13-05-08, due ore osservative tra le più belle in assoluto.
Giornata orrenda, rientro dal lavoro alle 20,30 dopo tredici ore nel traffico, perché sulla Milano Venezia si asfalta nelle ore di massima punta, quando migliaia di persone vanno e vengono dal lavoro, così si formano 15 chilometri di coda costanti e si paralizza la città, dato che la gente esasperata esce dall’autostrada per cercare improbabili vie di fuga che ovviamente non esistono…ma questa è un’altra storia. Così esco dalla macchina con il sedere ammaccato e la schiena che cigola. Vedo che la luna è li, già bella limpida e luminosissima, il vento che fino a poche ore prima soffiava si è calmato. Il destino della serata è inevitabilmente scritto. Lo SC tra la treccina di mozzarella e gli zucchini saltati con le cipolle, se ne deve stare fuori a rinfrescarsi. Monto, bolla, bilancio, widescan 30, moon…è fastidiosa da quanto abbaglia e l’occhio ci mette un po’ ad abituarsi. Occupa quasi tutti gli 84° con le sue robine belle apposto. Che succede? Forse qualcuno ha risucchiato tutta l’atmosfera stasera? Tra diagonale e crayford siamo a spanne sui 70x e tutto è immobile, niente turbolenza, niente. Tutto è fisso come in una fotografia. Penso, stasera faccio esplodere il tele, cavo il 30 e infilo la torretta.
Ora potrei dire tante cose, la rima di qua, il cratere di la bla bla bla o domandarmi quanti chilometri erano i craterini più piccoli che vedevo ma sarebbe troppo riduttivo. Quella luna era talmente perfetta e i dettagli così facili e fini che era impossibile non richiamare alla mente quanto si vede attraversando una valle tra le dolomiti, o percorrendo una strada tra le colline qui da noi. Ogni singolo masso, ogni ombra netta ed appuntita, ogni crepaccio, era talmente netta e coinvolgente quella visione che pareva di stare a guardare dall’oblò di un aereo. Niente era nascosto all’occhio. Le creste dei crateri a ridosso del terminatore producevano ombre tanto precise e acuminate che parevano i denti di una sega.
Ma come, allungo la mano e non ci arrivo? Ma dai, sono li, non possono essere tanto lontane quelle alpi. La vallis alpes un colpo di scalpello, i monti isolati nel mare imbrium sembravano i colli Euganei nella pianura padana. Son li in mezzo al piano da soli, appuntiti, e non si capisce che ci stanno a fare e cosa c’entrano con tutto il resto. E Archimede, e Aristillus è tutto una terrazza, tanto disegnate e sottili. La rupes recta un tratto secco di biro nera. La luce del sole che arriva perpendicolare ai versanti più esposti li fa brillare come se fossero innevati, contrasta in modo impressionante con le zone in ombra o con quelle piane, che a causa della diversa composizione delle rocce sono striate di un grigio più scuro.
La buona torretta WO è impeccabile, un leggerissimo bordino blu sul bordo lunare tradisce i prismi ma i plossl di serie si comportano benone, pur essendoci margini buoni di miglioramento a livello di contrasto. Abbassando la conchiglia e sfruttando così agevolmente tutti i 66° di campo che possiedono, ad ogni minuto in più di osservazione si apriva un nuovo mondo. Si perché il bello della bino è questo. La vista non si affatica dopo un po’, non si strabuzza l’occhio magari in apnea per scomporre due terrazze di un cratere. Con la bino c’è solo da trovare una posizione comoda e rilassata e non staccare
gli occhi per almeno 5 minuti filati, tanto non si fa fatica. Ad ogni istante in più si scorgono nuovi massi, nuovi picchi valli e crepacci. Insomma state guardando la luna con un occhio solo? Bene, state mangiando un panino in piedi al bar di corsa. Magari anche buono e abbondante ma quella visione a due occhi era un pranzo di nozze a confronto.
Poi c’era saturno. In bino ci ho fatto 5 minuti. No non sono un pazzo, ma il signore degli anelli con quel seeing gridava a gran voce tanti X, e i 190 max della torretta con due oculari un po’ limitati erano pochini. Caccio dentro l’orto da 6mm a 333x. Foto. Azzardiamo? 6mm+ barlow 1,6x fanno 530x con uno SC 8”. Sul mio tele il mitico “Astronomi per passione” lo definisce un privilegio da 2 o 3 sere all’anno. Beh anche se fosse l’unica a me è bastata. Cassini disegnata, le sfumature grigio marroni sul disco mai viste così contrastate e il bagliore degli anelli che sfumava verso l’interno come nelle migliori riprese dei nostri webcamerari. Wow pazzesco, e quanto era luminoso ancora. Ho provato a mettere la barlow 2x con il 6mm solo per pura curiosità ma ovviamente era inguardabile.
Poi è arrivato il tetto del vicino a sparare folate di aria tiepida e con il levarsi di una lieve brezza la cuccagna finisce…ma ormai tutto era compiuto. Seratona.
Dimenticavo una cosa importante, tanto di cappello al mio schmidt cassegrain, che in un periodo dove viene ormai poco considerato, se ben in temperatura e collimato sfodera prestazioni di tutto rispetto e in alta risoluzione con la torretta, 8 pollici sono già un ottimo diametro per permettere di salire con gli ingrandimenti mantenendo un'immagine ancora luminosa. Ogni volta che mi turba il pensiero di poterlo cambiare con un altro schema, mi sorprende così. Un 10" ovviamente ancora meglio
PS: Stò raccogliendo firme per abolire l’osservazione della luna in mono. Se interessati contattatemi in mp.
Complimenti per la pazienza se avete letto tutto