Finalmente dopo tanto penare è arrivata una serata limpida e cristallina, con un seeing degno di essere chiamato tale.
La Luna era li, bella alta, messa apposta per essere guardata.
Lo Scopos fremeva, scalpitando nella sua custodia, mente gli oculari nella valigetta sembravano i proiettili messicani di "Chi ha incastrato Roger Rabbit"...
e allora via, verso l'infinito ed oltre...
va beh, mi sono solo "trascinato" sul poggiolo con la fedele Porta, mente i bimbi disegnavano coi pennarelli dentro e fuori dai loro libricini e la moglie si faceva una "ripassata di ammazzamenti e tristezze umane" coi vari telegiornali...
Lo Sky Quality Meter, ultimo gingillo tecnologico portato in anticipo da un Babbo Natale ormai sciancato dal consumismo, mi dava dei valori da "Mezzogiorno di Fuoco", del resto con una simile Luna, assolutamente fuori dalle norme contro l'IL, non avrebbe potuto comportarsi diversamente.
Il freddo polare mi era confermato da una famiglia di orsi bianchi che giocavano a briscola sul balcone dinnanzi.
Il terminatore era proprio nel mio punto preferito, così mi sono potuto concentrare bene sulla Rupes Recta, la cui voragine proiettava un ombra enorme.
Ho giocato un po' con diversi oculari, ma poi ho deciso:
questa sarà la serata d'onore per il modesto ma generoso anonimo Zoom 7-21, sul quale nemmeno i cinesi hanno avuto il coraggio di apporre il loro marchio.
Così monto la barlow 3x sul 66 e ci piazzo sopra lo strano oggetto.
Conscio di poter finire definitivamente in un cassetto, lo zummettone si è prodigato per bene a non sfigurare, cercando persino di dissimulare quel poco di cromatismo che madre natura, nella sua infinita e saggia varietà, gli aveva affibiato come segno particolare.
Ma torniamo a ciò che si vedeva "col cannocchiale", come dicono gli attempati curiosi quando si avvicinano, diffidenti ma sorridenti, ad un telescopio in una serata di Side Walk Astronomy...
La rima Birt, seppur parzialmente coperta dall'ombra dell'omonimo cratere, era ben visibile.
Risalendo, da Mosting a Sommering, fin sopra a Schroter, per cercare la "città lunare", intravedibile solo come una specie di "agglomerato" un po' più scuro.
Salendo ancora, nel Mare Vaporum, le bellissime formazioni che io chiamo "l'impronta del cervo".
Di fianco Eratostene inizia a spuntare dal nero del nulla, un nulla sconfitto nel lontano 1610.
Poi una obbligatoria occhiata al particolare cratere "quasi fantasma" Wallace, che in questa luce mostrava un contorno ben evidente.
Più su Aristillus coi suoi picchi ben visibili al centro, ed il bellissimo Cassini, con i suoi coni A e B che spuntano da un mare di lava liscio come l'olio.
E poi su ancora fino alla incantevole Vallis Alpes, inondata di luce come una lunga pista da Half-Pipe, mentre Plato se ne sta ancora sonnecchiante sul filo del rasoio, aspettando invano che qualcuno lo riempia di caffè bollente; impiegherà ancora un giorno intero a svegliarsi per bene e mostrarsi in tutta la sua maestosa imponenza.
Sulla parte a sud poi un dedalo di formazioni intricate e vertiginose disegnano un infinito gioco di chiaroscuri all'osservazione incantata del quale è assai difficile sottrarsi, con Tycho che ha già iniziato a sparare in giro i suoi micidiali raggi bianchi, Porter che spezza la perfezione di Clavius e Moretus che sembra più che altro una trincea della Grande Guerra..
Poi purtroppo, sul più bello, un gigantesco palazzo di mille piani ha deciso di pararsi proprio davanti alla mia Luna, e non si è più spostato, troncando ogni possibile trattativa con un silenzio tombale...
