mauro_dalio ha scritto:
a) verifica la tua ottica b) forse non hai ancora imparato a gestire gli aspetti termici c) (la terza) osservi da una postazione inadatta, per esempio città, balcioni o cose del genere dove la scala di Fried è 40 mm e il diametro che da la massima risoluzione è di 100-1500 mm e in questo caso, davvero, 400 sono troppi. Ma di nuovo il problema non è il telescopio di 400 mm, il problema è la postazione.
Ho provato diversi strumenti sull'Amiata, rifrattori e riflettori di tutti i tipi. In quella situazione gli strumenti erano perfettamente acclimatati, se avevano difetti escludo che ne avessero per categoria. Per la cronaca, ho osservato quasi sempre nei dobson perché garantivano una luminosità indescrivibile sugli oggetti deboli. Rifrattori ne ho provati di varie taglie e su vari tipi di oggetti.
Questa esperienza mi ha convinto che lo schema ottico fa la differenza e che il dettaglio e la raccolta di luce non sono l'unico parametro di definizione di un telescopio. Oltretutto questo mi spiega perché c'è qualcuno che possiede dobson e rifrattori (e non solo per la trasportabilità) per l'evidente (ripeto, almeno per quanto mi riguarda) differente approccio dei due tipi di ottica.
Cita:
Nonostante gli fosse stato spiegato che il problema era che non si poteva osservare attraverso la finestra lui comunque riteneva che non funzionasse comunque bene.
Io non parlo dei miei strumenti se non dell'80ino perché solo con quest'ultimo ho potuto osservarci
bene sotto un cielo buio. Ho avuto questa possibilità anche con il Konus 150, ma non mi pronuncio su questo perchè avevo un piccolo problema di assialità del fuocheggiatore che comprometterebbe il giudizio. Il contesto di un telescopio è importante, per questo non valuto gli strumenti da curve tirate su al calcolatore ma dalle prove sul campo.
Cita:
PPS leggi attentamente questo articolo prima di dire che il problema è il diametro o lo schema ottico
Se tu mi conoscessi sapresti che quando vedo un Dobson sotto un cielo buio mi viene la tremarella e inizio a sognare galassie come un bambino, tanto è vero che la prima sera al raduno ho lasciato stare il mio e mi sono buttato in un Ariete da 35cm. Questo però non mi confonde tanto da non vedere una differenza tra le immagini di due strumenti diversi. L'ho notata e ne sono talmente convinto che purtroppo un grafico non mi fa cambiare idea. Alla prossima prova sul campo sotto un cielo davvero buio, cercherò di autoconvincermi che lo schema ottico è come la montatura di un paio d'occhiali: inessenziale, ma fa figo. Finora mi è parso
fortemente di no
Vale75 ha scritto:
Scusa la schiettezza , ma nn tutti hanno i soldi come te per comprarsi un apo da 20cm+ montatura.
E allora il compromesso dobson e' la migliore soluzione per avere risoluzione, e tonalita' di colore nel planetario e luminosita' nel deep.
Vale, se leggi con attenzione tutti i post, guarda che è stato Paolo ad asserire che uno specchio grosso sul deep è imbattibile ed io ho risposto in coro. Qui si parla di hi-res. A quanto pare anche tu dai ragione a me, che il dobson è un favoloso compromesso per chi non può permettersi un apo da 20cm o quanti sono. Ed io sono d'accordo con te, in una serata osservativa mi porto solo il Dobson e ci faccio deep e planetario e faccio ambedue BENE. E chi sta meglio di me? Se non ho soldi e non voglio rompermi la schiena con una G11, chi me lo fa fare? Un apo magari è meglio, ma quello che vedo mi piace, chi è più felice di me?
Mauro invece asserisce, sintetizzando, che un'ottica riflettente è identica ad una rifrangente, che l'ostruzione crea problemi solo per i dettagli a bassa frequenza spaziale ma va meglio per i dettagli fini, il tutto a parità di area utile (area rifrattore=area riflettore-ostruzione). La cosa è ben diversa e, vista la differenza di prezzo a parità di diametro, comprenderai che questa cosa mi perplime
