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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Rapporto focale
MessaggioInviato: lunedì 17 marzo 2008, 10:26 
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Iscritto il: giovedì 7 dicembre 2006, 23:07
Messaggi: 8592
Località: Leiden, The Netherlands
Qualcuno sa spiegarmi esattamente cosa implica l'avere un rapporto focale più o meno alto (avrei detto più o meno veloce, ma non so se veloce sia alto o viceversa)? Io so soltanto che per i rifrattori acro più è alto e meno cromatismo si nota... il resto me lo spiegate voi? :)

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MessaggioInviato: lunedì 17 marzo 2008, 11:42 
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Iscritto il: mercoledì 3 maggio 2006, 9:07
Messaggi: 5198
Località: Savignano sul Rubicone (FC)
Tipo di Astrofilo: Visualista
Rapporto focale (f/) = focale telelscopio / diametro telescopio.

Fino a qui ok, vero?
Quindi se f/ è alto (e si dice che il tele è LENTO), significa che la curvatura dello specchio è minima. Viceversa per un f/ basso (telescopio VELOCE), la curvatura dello specchio è elevata. Questo lo puoi vedere facilmente con uno schemino. Allungando la focale, a parità di diametro, i raggi luminosi sono meno inclinati sui bordi, quindi la curvatura dello specchio è minore.

Questo significa che otticamente i raggi luminosi lontani dal centro si comportano in modo più vicino alla perfezione. Quindi ci saranno meno problemi di aberrazioni, e questo vale un po' per tutte le aberrazioni, comprese quelle cromatica e sferica.

Dal punto di vista fotografico, un f/ elevato significa aver bisogno di tempi di esposizione molto lunghi (da cui si dice che il telescopio è LENTO) e viceversa per uno VELOCE.

Dal punto di vista meccanico invece, a parità di diametro, avere un f/ elevato significa avere una focale alta, quindi aumentano parecchio gli ingombri e il peso del telescopio.
Per questo nei riflettori grandi, come i dobson, è impensabile avere un f/ maggiore di 5. Per un bigdob da 50cm di apertura, avere un f/5 significa avere una focale di 2500mm. Quindi il focheggiatore, quando punti allo zenit, si trova a circa 2,5 metri da terra.... Pensa con un f/6 o più.

Fabio

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Fabio Babini osserva con: Rifrattore AT80/550
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MessaggioInviato: lunedì 17 marzo 2008, 11:53 
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Iscritto il: giovedì 7 dicembre 2006, 23:07
Messaggi: 8592
Località: Leiden, The Netherlands
sbab ha scritto:
Questo significa che otticamente i raggi luminosi lontani dal centro si comportano in modo più vicino alla perfezione. Quindi ci saranno meno problemi di aberrazioni, e questo vale un po' per tutte le aberrazioni, comprese quelle cromatica e sferica.


Mmm... Ok sulla cromatica (alla fine è il discorso che si fa anche per gli acro, giusto?), per quella sferica... dipende dalla sensibilità ad errori nella forma dello specchio vero?

Cita:
Dal punto di vista fotografico, un f/ elevato significa aver bisogno di tempi di esposizione molto lunghi (da cui si dice che il telescopio è LENTO) e viceversa per uno VELOCE.


Perché a parità di ingrandimento (quindi di campo inquadrato) ho più o meno luce, giusto?

Ok, grazie mille, Fabio. Erano stupidaggini, ma non ci avevo mai fatto caso, soprattutto al caso fotografico :)

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MessaggioInviato: lunedì 17 marzo 2008, 12:05 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:35
Messaggi: 16961
Località: Dove mi portano le stelle
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Lead Expression ha scritto:
Cita:
Dal punto di vista fotografico, un f/ elevato significa aver bisogno di tempi di esposizione molto lunghi (da cui si dice che il telescopio è LENTO) e viceversa per uno VELOCE.


Perché a parità di ingrandimento (quindi di campo inquadrato) ho più o meno luce, giusto?

Ok, grazie mille, Fabio. Erano stupidaggini, ma non ci avevo mai fatto caso, soprattutto al caso fotografico :)

Nel caso fotografico le cose sono abbastanza complesse.
Per prima cosa ben diverse sono le definizioni di ingrandimento (solo visuale) risoluzione e campo inquadrato.
A parità di campo inquadrato la differenza è nell'apertura del telescopio.
Per esempio se io ho un 20 cm a f/5 con un sensore che mi inquadra un campo di 1°*1° essendo grande 18 mm * 18mm con 1800 pixel per lato la capacità di raccolta luce e la velocità di acquisizione (considerando l'efficienza del sensore sempre uguale fra i vari tipi dell'esempio) sarà identica a un 20 cm f/10 con un sensore da 36 mm di lato e matrice di pixel da 1800 pixel per lato.
La stessa luce che entra viene raccolta su un medesimo campo inquadrato.
Ovviamente sono due setup diversi.
Se invece ho due strumenti a f/5 e f/10 ma uso lo stesso sensore per ambedue avrò una maggiore velocità di acquisizione per l'f/5 in quanto nel secondo telescopio avrò un campo ristretto rispetto al primo (la luce raccolta che non viene a colpire il sensore sono fotoni persi)
Questi sono solo esempi semplici ma come ho detto il campo è molto complesso ed è difficile definirlo in quattro righe

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MessaggioInviato: lunedì 17 marzo 2008, 15:52 
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Iscritto il: giovedì 7 dicembre 2006, 16:56
Messaggi: 611
Località: castelli romani
Tipo di Astrofilo: Visualista
Lead perdona il giro di parole sulla "cromaticita' ", ma sui rifrattori acromatici non conta solo il rapporto focale come indice del cromatismo. Il valore della focale al di sopra della quale il residuo di un doppietto acromatico puo' essere considerato trascurabile dipende anche dall'obbiettivo: se per un 90 potrebbe andare bene f/9, per un 150 dovrebbe andare bene f/15... attualmente non ricordo bene la formula dalla quale tiri fuori la focale in funzione del diametro ma ricordo che e' dipendente dal quadrato del diametro... devo controllare sul libro di ferrer... :-P

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MessaggioInviato: lunedì 17 marzo 2008, 16:12 
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Iscritto il: giovedì 7 dicembre 2006, 23:07
Messaggi: 8592
Località: Leiden, The Netherlands
Grazie mille per le spiegazioni a tutti :)

Renzo, sulla questione della foto voglio informarmi per bene, effettivamente non mi sono mai interessato al campo inquadrato ed ai tempi di posa necessari per il mio 80ino... Direi che sarebbe anche ora di pensarci, visto che devo attrezzarmi il tele di guida e conseguente oculare con reticolo.

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MessaggioInviato: lunedì 17 marzo 2008, 18:09 
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Iscritto il: sabato 11 febbraio 2006, 12:43
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Tipo di Astrofilo: Visualista
Se ricordo bene dovrebbe essere [f/ottimale=D*0.122] con D (diametro obiettivo) espresso in mm.
Però ho il dubbio (non la sicurezza) che tale formula sia valida solo per il classico doppietto Fraunhofer.

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Il Cielo a domicilio
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Newton: Barile 400/1830 mm; Obice 200/1650 mm; Bidoncino 114/1300 mm solarizzato. •• Rifrattori: Nano apo 80/480 mm; Milo acro 76/1400 mm; 60ino acro 60/700 mm. •• Catadiottrici: C8 xlt. •• Binocoli: Docter Aspectem 40x80 ED, William Optics 22x70 ED, Vixen Ultima 8x56, Nikon Action EX 16x50, Canon 10x30 IS II, Vortex Vanquish 8x26, Ibis Horus 5x25, Pentax Papilio 6,5x21, Orion 2x54.


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MessaggioInviato: lunedì 17 marzo 2008, 22:29 
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Ciao, Lead:
L'aberrazione cromatica in un rifrattore diventa trascurabile se la lunghezza focale dello strumento è almeno pari a 18,6 x (D)^2 (D in cm.).Per un 80 mm ciò vorrebbe dire ben 1190 cm, valore ben al di sopra del fatidico F/D 15, ed in pratica irrealizzabile.Purtuttavia, ottimi obiettivi corretti per la riga C dell'idrogeno (6563 A) quali gli Zeiss acromatici(ora non più in produzione), riescono a dare eccellenti prestazioni anche con rapporti forzati, grazie alle elevatissime tolleranze di lavorazione (sino ad 1/50 lambda) ed ad un totale controllo dello sferocromatismo, ossia dell'aberrazione sferica collegata alla cromatica.
Personalmente ho posseduto uno Zeiss 110 f 7 che, nonostante l'evidente spettro secondario violaceo aveva delle prestazioni, visuali e fotografiche da primato sul cielo.Concludendo,il rapporto f/d è importante ai fini del cromatismo residuo, ma ancora più importante è, a mio avviso, la qualità dello strumento.
Tra gli strumenti a lenti dell'ultimo periodo ho trovato molto buoni in rapporto al prezzo , gli ED cinesi a f 7,5, anche se la costanza qualitativa non è eccelsa.Ne ho recentemente acquistato uno d'occasione,un 80mm marcato Orion,al ridicolo prezzo di 250 €, che dà, pur non essendo un apo, ottime prestazioni anche nelle riprese CCD del cielo profondo.

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MessaggioInviato: martedì 18 marzo 2008, 21:46 
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Iscritto il: martedì 30 maggio 2006, 12:10
Messaggi: 332
Località: Torino
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Scusa Fulvio, ma 18*D^2 non è per le lenti semplici, mentre per i doppietti acromatici 1.12*D^2?
Mi sono basato sui testi di W.Ferreri, poi so che ci sono criteri ancora più stretti per l'acromaticità, comunque già tra queste due c'è una bella differenza.

Saluti

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MessaggioInviato: mercoledì 19 marzo 2008, 0:10 
Fabulador,

per estrema semplicità considera questo.
"aggiungi un punto al diametro espresso in centimetri"

Questa è una regola vecchia di molto anni (andava bene negli anni '70).
Fondamentalmente dice (senza prendere in considerazione il tipo di vetri usati e altre caratteristiche fisiche della lente vera e propria) che per sopprimere in modo "completo" (ma non è così, io direi "alla percezione visiva".. e anche qui non è vero...) l'aberrazione cromatica si dovrebbe avere un rapporto di apertura che è ALMENO 1 punto superiore al diametro dell'obbiettivo espresso in cm.

quindi f11 per un 10 cm.
quindi f21 per un 20 cm.

In realtà sappiamo che questo non è vero, nel senso che un rifrattore composto da un doppèietto spaziato in aria da 10 cm. e con un rapp.foc. di f11 NON è esente da cromatismo residuo... anzi... però diciamo che il cromatismo residuo è abbastanza basso.
Poi sai... da qui a salire si può disquisire e parlare delle tante variabili. Una volta però, quando la produzione limitava i diametri a 10/12 cm. max (erano già un lusso) si tendeva a far lavorare gli obbiettivi a f13-F15.
Ecco perché un doppietto da 9/10 cm. aperto (o chiuso se preferisci) a f. 13/15 offre immagini molto pulite anche se dotato di vetri ben lavorati ma con un valore di abbe non alto (tipicamente acromatici quindi)

Paolo


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