1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

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Autore Messaggio
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MessaggioInviato: martedì 18 dicembre 2007, 17:35 
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Iscritto il: martedì 9 maggio 2006, 23:43
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Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
gimmi ha scritto:
Se non fosse epr il rumore di lettura sarebbe possibile acquisire il cielo profondo con la stessa strategia con cui i planetaristi acquisiscono i pianeti e la luna: con videostream di migliaia di frames.

Non è così. Il motivo per cui in hires si sommano centinaia o migliaia di frame è per abbattere la deviazione standard del rumore (teorema del limite centrale) in modo da poter poi applicare filtri passa-alto per evidenziare i dettagli fini.
Questo discorso non c'entra nulla col fattore esposizione! I tempi di posa dei singoli frame sono frazioni di secondo solo perché fortunatamente i pianeti sono soggetti luminosi, ma comunque la dinamica deve essere adeguata altrimenti se i frame sono sottoesposti anche sommandone 3000 l'immagine risultante viene una cagata.


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MessaggioInviato: martedì 18 dicembre 2007, 17:40 
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Iscritto il: lunedì 20 marzo 2006, 8:43
Messaggi: 195
Località: Bergamo
Ricapitolando...

http://forum.astrofili.org/userpix/342_curva_1.jpg

Giusto??

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MessaggioInviato: martedì 18 dicembre 2007, 17:42 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:35
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Località: Dove mi portano le stelle
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
@ mars
Non hai capito.
Se non ci fosse rumore elettronico (sensore teoricamente perfetto) potresti sommare anche 100000 frames da 1 secondo l'uno con l'equivalenza di un frame da 1000000 secondi in quanto i singoli fotoni che colpiscono il ccd verrebbero ad essere sommati (e solo loro) dando un'integrazione unica
Invece essendo il rumore elettronico a rompere gli zibidei devi avere una dinamica da sommare in modo da poter partire da un rapporto s/n già accettabile altrimenti non ce la fai a migliorarlo sensibilmente visto che il rapporto S/N migliora in base alla radice quadrata del numero delle esposizioni sommate.
Il discorso di Gimmi partiva dal presupposto che, se non ci fosse rumore elettronico, avere dieci immagini brevi o una unica che è pari alla somma dei tempi di esposizione delle dieci immagini precedenti sarebbe ininfluente. Ma sappiamo tutti che nella realtà il sensore perfetto non esiste.

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MessaggioInviato: martedì 18 dicembre 2007, 17:49 
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Iscritto il: lunedì 23 aprile 2007, 23:13
Messaggi: 3274
Tipo di Astrofilo: Fotografo
Cita:
No. La guglia è il fondo cielo e le nebulose mentre la parte decrescente verso destra è dovuta alle stelle di campo.
Se ci sono stelle saturate hai una riga di picco in fondo a destra.
Se sei sottoesposto la guglia si sposta a sx e va a contatto con il bordo mentre la parte a dx non arriva a toccare il bordo (nell'immagine che ho postato noti che la sottile linea bianca non arriva al bordo dx ma è vicina)
Se invece sei sovraesposto la linea bianca va a toccare sul bordo destro creando una barra verticale mentre la guglia si sposta a destra.
Logicamente se hai una stella molto luminosa nel campo questa sarà sempre sovraesposta.
Comunque tieni d'occhio la guglia e tienila più o meno in quella posizione.
Come base per cominciare va bene. Poi l'esperienza farà il resto.


Grazie ancora Renzo; ho letto che comprendere l'istogramma della propria camera di ripresa è un criterio molto importante; studierò.. :)


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MessaggioInviato: martedì 18 dicembre 2007, 18:07 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:35
Messaggi: 16955
Località: Dove mi portano le stelle
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Dario Pasini ha scritto:

Non proprio.
Ho fatto velocemente un esempio
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Come vedi nel primo istogramma la guglia è mezza mangiata dal bordo. Il cielo sarà molto nero e la foto è sottoesposta.
Nella seconda sei ancora sottoesposto in quanto la parte destra dell'istogramma non arriva vicino al bordo. La dinamica è bassa ma comunque si può lavorare.
Il terzo istogramma corrisponde alla foto perfettamente esposta (utopia, purtroppo)
Il quarto presenta una sovraesposizione. Può darsi che sia dovuta alla presenza di una stella molto luminosa nel campo (in questo caso va ancora bene ma si può ridurre un po' l'esposizione) oppure perché molte stelle sono bruciate.
In questo caso conviene ridurre l'esposizione
Spero di essere stato chiaro.
Ovviamente questo è il "mio" metodo, non necessariamente il migliore, ovvio.

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MessaggioInviato: martedì 18 dicembre 2007, 18:10 
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Messaggi: 195
Località: Bergamo
Grazie e mille Renzo. :D

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MessaggioInviato: martedì 18 dicembre 2007, 18:38 
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Iscritto il: lunedì 27 agosto 2007, 12:22
Messaggi: 316
Località: Gallarate (VA)
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Per quel che ho compreso dal funzionamento dei sensori e i loro limiti, affinchè un informazione possa rendersi evidente il suo segnale deve risultare decisamente più "elevato" del rumore.
Quindi affinchè un particolare debole possa evidenziarsi questo deve risaltare rispetto al rumore (il famoso rapporto segnale rumore).
Ne consegue che nelle pose molto brevi, la prima soglia che deve superare il segnale è quella determinata dal rumore intrinseco prodotto dall'elettronica della macchina e dagli errori di conversione dl segnale.
Quindi se un particolare debole non supera questa soglia, anche sommando moltissime immagini il particolare non emerge.
Superata questa soglia i particolari deboli cominciano invece a fare i conti con il rumore termico (particolarmente evidente nelle reflex, che dipende da tempo di posa e temperatura esterna).
Dopodichè ed insieme al rumore termico interviene un terzo fattore che dipende dal chiarore del cielo (quando questo diviene rilevante non si ha più alcun guadagno, e se questo satura il sensore addio particolari).
Con la sottrazione del dark (o meglio della media di una serie di dark aventi lo stesso tempo di posa della ripresa), si riesce ad eliminare il rumore ripetitivo, ma permane il rumore casuale.
Quest'ultimo si riduce sommando o mediando il maggior numero di immagini possibile (dato che il segnale ricade sempre sui medesimi pixel, mentre il rumore casuale no).
Ne consegue che per evidenziare un segnale questo deve superare la prima soglia (per questo il tempo di posa non può essere troppo breve) e non superare la seconda (per questo una posa non può essere illimitata, soprattutto se il sensore non è raffreddato ed il cielo non è scurissimo).
Il massimo risultato si ottiene, ovviamente, quando il tempo di posa oltre a collocarsi tra la prima e la seconda soglia raggiunge il picco massimo di guadagno (il più alto rapporto tra segnale e rumore).
Sommando o mediando il maggior numero di queste immagini il guadagno migliora ulteriormente e notevolmente di un fattore pari alla radice quadrata del numero di immagini (questo numero invece davvero non ha limiti, se non quelli dettati dalla pazienza e se si tratta di una somma dalla dinamica massima del software usato per l'elaborazione).
Ciò che invece mi lascia perplesso è l'affermazione (probabilmente vera) che i professionisti non eseguono alcun dark.... infatti anche con sensori raffreddati ad azoto liquido permane comunque un piccolo rumore elettronico, qualche piccolo errore di conversione e qualche piccola disomogeneità nella risposta dei singoli pixel (il sensore perfetto non esiste in natura, anche se la disomogeneità si corregge con il flat)... ma forse questo rumore molto lieve viene semplicemente considerato trascurabile!
Spero di non aver detto qualche inesattezza.

Cieli sereni

paolo

PS: in fin dei conti il diagramma che Renzo suggerisce di osservare, mostra proprio dove si colloca il segnale (se è tutto a sinistra l'immagine è sottoesposta e il segnale rischia di affogare nel rumore, se è molto spostato a destra alcune zone dell'immagine sono sature).


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MessaggioInviato: martedì 18 dicembre 2007, 18:49 
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Renzo_Del_Rosso ha scritto:
Se non ci fosse rumore elettronico (sensore teoricamente perfetto) potresti sommare anche 100000 frames da 1 secondo l'uno con l'equivalenza di un frame da 1000000 secondi in quanto i singoli fotoni che colpiscono il ccd verrebbero ad essere sommati (e solo loro) dando un'integrazione unica

E come la metti con la conversione analogico/digitale? Anche un sensore ideale deve sempre associare un'intensità luminosa a un numero intero.
Immagina di avere un flusso di un oggetto debole pari a 0,1 ADU/s. Perciò se fai una posa da 1000 secondi ottieni 100 ADU, mentre se fai una posa da 1 secondo quel 0.1 viene arrotondato a 0, e anche facendo 1000 foto viene che 0*1000 fa sempre 0.


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Un flusso di 0,1 adu/s significa che in dieci secondi avrò 1 adu.
Ammettendo di avere (ti ricordo che stiamo parlando in termini di sensori ideali e non reali) una trasformazione del 100% significa che beccherò un fotone ogni 10 secondi per cui ci saranno nove frame con quel pixel a 0 e un frame con il pixel a 1
Ti ricordo che gli adu sono strettamente correlati al numero dei fotoni che colpiscono il sensore per cui, sempre nell'ideale, operiamo sempre con valori discreti e non continui

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MessaggioInviato: mercoledì 19 dicembre 2007, 11:13 
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Iscritto il: mercoledì 17 ottobre 2007, 11:38
Messaggi: 11259
paolopunx ha scritto:
Per quel che ho compreso dal funzionamento dei sensori e i loro limiti, affinchè un informazione possa rendersi evidente il suo segnale deve risultare decisamente più "elevato" del rumore.
Quindi affinchè un particolare debole possa evidenziarsi questo deve risaltare rispetto al rumore (il famoso rapporto segnale rumore).
Ne consegue che nelle pose molto brevi, la prima soglia che deve superare il segnale è quella determinata dal rumore intrinseco prodotto dall'elettronica della macchina e dagli errori di conversione dl segnale.
Quindi se un particolare debole non supera questa soglia, anche sommando moltissime immagini il particolare non emerge.
Superata questa soglia i particolari deboli cominciano invece a fare i conti con il rumore termico (particolarmente evidente nelle reflex, che dipende da tempo di posa e temperatura esterna).
Dopodichè ed insieme al rumore termico interviene un terzo fattore che dipende dal chiarore del cielo (quando questo diviene rilevante non si ha più alcun guadagno, e se questo satura il sensore addio particolari).
Con la sottrazione del dark (o meglio della media di una serie di dark aventi lo stesso tempo di posa della ripresa), si riesce ad eliminare il rumore ripetitivo, ma permane il rumore casuale.
Quest'ultimo si riduce sommando o mediando il maggior numero di immagini possibile (dato che il segnale ricade sempre sui medesimi pixel, mentre il rumore casuale no).
Ne consegue che per evidenziare un segnale questo deve superare la prima soglia (per questo il tempo di posa non può essere troppo breve) e non superare la seconda (per questo una posa non può essere illimitata, soprattutto se il sensore non è raffreddato ed il cielo non è scurissimo).
Il massimo risultato si ottiene, ovviamente, quando il tempo di posa oltre a collocarsi tra la prima e la seconda soglia raggiunge il picco massimo di guadagno (il più alto rapporto tra segnale e rumore).
Sommando o mediando il maggior numero di queste immagini il guadagno migliora ulteriormente e notevolmente di un fattore pari alla radice quadrata del numero di immagini (questo numero invece davvero non ha limiti, se non quelli dettati dalla pazienza e se si tratta di una somma dalla dinamica massima del software usato per l'elaborazione).
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Spero di non aver detto qualche inesattezza.

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PS: in fin dei conti il diagramma che Renzo suggerisce di osservare, mostra proprio dove si colloca il segnale (se è tutto a sinistra l'immagine è sottoesposta e il segnale rischia di affogare nel rumore, se è molto spostato a destra alcune zone dell'immagine sono sature).


Affermo che non viene usata perche' una volta (altri amici miei ben 3 volte) usai il telescopio da un metro alla Palma nelle Canarie (quello professionale) che una volta (adesso e in disuso) lo davano anche ad astrofili.
Il chip era per uso scientifico e gia di se per se aveva un rumore non solo basso (a prescindere dalla temperatura) ma soprattutto, visto l'importanza per lavori astronomici, una deviazione standard molto limitata. Poi se ci metti la temperatura a cui lavora....insomma anche con pose lunghe (per esempio facemmo h-alpha di una nebulosa per circa 15m di immagine singola) la deviazione standard era ridicola, parliamo di 5!!!! (ricordo che la deviazione e un numero che si abbassa con la temperatura d'esercizio e con esposizioni brevi).


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