Cellofan ha scritto:
Riccardo Giuliani ha scritto:
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Ho notato, alcuni giorni fa, che nel nuovo catalogo Auriga non vi sono più gli OTA con tubo in carbonio.
In attesa di chiedere lumi in merito, avete qualche ulteriore controindicazione in merito all'uso di tubi in carbonio?
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Non né conosco il motivo o i motivi, ma di una cosa sono certo, l'alluminio è stabile nel tempo nonostante l'ossidazione mentre i materiale usati nella preparazione "tubo al carbonio" sono instabili con andare del tempo (una decina anni?), basta una partita di resina "non ottimale" per rovinare un bel tubo nel tempo, per poi, parlare delle radiazione U.V. e I.R. durante il giorno attratte dal "corpo nero" degradano lentamente la struttura dei componenti organici usati nella fabbricazione. Il materiale "al carbonio" è ottima materiale, ma di certo non applicabile dovunque, anche se i costruttori, di una o altra "cosa" che lo propongono di fatto. Adesso aspetto un bel tubo dalla Celestron in Au (oro) o i Ti (Titanio)

Secondo me il regionamento è diverso, nel senso che non è detto che i materiali per il cabronio siano instabili, se prendiamo tessuti preimpregnati di un certo tipo, intendo materiali certificati e di produttori ben conosciuti siamo al riparo da questo problema (ci sono molti mpregnatori di tessuti che fanno quello che possono....). Sono prodotti costi ma sicuri e che certamente dureranno piu della vita del telescopio.
Per quanto riguarda la protezione agli UV è sufficente richiedere l'applicazione dell'apposito prodotto. la protezione in questo caso è totale.
A titolo di esmepio ho realizzato 10 provini in carbonio laminato in rtm (quindi non prepreg) 10x 10 cm, usando resine diverse e percentuali diverse (non mi interessavano i valori meccanici), per poter valutare il grado di usura agli agenti atmosferici.
Piu' o meno tutti si sono comportati in modo simile, diciamo che nel provino più interessante (% di resina 38% e 62% di carbo) ove non era stato messo nemmeno il gelcoat con protezione UV, ho notato una lieve variazione di colore nella parte non protetta dai raggi dopo ben 13 mesi di esposizione (cioè l'esperimento era più complesso: ho lasciato per 13 mesi i provini esposti a tutti gli agenti atmosferici compresa la luce solare, era per capire se si creavano inconvenienti con quel tipo di impregnazione)
Direi quindi che difficilmente l'astrofilo lascera' al sole per un tempo/sole pari alle ore irradiate in 13 mesi, un normale trattamento anti UV toglierà anche il piccolo fastidio del cambio colore, aggiungo - inoltre - che non ci sono stati problemi di delaminazione (nonostante il delta termico da -5 a + 35 che c'è stato nei 13 mesi), fessurazione ecc. questo è importante soprattutto considerando il metodo di impregnazione (cheè il meno "sicuro" dal punto di vista tecnologico).
Concludo dicendo che esistono circa 500 ricette di materiali impregnanti diversi, per cui parlare di problemi relativi alle ossidazioni degli stessi è abbastanza vago, senza prenderne in considerazione le singole proprietà, il sistema di impregnazione, la tecnica di finish superficiale scelto.....
ciao
max