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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: sabato 2 febbraio 2008, 22:43 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:29
Messaggi: 6032
Località: Truccazzano (MI)
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Penso che il discorso sia complesso. Scegliere una certa sensibilità con una reflex attuale porta ad avere un Raw comunque differente a parità di tempo di posa.

Quando il sensore cattura il segnale (analogico) lo deve poi convertire in un formato digitale per la creazione del Raw. Durante questo processo la macchina sceglie di usare le informazioni catturate dal sensore suddividendole nei livelli ammessi dal formato digitale (raw); durante questo processo, in cui vi è anche l'amplificazione del segnale, si perde parte della quantità iniziale di informazioni prese dal sensore perchè i dati ammessi dal formato digitale sono finiti.

Per cui la fotocamera ottimizza la creazione del Raw anche in base alla sensibilità impostata. Per cui, se si utilizza una sensibilità molto elevata, si avrà un raw con le zone chiare facilmente sovraesposte e pelate (bianche), mentre se si utilizza una sensibilità troppo bassa, si avrà una perdita di informazioni nella parte bassa, scura, quella che di norma è più preziosa per l'astrofotografia!

Occorre trovare il miglior compromesso, che dipende da tanti fattori ma che di norma è quasi sempre un valore medio del range di sensibilità (amplificazione) impostabile sulla fotocamera.

Poi va anche a gusti, ma con una vecchia Canon Eos 300D trovo che 400 ISO siano ideali e alle volte si possa andare anche sugli 800ISO, con una recente Nikon D300 questi parametri li vedo traslati verso l'alto e trovo che anche l'utilizzo di 1.600ISO sia una buona scelta mentre con la Canon Eos 20D potevo spingermi più spesso sugli 800ISO. Non sono certo valori assoluti e se poi uno vuole immortalare molti soggetti prediligera una sensibilità elevata, a scapito di altri fattori, pur di far uscire anche il più debole segnale (e il rumore).

Qui ho messo una foto eseguita con una reflex moderna ma con una sensibilità elevatissima proprio per poter tirar fuori l'oggetto in poco tempo, la stessa nebulosa qui invece l'ho ripresa con una reflex digitale vecchia di oltre 5 anni (mi pare...la memoria inganna :) ) ma seguendo (spero) la strada della massima qualità raggiungibile, ovvero impostando valori di sensibilità che ho ritenuto essere il compromesso migliore. Giusto per fare un esempio, è chiaro che sono due esempi un po' tirati per i capelli...ma non avevo altro ;)

Spero di essere stato chiaro senza aver banalizzato troppo il concetto...

V

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 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: sabato 2 febbraio 2008, 23:53 
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Iscritto il: lunedì 15 gennaio 2007, 21:54
Messaggi: 1872
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Quanto mi piace quella fatta con tutti i criteri !
Ritornando al discorso iniziale, una 5d (nota per la sua bassa rumorosità) aiuta. Naturalmente su soggetti come M42 aiuterebbe avere il filtro modificato...ma non si può avere tutto.

Ciao


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 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: domenica 3 febbraio 2008, 0:09 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 19:37
Messaggi: 11761
Località: Bergamo
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Il concetto espresso da Valerio è vero ma solo per i primi 2 livelli di iso. Sopra ai 200 iso non hai più tagli nella parte bassa dell'istogramma e tutto quello che viene catturato, passa nel raw.

Poi c'è il fatto di bilanciare al meglio la comodità di gestire livelli bassi un po' meno compressi ma con rumore più evidente (iso "alti") e la praticità di sfruttare pose con un rapporto segnale/rumore più alto (iso "bassi"), ma si tratta di poca roba.

In tutte le elaborazioni che ho fatto della Velo di quest'estate, un casino di prove a 400 o 800 iso, non ho mai notato differenze. Mai che sia saltata fuori una stellina di più...

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Strumentazione
Newton TS 6" - RC 8 GSO - MN 180/1000 Skywatcher - Zen schmidt camera 250 F/3
Simak 240/1310 Zen - Konus Vista arancione (acro 80/400) - SolarAlpha 120
Vixen NEXSXD - iOptron G70
Canon 450D - Magzero 9- QHY8L- Lodestar II - Moravian G3 6300


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