deneb ha scritto:
ciao daniela,
ma sai..non saprei dirti..credo conti molto l'impatto inziale che uno ha con il cielo, quello che io chiamo impatto visivo-emozionale nei miei piccoli scritti su binomania...può darsi sia una certa abitudine ad osservare in un certo modo o forse una predisposizione innata/istintiva; credo conti molto anche quello che uno voglia vedere e come lo vuole vedere, cosa gli dia più soddisfazione insomma: un telescopio non potrà mai sostituire un binocolo e viceversa; ancora: conosco un signore che è un grande appassionato di occultazioni, congiunzioni, opposizioni e altre simili amenità siderali a me del tutto indifferenti
poi forse anche la pigrizia e quindi il grado di passione e motivazione che uno ha: io monto il mio setup in 10 min e sono a posto e lo trasporto come niente, quando skymap viene da me in montagna ha dietro 30 kg di roba e passa un'ora buona prima che sia operativo: a me passerebbe già la voglia, ma ripeto credo sia più un impatto visivo emozionale molto personale; non credo contino nè problemi di vista nè tantomeno la percezione visiva cerebrale
vi è inoltre da dire che la cultura e la diffusione dell'osservazione binoculare è da noi quasi inesistetnte a differenza di altri paesi (pensa solo alla sezione binocoli su cloudynights) e quindi quasi in automatico uno lega l'astronomia al telescopio e cosi inizia e continua sulla strada
alla fine non so se riesco a darti una spiegazione razionale piuttosto che convicente: io ho guardato più volte con ammirazione attraverso un telescopio, poi ho guaradto in un miyauchi da 100 mm e mi sono innamorato di quello che vedevo e che non avrei mai immaginato prima. E ci sono arrivato tardi perche anch'io ero succube dell'opinione comune a senso unico astronomia=telescopio, per cui potrei rigirarti la domanda: perchè il mio mak 90 è per me un accessorio secondario che tiro fuori solo sporadicamente quando ci sono giove e saturno, ma non riesco ad andare a letto se non guardo orione anche solo 2-3 minuti la sera?
forse per i motivi opposti ( ma non nel principio!) che spingono te ad avere più telescopi e il sottoscritto ad avere 8 binocoli, in procinto di acquistare il nono.....
cara daniela (che effetto mi fa scrivere così dato che ti chiami come mia moglie.....), penso che un vantaggio dell'astrofilia sia poterla praticare su diversi livelli e in diversi modi a seconda del nostro temperamento, età, modo di essere; una sola cosa ci accomuna tutti e va oltre ogni dibattito divergenza e opinione: quella sottile, travolgente emozione che ci commuove e insieme ci atterrisce ogni volta che osserviamo un qualsivoglia oggetto celeste con qualsivoglia strumento
in sintesi, vi propongo il mio pensiero, la mia fotografia:
http://www.binomania.it/angolodelbinofilo/pignatta.php
Ciao Deneb e grazie del tuo messaggio, e ciao a tutti, avevo scritto un lunghissimo sproloquio tempo fa ma se lo e' mangiato il cyberspazio. Probabilmente un fenomeno simile a quello che ha inghiottito il cervellino di chi ha attaccato binomania.it - speriamo che al deficiente di turno, tocchi vedersela con un po' di settimane di disservizio del collegamento internet. Venisse un po' "un guasto intelligente". Va be' torniamo ai binocoli. A Marco vorrei dire che sotto un buon cielo, di Messier se ne vedono tanti. Se vai al sito
http://seds.lpl.arizona.edu/Messier/dataMag.html dove sono listate le magnitudini visuali, e tenendo anche conto del fatto che per oggetti estesi il contrasto con il fondo cielo e la magnitudine apparente per unita' di superficie, anche con uno strumento ottimo, non possono che peggiorare, no certo non si vedono tutti (non l'ho mai scritto) ma se ne vedono tanti. Ti diro' di piu' su un cielo veramente veramente buio e sereno e privo di umidita' (leggasi deserto) la visione a occhio nudo e' entusiasmante a tal punto che a volte si lasciano da parte gli strumenti e si guarda e basta, e' un'emozione che auguro a tutti di provare, poi siamo d'accordo che l'osservazione a occhio nudo ha senso solo in settori limitatissimi (leggasi "meteore") ma credimi che, anche se vai nel deserto con un programma osservativo ben preciso e i relativi strumenti, sara' difficile non guardare in alto - il cervello, la retina, l'atmosfera, duepigreco di angolo solido libero, e basta. Poi, certo, dopo un po' ti metterai a osservare quello che sei andato per osservare

ma soltanto dopo un po', e a volte, con un po' di fatica.
Piero raccontami qualcosa in piu' su questi miyauchi. Mi sembra di capire che si tratti di strumenti (li chiamo cosi' perche' sono due strumenti di qualita' affiancati - con la relativa problematica meccanica) a corta focale e apocromatici. Qualcosa nello spirito di un fsq-106, pero' ce ne sono due. A campo apparente larghissimo (magari ci si montano degli oculari "di quelli moderni") e che si fa lavorare a bassi ingrandimenti, diciamo sotto i 50. Non e' difficile capire che uno strumento cosi' toglie il fiato a guardarci dentro, anche se uno strumento cosi' significa piu' o meno triplicare il costo del "monocolo" (ci vuole un altro strumento, ci vuole la meccanica, ci vogliono i prismi e tutto il resto per mettere insieme i due cammini ottici...) e, al di la' del fatto che... gia' uno solo costa... io forse quei soldi li spenderei in un altro strumento. Per curiosita' quanto costano / costavano questi miyauchi 100 e 141 (che mi immagino neanche nell'usato saranno facili da reperire)? Altra domanda: non ti viene mai voglia di salire a ingrandimenti maggiori, ad esempio con una coppia di (compatti e simpatici e senza troppo colore secondario) catadiottrici affiancati? Ciao! Daniela