MARCO87 ha scritto:
poi ho letto anche che per aumentare la distanza focale montano delle "prolunghe" fra la barlow e l'oculare, ma alla fine servono queste prolunghe?
cioè se io con l'occhio a 2 cm dall'oculare vedo con 100 ingrandimenti, se ci metto una proluna e il mio occhio è a 5 cm dall'oculare gli ingrandimenti non dovrebbero variare... o no?
Sono 2 situazioni totalmente diverse, è meglio che ti spieghi bene tutto perché non è banale ma necessario.
Quando metti a fuoco per vedere, significa che il diaframma di campo dell'oculare è nel piano focale del telescopio e che dall'oculare esce un fascio di raggi paralleli. Ci pensa poi il cristallino a riconvogliarli a fuoco sulla rètina. Ed è per questo che vedi a fuoco anche se ti allontani dalla lente. Ma se i raggi escono paralleli non si può fare fotografia se non in afocale: è facile verificare che se metti un foglio di carta dietro all'oculare vedrai sempre un cerchio soffuso.
Se invece tiri l'oculare un po' in fuori, questa volta i raggi in uscita diventano incidenti e vanno a formare un'immagine ben definita su un piano a una certa distanza. Quell'immagine sarà la stessa ingrandita e ruotata nuovamente di 180° di quella del piano focale originale del telescopio. Poi più tiri fuori l'oculare, e più il piano con l'immagine si avvicina sempre più a esso e si rimpicciolisce.
Ed è proprio su quel piano che si deve mettere un sensore per fare foto! Ma comunque l'oculare è come un secondo telescopio in cascata al primo, e volendo su quel piano focale ci potresti piazzare anche un secondo oculare e tornare a guardare! Non so se i binocoli o i cannocchiali per visione diritta usi questo metodo ma certamente funziona.
La differenza formale tra un'oculare e una Barlow sta solo nel fatto che il primo è una lente positiva e la seconda è negativa. Anche una lente negativa può essere un oculare, e per proiettare un'immagine bisogna metterla prima del fuoco del telescopio invece che dopo. Sta volta però non raddrizza l'immagine perché essendo posta prima del piano focale, è come se lo "cancellasse" e lo portasse più avanti, invece di crearne un secondo come fa l'oculare.
Però concettualmente è indifferente usare lenti negative o positive per amplificare la focale del telescopio, perché con entrambe si può variare facilmente il fattore di moltiplicazione, cambiano solo la praticità d'uso e la bontà ottica degli elementi usati.
Ora, dopo aver spiagato tutto il meccanismo, si può capire come funzionano le prolunghe per le Barlow e i tele-extender per gli oculari. A seconda della posizione in cui si mette una lente, essa va a proiettare un'immagine a fuoco a una certa distanza e con una certa grandezza.
Ma in pratica, per ovvi motivi di comodità, si fa l'operazione opposta, cioè prima si fissa la distanza tra lente proiettante e sensore dalla fotocamera, e poi si mette a fuoco (traslando le 2 cose insieme) per trovare dov'è il punto in cui deve stare la lente affinché il fuoco vada a finire sul piano del sensore.
Tutto chiaro?