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Autore Messaggio
MessaggioInviato: sabato 5 gennaio 2008, 15:38 
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Iscritto il: martedì 24 gennaio 2006, 18:25
Messaggi: 1050
Località: Como
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Probabilmente molti di voi conosceranno già le teorie che stanno dietro al principio olografico "puro", e alle conseguenze concettuali.

Ultimamente ho cercato di informarmi adeguatamente al riguardo, anche se si tratta di un terreno molto "impervio", ove è facile "cadere" in discorsi filosofico-magico-religiosi (anche perchè la somiglianza di tali teorie con alcune filosofie orientali è concreta).

Partiamo da un ologramma puro e "semplice": se immergiamo un oggetto in un fascio laser e facciamo interferire la luce riflessa con un altro laser, ed imprimiamo su di una pellicola il risultato dell'interferenza, ciò che otteniamo è una figura di interferenza, appunto. Tale figura è del tutto diversa da una rappresentazione bidimensionale dell'oggetto.
Re-illuminando opportunamente tale pellicola con un altro laser, ecco che otteniamo l'ologramma che tutti avete in mente, ovvero una immagine tridimensionale dell'oggetto originario.

La cosa molto molto interessante è che anche frammentando tale pellicola, ogni frammento è in grado di riprodurre interamente la figura olografica! (anche se in realtà c'è da ricordare che si misura una certa perdita di informazioni),
Insomma a quanto pare l'informazione non sarebbe appunto "localizzata", ma dispersa e contemporaneamente contenuta in ogni frammento della pellicola.

Ora facciamo un saltino laterale, e passiamo a parlare dell' "entanglement" quantistico. Con questo termine si identifica un effetto quantistico che non ha analoghi nel mondo classico: in sostanza si è scoperto, attraverso diversi esperimenti, come lo stato quantico totale di un sistema (es. due elettroni) sia determinato dagli stati quantici singoli delle due particelle, nonostante una netta separazione spaziale!
Per dirla a tarallucci e vino le due particelle rimangono "collegate" anche se si trovano a parecchia distanza tra loro, ed ognuna delle due sembra influenzare ancora il comportamento della compagna.
Insomma le due particelle riescono a "comunicare" istantaneamente nonostante non siano più fisicamente vicine.

Attenzione che questo non violerebbe il principio secondo il quale le informazioni nell'universo non possono essere scambiate più velocemente della velocità della luce. In sostanza è come se le informazioni relative al sistema intero ed alle particelle siano contemporaneamente contenute in entrambe le particelle stesse.
In sostanza cadebbe così il principio apparentemente ovvio e palese della località, secondo il quale lo scambio di informazioni può avvenire solamente mediante interazioni causali successive. Tali interazioni accadrebbero nello spazio, dall'inizio alla fine delle stesse.
Dunque anche il concetto di distanza verrebbe a cadere, e diventerebbe una mera illusione creata dal nostro cervello.

Ora, con un non banale sforzo mentale, unite il concetto di entanglement al principio olografico: le due particelle non sono più dunque due entità distinte, ma solo due "facciate" di un'unica cosa più basilare e fondamentale, che noi non siamo in grado di percepire.
Siccome l'universo è costituito da particelle fisiche ecco che allora l'universo sarebbe un unico e vastissimo ologramma: tutte le particelle sarebbero tra loro collegate, "il tutto nel tutto", insomma.

L'universo però, differentemente da un ologramma classico, è un sistema dinamico. Per questo Bohm introdusse il concetto di "olomovimento". Le informazioni sono organizzate non-localmente, ed ogni particella contiene l' "immagine" dell'universo intero. Un universo che in realtà è privo di movimento, tempo e spazio.

Ma parlando di realtà, cosa rimane dunque della realtà oggettiva? A quanto pare sembrebbe più nulla dunque.
Come qualcuno ha detto, noialtri saremmo semplici "antenne" che captiamo le frequenze interferenti dell'universo, trasformando le stesse nella realtà fisica che tutti i giorni studiamo e sopratutto percepiamo.

Semplicemente ed incredibilmente stupefacente come teoria. Anche perchè concetti quali l'entanglement ed il principio olografico sono stati verificati sperimentalmente da molti anni.

A voi la saggia parola :)


Approfondimenti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Ologramma
http://it.wikipedia.org/wiki/Entanglement_quantistico


p.s = mi scuso in anticipo per eventuali errori presenti, o per la banalità della mia trattazione!

Saluti
Marco

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Astronomy, Ham Radio (IZ2), Sci-Fi, History, Philosophy, Speleology, Chemistry.
http://www.astrofililariani.org

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MessaggioInviato: sabato 5 gennaio 2008, 17:02 
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Iscritto il: lunedì 1 maggio 2006, 16:52
Messaggi: 5512
Località: Savona
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Bè le cose non stanno proprio così.....
Una particella non nasce entangled di default, ma esistono dei processi i quali le producono e non sono molti, e comunque, come ben insegna la quantistica, ogni iterazione distrugge l'informazione contenuta......
tradotto, per vedere effettivamente due particelle in stato entangled, bisogna sperare che esse non interagiscano con nulla, e questo può avvenire solo in laboratorio, e per distanze non elevate, quindi questo "principio" vale solo per un numero limitato di particelle, ma sopratutto per un tempo limitato (più si va avanti più è probabile che una delle 2 particelle interagisca con qualcosa che modifichi il suo stato!)
Comunque in parte mi trovi daccordo sulla tua teoria....
Solo in parte! :wink:
Ciao!

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Davide Ghiso
Meade Schmidt-Newton 6" (763mm F/5) - William Optics Zenithstar 66 ED - Eq6 skyscan Barlow 2x e 4x apo coma - Oculari meade superploss 26mm
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Davide Ghiso
ma chi sarà mai questo Dario Fo!?


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MessaggioInviato: sabato 5 gennaio 2008, 19:02 
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Iscritto il: martedì 24 gennaio 2006, 18:25
Messaggi: 1050
Località: Como
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Ciao Ghiso, grazie per l'intervento :)

Comunque preciso che non è una mia teoria, ho solo espresso ciò che avviene in un paio di consolidati esperimenti di laboratorio e le possibili conseguenze/spiegazioni di alcuni scienziati.

Trovando tali teorie molto interessanti, e sicuramente particolari, ho pensato di renderne tutti partecipi.

Sono comunque conscio che attualmente certi effetti/teorie trovano applicazione/conferma solo nel ristretto ambito degli esperimenti in laboratorio.
Non saprei dire se per limitata concretezza di tali teorie o se per limitata nostra capacità di capire la realtà e l'universo. Ai posteri...

Altri pensieri?

Saluti :)
Marco

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MessaggioInviato: sabato 5 gennaio 2008, 23:12 
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Ciao StarEnd. La localita' sappiamo che si perde in situazioni estreme: l'esempio tipico sono i buchi neri.


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MessaggioInviato: lunedì 7 gennaio 2008, 15:32 
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Iscritto il: domenica 7 gennaio 2007, 0:14
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Località: Yduklin
Tipo di Astrofilo: Visualista
Starend, quello che riporti mi fa pensare al collasso della funzione d'onda. Perciò dal momento che "misuriamo" sembra non avere più ragione di essere lo *stato locale*. La adattabilità della teoria iniziale e cioè il pargone olografico aderisce, ma è come se avessimo "dribblato" qualcosa...
max

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note: nella vita sto imparando.


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MessaggioInviato: lunedì 7 gennaio 2008, 18:53 
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Iscritto il: domenica 13 maggio 2007, 21:05
Messaggi: 1247
l'entanglement quantico e l'olografia (in un buco nero i gradi di liberta' si ottengono quantizzando la superficie - superficie non volume!) sono due problematiche ben distinte: avremmo entanglement anche in un universo privo di gravita' e quindi a maggior ragione privo di buchi neri.


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