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MessaggioInviato: venerdì 8 febbraio 2008, 17:19 
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Iscritto il: domenica 14 ottobre 2007, 2:57
Messaggi: 281
Località: Monteporzio Catone
Riconducibile solo ad un fattore produttivo.la fibra di carbonio annulla flessioni quindi asse ottico primario secondario ottimale.
Inoltre,per la stabilita' termica come si porta il tubo fuori,e' sufficente
togliere il tappo dalla filettatura/attacco visual back e portare il tubo in posizione che la lastra sia verso terra.il calore del tubo uscira' e la stabilizzazione avvera' ( io possiedo un 9,25 ) in circa 35/40 minuti.

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Maurizio Caponera


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Celestron C11

Oculari:Zeiss Abbe II,Pentax,Nagler,Barlow Zeiss 2-4X , Zwo asi 290mm


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 Oggetto del messaggio: carbo
MessaggioInviato: venerdì 8 febbraio 2008, 17:26 
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Iscritto il: sabato 4 marzo 2006, 23:04
Messaggi: 1623
Località: trivero
mau capo ha scritto:
Riconducibile solo ad un fattore produttivo.la fibra di carbonio annulla flessioni quindi asse ottico primario secondario ottimale.
Inoltre,per la stabilita' termica come si porta il tubo fuori,e' sufficente
togliere il tappo dalla filettatura/attacco visual back e portare il tubo in posizione che la lastra sia verso terra.il calore del tubo uscira' e la stabilizzazione avvera' ( io possiedo un 9,25 ) in circa 35/40 minuti.


Attenzione: non è vero che annulla le flessioni, anzi, se non usi una laminazione con i giusti tessuti (ordito e trama ad angoli diversi, oppure unidirezionale, oppure alto modulo), farai molta fatica a controllarle (e questo è il vero problema dei tubi sottili), resta inteso che in un tubetto di 400-500 di lunghezza questo è molto meno sentito.
Alcuni produttori non italiani e alcuni astrofili usano tubi in carbonio ottenuti con la tecnica del winding, i pesi sono ragguardevoli (5 kg. per un 250 f 4) e di riflesso pure i costi, cosi' pure l'imprecisione della struttura.
Se carbonio deve essere che sia carbonio usato con la testa.........in modo da cavarne tutto il possibile visto il non proprio basso costo.....
ciao
massimo

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non basta sapere si deve anche applicare, non è abbastanza volere, si deve anche fare. (W. Goethe)
Quindi, non per il sapientone che pretende "applicare", non so bene cosa più delle chiacchiere, comunque......(Sergio)
Cassegrain coudè 450 mm f 15 OPS optics (1/16 pv - 1/43 rms sthrel 0,97) terminato.
SUINOX (r) 80/540 ed. - Acro 100/1300 "Old Style"
Acromatico folded 230 mm. f 18 in costruzione.
Dall Kirkham "Raptor" 277 mm. f 24,3 ostr. 18% in costruzione.


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MessaggioInviato: venerdì 8 febbraio 2008, 18:31 
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Iscritto il: sabato 3 marzo 2007, 13:35
Messaggi: 543
Località: Roma
mau capo ha scritto:
la fibra di carbonio annulla flessioni quindi asse ottico primario secondario ottimale.


Forse se il tubo fosse progettato e costruito per un pezzo di una formula 1....per un telescopio soltanto l'intubazione, progettata e realizzata come si comanda, costerebbe più dell'obiettivo. Ciò non toglie che ci siano comunque delle produzioni all'altezza, vedi a&m.

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MessaggioInviato: venerdì 8 febbraio 2008, 18:36 
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Iscritto il: domenica 14 ottobre 2007, 2:57
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Località: Monteporzio Catone
Massimo,( perdonami il Tu )
trattasi di fogli industriali unidirezionali.
Almeno il mio (l'ho fatto verificare in una azienda di materiali compositi che lavora per il CNR di Frascati ed il titolare e' un amico che spesso fa' osservazioni con Me ) 9,25,uno dei primi esemplari,è fatto in modo decente.Poi abbiamo verificato con il calibro digitale il centraggio del secondario sulla lastra verso il primario.A distanza di 5 anni circa,difficilmente perde anche la collimazione.

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Maurizio Caponera


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 Oggetto del messaggio: carbonio
MessaggioInviato: domenica 10 febbraio 2008, 11:29 
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Iscritto il: sabato 4 marzo 2006, 23:04
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Località: trivero
mau capo ha scritto:
Massimo,( perdonami il Tu )
trattasi di fogli industriali unidirezionali.
Almeno il mio (l'ho fatto verificare in una azienda di materiali compositi che lavora per il CNR di Frascati ed il titolare e' un amico che spesso fa' osservazioni con Me ) 9,25,uno dei primi esemplari,è fatto in modo decente.Poi abbiamo verificato con il calibro digitale il centraggio del secondario sulla lastra verso il primario.A distanza di 5 anni circa,difficilmente perde anche la collimazione.


di nulla figurati, il punto è:
è tutto unidirezionale? spero di no. In che modo avete analizzato il sadnwich del tubo? ne avete segato un pezzettino per vedere la disposizione dei fogli?
Non capisco la questione del calibro digitale per verificare il centraggio, non credo che un tubo dopo 5 anni potrebbe, per quanto ipoteticamente mal fatto, raggiungere la forma "a banana". per quello che ho capito.
ciao
max

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MessaggioInviato: domenica 10 febbraio 2008, 17:54 
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Località: Monteporzio Catone
No Massimo, la sovrapposizione dei fogli è ad angoli diversi.
Per quanto riguarda la verifica con il calibro digitale,era solo per verificare il perfetto allineamento ottico,niente a che vedere con il tubo a banana.

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 Oggetto del messaggio: tubo carbonio
MessaggioInviato: domenica 10 febbraio 2008, 21:37 
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Iscritto il: sabato 4 marzo 2006, 23:04
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Località: trivero
mau capo ha scritto:
No Massimo, la sovrapposizione dei fogli è ad angoli diversi.
Per quanto riguarda la verifica con il calibro digitale,era solo per verificare il perfetto allineamento ottico,niente a che vedere con il tubo a banana.


non ho capito, c'è qualcosa che mi sfugge.

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MessaggioInviato: lunedì 11 febbraio 2008, 0:06 
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Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Riccardo Giuliani ha scritto:
---

Ho notato, alcuni giorni fa, che nel nuovo catalogo Auriga non vi sono più gli OTA con tubo in carbonio.
In attesa di chiedere lumi in merito, avete qualche ulteriore controindicazione in merito all'uso di tubi in carbonio?

...


Non né conosco il motivo o i motivi, ma di una cosa sono certo, l'alluminio è stabile nel tempo nonostante l'ossidazione mentre i materiale usati nella preparazione "tubo al carbonio" sono instabili con andare del tempo (una decina anni?), basta una partita di resina "non ottimale" per rovinare un bel tubo nel tempo, per poi, parlare delle radiazione U.V. e I.R. durante il giorno attratte dal "corpo nero" degradano lentamente la struttura dei componenti organici usati nella fabbricazione. Il materiale "al carbonio" è ottima materiale, ma di certo non applicabile dovunque, anche se i costruttori, di una o altra "cosa" che lo propongono di fatto. Adesso aspetto un bel tubo dalla Celestron in Au (oro) o i Ti (Titanio) :lol:


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MessaggioInviato: lunedì 11 febbraio 2008, 0:42 
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Iscritto il: sabato 4 marzo 2006, 23:04
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Località: trivero
Cellofan ha scritto:
Riccardo Giuliani ha scritto:
---

Ho notato, alcuni giorni fa, che nel nuovo catalogo Auriga non vi sono più gli OTA con tubo in carbonio.
In attesa di chiedere lumi in merito, avete qualche ulteriore controindicazione in merito all'uso di tubi in carbonio?

...


Non né conosco il motivo o i motivi, ma di una cosa sono certo, l'alluminio è stabile nel tempo nonostante l'ossidazione mentre i materiale usati nella preparazione "tubo al carbonio" sono instabili con andare del tempo (una decina anni?), basta una partita di resina "non ottimale" per rovinare un bel tubo nel tempo, per poi, parlare delle radiazione U.V. e I.R. durante il giorno attratte dal "corpo nero" degradano lentamente la struttura dei componenti organici usati nella fabbricazione. Il materiale "al carbonio" è ottima materiale, ma di certo non applicabile dovunque, anche se i costruttori, di una o altra "cosa" che lo propongono di fatto. Adesso aspetto un bel tubo dalla Celestron in Au (oro) o i Ti (Titanio) :lol:




Secondo me il regionamento è diverso, nel senso che non è detto che i materiali per il cabronio siano instabili, se prendiamo tessuti preimpregnati di un certo tipo, intendo materiali certificati e di produttori ben conosciuti siamo al riparo da questo problema (ci sono molti mpregnatori di tessuti che fanno quello che possono....). Sono prodotti costi ma sicuri e che certamente dureranno piu della vita del telescopio.
Per quanto riguarda la protezione agli UV è sufficente richiedere l'applicazione dell'apposito prodotto. la protezione in questo caso è totale.
A titolo di esmepio ho realizzato 10 provini in carbonio laminato in rtm (quindi non prepreg) 10x 10 cm, usando resine diverse e percentuali diverse (non mi interessavano i valori meccanici), per poter valutare il grado di usura agli agenti atmosferici.
Piu' o meno tutti si sono comportati in modo simile, diciamo che nel provino più interessante (% di resina 38% e 62% di carbo) ove non era stato messo nemmeno il gelcoat con protezione UV, ho notato una lieve variazione di colore nella parte non protetta dai raggi dopo ben 13 mesi di esposizione (cioè l'esperimento era più complesso: ho lasciato per 13 mesi i provini esposti a tutti gli agenti atmosferici compresa la luce solare, era per capire se si creavano inconvenienti con quel tipo di impregnazione)
Direi quindi che difficilmente l'astrofilo lascera' al sole per un tempo/sole pari alle ore irradiate in 13 mesi, un normale trattamento anti UV toglierà anche il piccolo fastidio del cambio colore, aggiungo - inoltre - che non ci sono stati problemi di delaminazione (nonostante il delta termico da -5 a + 35 che c'è stato nei 13 mesi), fessurazione ecc. questo è importante soprattutto considerando il metodo di impregnazione (cheè il meno "sicuro" dal punto di vista tecnologico).
Concludo dicendo che esistono circa 500 ricette di materiali impregnanti diversi, per cui parlare di problemi relativi alle ossidazioni degli stessi è abbastanza vago, senza prenderne in considerazione le singole proprietà, il sistema di impregnazione, la tecnica di finish superficiale scelto.....
ciao
max

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