugno 2008, 20:30 
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MessaggioInviato: giovedì 5 giugno 2008, 21:47 
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Iscritto il: domenica 26 febbraio 2006, 11:04
Messaggi: 10072
Località: Caserta (N:41° E:14°)
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Mauro sono stato fin troppo chiaro:
La questione termica non ha nulla e dico e confermo e sigillo nulla a che vedere
con il titolo del topic.
E non entro nel merito. Mi attengo alla moderazione del thread.

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MessaggioInviato: giovedì 5 giugno 2008, 22:39 
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Iscritto il: sabato 14 luglio 2007, 18:14
Messaggi: 161
Località: Caltanissetta
Tipo di Astrofilo: Visualista
mauro_dalio ha scritto:
Penso ti sarà capitato qualche volta di osservare un pianeta, per esempio Marte e poco prima del fuoco vederlo diviso in tante copie leggermente spostate le une rispetto alle altre. Ogni copia è prodotta da uno di questi strumenti elementari di 80 mm (con la risoluzione di un 80) e le copie non si fondono in una immagine perfetta.


Come non quotarti... questo fenomeno l'ho notato anche con i miei due rifrattori. Dopo circa 15 minuti tutto tornava alla normalità.
Grazie per l'intervento che spiega il fenomeno anche dal punto di vista teorico.

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MessaggioInviato: giovedì 5 giugno 2008, 22:53 
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MessaggioInviato: venerdì 6 giugno 2008, 7:52 
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Iscritto il: lunedì 4 settembre 2006, 13:29
Messaggi: 5486
Località: Mugello
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Mi sembra che qualcuno, pur di tirare l'acqua al suo mulino, si faccia un baffo degli avvertimenti dei moderatori.... che sia una piuma di calore? :lol: :lol: :lol:

Un riflettore diaframmato per escludere l'ostruzione non ha le stesse prestazioni di un rifrattore apocromatico di apertura pari al diaframma, questo secondo la mia esperienza di osservatore visuale, condivisa con altri osservatori (quindi non solo mia esclusiva) e secondo quanto ho letto sia in rete che sui libri riguardo questo specifico tema.

Cerco di riassumere alcuni punti importanti:

Un riflettore non ostruito ha delle prestazioni migliori di uno ostruito poichè l'ostruzione concentra la luce nel primo anello di diffrazione intorno alla macchia nera dovuta all'ombra del secondario, questo peggiora il contrasto o comunque la qualità dell'immagine.

Gli strumenti non ostruiti quindi , nell'osservazione planetaria, sono preferibili a quelli ostruiti.

Tra gli strumenti non ostruiti gli strumenti a tubo chiuso (dall' ottica) presentano meno problemi di turbolenza dell'aria tra la superificie ottica e il fuoco, in questo tratto ogni distorsione dovuta all'aria ha un effetto amplificato dal fatto che il fascio di luce è più "concentrato" (stà infatti convergendo verso il fuoco).

Negli schemi a rifrazione il fascio ottico percorre questo strato d'aria così delicato ai fini della qualità dell'immagine, una sola volta, dalla lente al fuoco, mentre nei rilfettori, specificatamente si parlava di newton, il fascio ottico attraversa due volte questa aria (dal diaframma all primario e dal primario al secondario) più un'altro tratto piegato a 90° (dal secondario al fuocheggiatore) , questo percorso doppio avviene in un tubo che presenta anche i maggiori problemi di stabilità dell'aria all'interno di esso.

Nei rifrattori l'elemento ottico è praticamente esterno al tubo e presenta uno spessore minore rispetto alla porzione di specchio del newton diaframmato che oltre ad essere bello spesso è anche interno, la velocità di acclimatamento e di adeguamento alle eventuali variazioni di temperatura durante la serata osservativa sono facilmente intubili da chiunque.

Poi ci sarebbero altre parole da spendere sulla maggiore perdita di luce che comportano due riflessioni rispetto alla rifrazione, alla maggiore efficienza nel far passare la luce con minori perdite delle lenti con vetri ED e con moderni trattamenti antiriflesso rispetto ai coating degli specchie alla loro maggiore degradabilità nel tempo, insomma nel mondo reale le variabili sono molte di più che nel mondo delle astrazioni teoriche, ma di parole al vento fin qui ne abbiam gettate anche troppe quindi metto un punto.


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MessaggioInviato: venerdì 6 giugno 2008, 8:40 
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Iscritto il: venerdì 23 giugno 2006, 13:32
Messaggi: 4798
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Tipo di Astrofilo: Visualista
Vicchio ha scritto:
Un riflettore diaframmato per escludere l'ostruzione non ha le stesse prestazioni di un rifrattore apocromatico di apertura pari al diaframma


Si, penso che hai ragione e allora concordo che non ha senso di diaframmare un Newton più piccolo di 40cm. Pensavo solamente che uno specchio non-ostruito di 15-20cm potrebbe essere un concorrente serio per un tele APO. Anche se generalmente preferisco l'immagine non-diaframmata.


Vicchio ha scritto:
Tra gli strumenti non ostruiti gli strumenti a tubo chiuso (dall' ottica) presentano meno problemi di turbolenza dell'aria tra la superificie ottica e il fuoco, in questo tratto ogni distorsione dovuta all'aria ha un effetto amplificato dal fatto che il fascio di luce è più "concentrato" (stà infatti convergendo verso il fuoco).

Negli schemi a rifrazione il fascio ottico percorre questo strato d'aria così delicato ai fini della qualità dell'immagine, una sola volta, dalla lente al fuoco, mentre nei rilfettori, specificatamente si parlava di newton, il fascio ottico attraversa due volte questa aria (dal diaframma all primario e dal primario al secondario) più un'altro tratto piegato a 90° (dal secondario al fuocheggiatore) , questo percorso doppio avviene in un tubo che presenta anche i maggiori problemi di stabilità dell'aria all'interno di esso.


Boh... ne possiamo discutere perchè lo fai sembrare que quasi solamente l'aria nel tubo determina la qualità dell'immagine, quando il nostro avversario più grande si trova a un altitudine di 10km. Invece sono d'accordo che l'acclimatazione di una specchio è molto importante e deve essere fatto in un modo molto preciso. Da l'altra parte, il flusso d'aria in un tubo Newton è molto controllabile e.g. con ventole e possiamo eliminare tutte le turbolenze, quando questo è impossibile per un tubo rifra.

Ciao!

Peter

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18" f/5 Arie Otte binodobson
2 x 36mm Siebert Observatory, 2 x 22mm Nagler t4, 2x 12mm Nagler t4,
2 x 9,9mm Siebert Starsplitter, 2 x 8mm Delos, 2 x 4,5mm Delos
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Facciamola finita con le luci stradali: https://www.youtube.com/watch?v=l_5ycdkhH8o


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MessaggioInviato: venerdì 6 giugno 2008, 9:57 
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Iscritto il: lunedì 4 settembre 2006, 13:29
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Certamente Peter sono d'accordo con te che il peggior nemico è la turbolenza atmosferica, ma era per ricordare l'importanza di certri fattori basilari spesso dimenticati, non per niente gli SC vengono costruiti con il tubo chiuso; non voglio certo affermare che la qualità dell'immagine sia determinata solo dall'aria nel tubo, ma non è un fattore trascurabile nè secondario, anzi tutt'altro, non dimentichiamolo ;-)

I grandi diametri hanno la versatilità che gli deriva dalla possibilità di essere usati sia a tutta apertura che ad apertura ridotta e quindi di potersi adattare alle necessità della serate e dell'osservatore, però tra ventole, ingombri, acclimatamento delle ottiche, flussi d'aria tra le superfici, collimazione, ricerca di luoghi e serate con poca turbolenza, tempi di attesa che lo specchio si raffreddi etc. non sono nè pratici nè competitivi con i moderni rifrattori Apo o ED ( o anche acro abbastanza corretti) per le osservazioni planetarie, e inoltre nell'ambito di diametri fino a 100 - 120mm anche la differenza di prezzo spesso è equivalente, il che spiega anche il perchè siano ancora commercializzati e il mercato non li abbia "estinti" :idea:

ps. hai visto le foto che ti ho mandato via mail?


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MessaggioInviato: venerdì 6 giugno 2008, 11:35 
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Caro Vicchio,

Secondo me, gli SCT sono solamente fatto con tubo chiuso perchè un tubo aperto sarebbe impossibile a causa della luce ambiente che può disturbare il secondario (come la "gabbia" sul mio Dob) e anche senza dubbio per proteggere le ottiche. Penso che è anche più facile da fare e non ci sono problemi di comodità come con un Dobson 12" o più largo. Però, penso che se un SCT avrebbe la stessa possibilità d'acclimatazione e controllo del flusso d'aria come un Newton, i suoi prestazioni sarebbero già molto megli.

Per il resto, concordo 100% che sarebbe un pò stupido di trascinare un Dob enorme al tuo posto buio per finalmente osservare in un modo che potevo fare così bene con un "piccolo" 10cm APO. :lol:

Ciao!

Peter

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MessaggioInviato: venerdì 6 giugno 2008, 16:14 
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Ultima modifica di mauro_dalio il venerdì 6 giugno 2008, 20:28, modificato 5 volte in totale.

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