Cita:
Dal punto di vista del consumatore, ritengo che sia preferibile restare sul solido terreno delle "certezze" e non mettersi, se possibile, a provare (magari in tribunale) che lo strumento ha un difetto, che la pubblicita' era ingannevole, ecc. ecc. il che, peraltro, puo' essere o puo' non essere, io non ho acquistato strumenti del genere e io (almeno fino a sentenza definitiva) non mi pronuncio. Resta il fatto che secondo la legge italiana, se io acquisto qualcosa ho tutto il diritto di vederlo e provarlo, quindi, andare in negozio, chiedere di provarlo, adesso viene buio presto, fino a che non ne sono soddisfatta. Tanto come e' gia' stato scritto, lo strumento non si pretende che sia "perfetto", solo che dia soddisfazione all'acquirente. Mi piace lo compro, non mi piace "no grazie". Per gli acquisti a distanza, la legge prevede appunto il diritto di recesso proprio perche' non e' stato possibile visionare lo strumento, quindi, appena arriva, e' buona norma provarlo (anche se e' cielo coperto... si puo' sempre inquadrare un'antenna di giorno...) se mi piace lo compro, se non mi piace lo rimando indietro, NON e' necessario dare spiegazioni al venditore, NON e' necessario che lo strumento abbia difetti ne' dimostrarli ne' tantomeno dimostrare che la loro entita' e' tale da rendere inutilizzabile lo strumento, "esercito il diritto di recesso ai sensi dell'..." e via. Qualche rivenditore tenta di rendere la vita difficile a chi lo fa, ma, tanto peggio, puo' solo pestare i piedi, ma poi con forzato sorriso non potra' altro che dire, "ah, beh, certo, e' un suo diritto, nessun problema".
Certo, se ci si tiene lo strumento, magari dopo telefonata "tranquillizzante" con rivenditore "non si preoccupi semmai lo rimanda indietro anche piu' avanti..." allora si' che si deve dimostrare il difetto, e come scrivi, puo' non essere banale.
Carissimia Daniela, innanzitutto devo complimentarmi con te per le ottime conoscienze ed argomentazioni che ogni volta ci delizi.
Sono concorde con tè che prima di tutto sarebbe meglio evitare di andare in Tribunale, ma a volte con certi venditori di.... "FUMO" è l'unico mezzo per far riconoscere i propri diritti ed evitare il perpretrarsi di questa prassi presso codesti signori.
Io personalmente nè so qualcosa avendo promosso una causa, sia in sede civile che presso il Garante della Concorrenza e del Mercato.
Dico di più, quando i "FUMOGENI" non vogliono riconoscere la garanzia o il diritto di recesso e i vari tentativi, bonari, di ottemperare a un ns. diritto, sancito da Leggi della Repubblica Italiana, del quale anche loro fanno parte, non sortiscono l'effetto sperato, l'unico modo rimane la causa Civile e Penale, se nè sussistono i requisiti.
Tutto questo per far in modo che, sempre i "FUMOGENI" imparino la lezione.