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MessaggioInviato: giovedì 27 dicembre 2007, 20:06 
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Iscritto il: giovedì 9 febbraio 2006, 14:35
Messaggi: 4611
Località: Padova
Lead Expression ha scritto:
A questo punto mi (vi) chiedo: per la massa come si fa? Non ditemi che il criterio è lo stesso, perché altrimenti diventa davvero una barzelletta... :D (scherzo, ovviamente ;) ).

Ci si mette qualcosa in orbita attorno.

Donato.


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MessaggioInviato: giovedì 27 dicembre 2007, 23:24 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 19:54
Messaggi: 696
Località: S. Agata Li Battiati
Allora ti faccio un esempio pratico con un discorso molto generale per farmi capire. Sai che esistono fondamentalmente due tipi di particelle in natura, quelle cariche (elettrostaticamente parlando) e quelle neutre. Pur essendo entrambe "particelle" i sistemi usati per rivelarle sono profondamente diversi.
Un pò analogamente, quando consideri pianeti gassosi e pianeti rocciosi, il discorso non cambia. Pur trattandosi di "pianeti" sono completamente diversi. Difatti se ti vai a studiare il modello di formazione del Sistema Solare, vedrai che il modo in cui si sono formati è profondamente diverso, i tempi di formazione sono diversi, le percentuali dei composti sono totalmente diverse, le loro distanze dal Sole sono molto diverse, ma totalmente...è una dicotomia evidente, quindi non vedo cosa ci sia di strano nel considerare due convenzioni differenti sulla misura del diametro, per due sistemi diversi appunto già intrinsecamente.

Per quanto riguarda la misura delle masse, è molto semplice. Devi applicare la 3° legge di Keplero scritta in unità di misure astronomiche (1 UA per la distanza, 1 anno siderale per il tempo e 1 massa solare per la massa), qui di seguito riportata
Immagine
dove a è il semiasse maggiore dell'orbita del pianeta X, p è il periodo orbitale del pianeta X, M con il cerchietto con il punto (antico simbolo del Sole) è la massa del Sole, e m con il cerchietto con la X è la massa del pianeta X che vuoi ricavare. a e p sono noti dalle osservazioni del pianeta, M grande è nota, la massa del Sole, ti ricavi la massa del pianeta con grande facilità.

Un metodo simile ti permette di calcolare ad esempio la massa di Giove dall'osservazione dei satelliti medicei, stavolta però con un procedimento inverso. Nel qual caso è la massa del corpo grande che devi ricavare, e dato che il satellite mediceo lo puoi considerare di massa trascurabile rispetto a quella di Giove, ottieni direttamente la massa del pianeta da un rapporto di semiasse maggiore e periodo orbitale di rotazione di uno tra i quattro satelliti medicei. Spero di essere stato chiaro :D .

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MessaggioInviato: sabato 29 dicembre 2007, 15:30 
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Iscritto il: martedì 2 maggio 2006, 8:59
Messaggi: 5153
Località: Roma
Tipo di Astrofilo: Visualista
Lead Expression ha scritto:
Ecco. Allora non mi trovo. Mi trovo con quanto detto da Ford, ma a questo punto trovo strano che si usino due criteri diversi per misurare il diametro dei pianeti, è evidente che in questo modo si hanno due informazioni diverse (che, come abbiamo visto, differiscono del 10% circa).


Ricorda che stiamo parlando di definire il diametro apparente di due tipi di oggetti diversi: pianeti rocciosi con atmosfera e pianeti gassosi.

E per i pianeti rocciosi, nel caso della Terra (caso limite, perchè a parte gli astronauti delle missioni Apollo nessun occhio umano l'ha mai vista nella sua interezza di pianeta dallo spazio, neanche gli astronauti che vanno sullo Shuttle o sulla ISS), l'atmosfera "visibile" ha una altezza di una ventina-trentina di chilometri su un raggio del pianeta di circa 7000 km.
Da un ipotetico telescopio piazzato su Marte, oservando la Terra, sarebbe una differenza eclatante?

Marte ha una atmosfera estremamente più rarefatta, e quindi penso sia anche più ininfluente.

Di Venere invece si osserva solo l'atmosfera, quindi il diametro apparente è calcolato su quella.
Non sono sicuro si usi il criterio del limite a 1 bar come per i pianeti gassosi, ma suppongo sia così.

Più chiara la questione adesso?

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Claudio

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MessaggioInviato: sabato 29 dicembre 2007, 16:17 
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Iscritto il: giovedì 7 dicembre 2006, 23:07
Messaggi: 8592
Località: Leiden, The Netherlands
Sì, molto più chiara.
Il mio problema è che probabilmente legavo il diametro al volume del pianeta e quindi di conseguenza alla massa ed alla densità media, nonché ai confronti tra le dimensioni dei pianeti. Se invece lo considero come un diametro apparente, "ottico" per così dire, capisco che è un'informazione di natura diversa da quella che pensavo :)

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MessaggioInviato: lunedì 7 gennaio 2008, 0:02 
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Iscritto il: martedì 9 maggio 2006, 23:43
Messaggi: 4101
Località: Padova
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Ford Prefect ha scritto:
Di Venere invece si osserva solo l'atmosfera, quindi il diametro apparente è calcolato su quella.
Non sono sicuro si usi il criterio del limite a 1 bar come per i pianeti gassosi, ma suppongo sia così.

Assolutamente no!! Venere ha una superficie solida, per qual motivo non di dovrebbbe misurare il diametro riferendosi a quella?


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MessaggioInviato: lunedì 7 gennaio 2008, 15:08 
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Iscritto il: martedì 2 maggio 2006, 8:59
Messaggi: 5153
Località: Roma
Tipo di Astrofilo: Visualista
Mars4ever ha scritto:
Ford Prefect ha scritto:
Di Venere invece si osserva solo l'atmosfera, quindi il diametro apparente è calcolato su quella.
Non sono sicuro si usi il criterio del limite a 1 bar come per i pianeti gassosi, ma suppongo sia così.

Assolutamente no!! Venere ha una superficie solida, per qual motivo non di dovrebbbe misurare il diametro riferendosi a quella?


Hai ragione, ma a quanto ho capito Lead si riferiva alla misura del "diametro apparente", ovvero del diametro che vediamo al telescopio.

Ora dato che di Venere non possiamo vedere la superficie ma solo l'atmosfera piena di nubi, il diametro apparente che vediamo quando si osserva al telescopio è quello dovuto all'atmosfera.

Poi giustamente si può misurare il raggio del pianeta e lo spessore dell'atmosfera, essendo un pianeta roccioso (quindi di tipo "terrestre"), ma per il diametro apparente ci interessa quello che vediamo, ovvero diametro del pianeta più lo spessore dell'atmosfera.

Poi che si usi la regola di stabilire il limite dell'atmosfera allo strato a 1 Bar, come ho scritto su, è una mia supposizione in attesa di verifica (non mi sono messo a fare ricerche, speravo che qualcuno che ne sapesse di più intervenisse).

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Claudio

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