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MessaggioInviato: lunedì 3 dicembre 2007, 18:13 
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Lascio un link che introduce ad alcuni dei concetti di interferometria che stanno alla base dello sviluppo di telescopi anche "interferometrici" come LBT, VLT, KECK (e gli altri giganti) e spiega i vantaggi/svantaggi di larghe baselines (separazioni) come sui quattro VLT o basse separazioni (tipo LBT).

http://medusa.as.arizona.edu/lbto/why.htm

Saluti, paolo

EDIT:

Altra robetta interessante per ripassare, sempre inglese, qui troviamo anche i concetti teorici che richiama Daniela circa la riduzione del disco

http://www.telescope-optics.net/index.h ... F_CONTENTS

http://www.telescope-optics.net/obstruction.htm

bye....


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MessaggioInviato: lunedì 3 dicembre 2007, 19:27 
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Ciao a tutti e grazie per gli interventi e per l'interesse a questa discussione, davvero al di la' di ogni mia aspettativa.

Peter, hai ragione che il seeing e' un forte handicap per telescopi a grande ostruzione. Questo anche per telescopi "normali" che sono in commercio e in produzione in serie, per esempio per gli RC una ostruzione del 50% e' "normale". Se si richiede campo largo, ed e' difficile che questo avvenga in visuale (ma non impossibile: LOMO fa dei bellissimi monocoli, 30mm di apertura, ci sono nella versione x8 e x10, sono dei Matsukov-Gregory, e l'ostruzione e' del 60%.....) i sistemi a specchi richiedono per forza di cose un'ostruzione centrale grossa. Se la localita' osservativa non permette di sfruttare uno strumento del genere, allora si devono fare scelte diverse (ad esempio un apo "corto" se si ha bisogno di campi larghi, o un rifrattore a lunga focale se la dimensione del disco di Airy deve essere minimizzata) con tutti i loro vantaggi e svantaggi. Quanto alla meccanica che deve essere impeccabile, direi che questo e' un dato di fatto che vale per strumenti molto, molto meno esotici (anzi mi viene da dire che vale per *tutti* gli strumenti, e non credo di essere "troppo cattiva"). Ha senso per l'amatore acquistare uno strumento specialistico a ostruzione elevata? Non lo so. Ha senso per l'amatore uno strumento come il LHIRES che ho citato? O anche "solo" un bel RC da 40cm? Ha senso un filtro solare H-alfa? Ha senso un sensore CCD che costa qualche migliaia di euro? E un TEC180 ha senso? Certamente non ha senso acquistare "da solo" uno di questi oggetti, non ha neanche senso acquistarli come primo acquisto, nessuno di questi potrebbe funzionare da solo (neanche i telescopi, che esigono solida montatura) pero', questi sono tutti strumenti con un mercato ampio tra gli amatori (anche se sono strumenti che vengono *anche* acquistati da professionisti e semiprofessionisti).

Lead riguardo alle frasi che citi
Cita:
- in situazioni di seeing ideale, l'ostruzione esalta dettagli ad elevato contrasto e ad elevata frequenza spaziale, mentre penalizza strutture a basso contrasto e bassa frequenza spaziale
...
- ostruzione centrale significa meno contrasto e quindi pretende un cielo, non solamente con pochissima turbolenza, ma anche molto buio (purtroppo anche questo oggi in italia non esattamente facile da trovare....)

"in condizioni di seeing ideale" e' la precondizione in assenza della quale gli strumenti a ostruzione media, medioalta, alta, e tantopiu' esagerata, sono fortemente penalizzati per non dire inutilizzabili. Supponendo di avercelo, questo seeing buono (e in italia, quando gli strati atmosferici sarebbero messi bene, il cielo tante volte e' coperto....) possiamo tirare fuori il nostro strumento a ostruzione elevata, a fianco magari del nostro altro strumento a ostruzione bassa o nulla. Fianco a fianco lo strumento a ostruzione elevata performa meglio se l'oggetto e' a contrasto elevato (nero su bianco) e male se e' a contrasto basso (tenui sfumature pastello) e performa meglio se sono dettagli minuti e peggio se sono ampie zone di colore. Lo strumento a ostruzione elevata sara' quello che meglio permette di leggere l'elenco telefonico piazzato aperto sotto un lampionaccio dei peggiori (numeretti piccolissimi nero su bianco e illuminatissimi) mentre sulle bande di saturno fara' una magra figura. Questa e' una prova che puoi fare tu stesso mettendo un'ostruzione centrale (la fai di cartone e l'attachi con un paio di fili di nylon) ad un rifrattore e vedi come si modifica il suo comportamento. Puoi anche vedere come cambia la sensibilita' al seeing guardando con lo strumento senza ostruzione e ostruito, attraverso una finestra chiusa, attraverso una zanzariera, e cosi' via.
L'altro effetto dell'ostruzione centrale e quindi della dispersione di una percentuale maggiore di luce fuori dal disco di airy, e' di diminuire il contrasto. Si vede facilmente la differenza tra il fondo cielo di un rifrattore e quello di un newton messi fianco a fianco, il fondo cielo del rifrattore e' nero, quello del newton, anche sotto cieli buoni, non e' mai proprio "bello scuro" anzi a volte e' proprio lattescente. Gran parte della "colpa" ce l'ha l'ostruzione centrale, e anche qui puoi fare la prova con il rifrattore simulando un'ostruzione. Se il cielo e' buio, questa caratteristica non crea problemi. Se il cielo non e' buio.... lo strumento diventa poco utilizzabile, come un dobson sotto i lampioni (anzi peggio....)
Riguardo alla tua domanda se una ostruzione "pesante" abbia senso su strumenti "umani", rispondo di si' se per "pesante" intendi 55, 60% (che sono valori neanche tanto inconsueti) e se per "strumenti umani" intendi strumenti magari specializzati (come gli RC) ma di dimensioni medie (diciamo entro i 50cm) e in vendita a cifre costose ma non estreme. La perdita di luce e tutti gli altri punti deboli di un simile schema ne fanno uno strumento specialistico, non certo un telescopio tuttofare. Pero' strumenti del genere si producono e vendono in (piccola) serie anche fra gli amatori. L'interferometria ottica invece, le cose stanno esattamente come dici tu, ma non credo proprio che sia fattibile attualmente a livello amatoriale. Ho scritto "attualmente" ;-)

Paolo condivido pienamente quanto scrivi. Alla fine della fiera il rifrattore da 10cm e' quello che esce fuori la maggior parte delle notti e che ci mostra la maggior parte dei dettagli. Con questo si scatenera' di nuovo la solita discussione che non avrei nessuna voglia di riattizzare, ma alla fine' e' sempre cosi'. Tanti telescopi eccellono ciascuno nel loro punto di forza e ci mostrano dettagli che non avremmo sospettato (e che magari, DOPO, ritroviamo nel nostro 4") ma l'osservatore medio che osserva dal terrazzo o dal giardino tante notti all'anno, che vuole godersi il cielo e non aspettare la nottata di grazia quella che viene 2-3 volte all'anno, spero di non far riesplodere il flame ma un (almeno uno) rifrattore da 10cm di buona qualita' dovrebbe avercelo. Dopodiche' pero' se vogliamo andare oltre, se vogliamo, come visualisti o come astrofotografi o entrambe le cose, imparare sempre di piu' su un determinato oggetto (soprattutto quelli di noi che lo hanno gia' visto tante volte) io credo che diventi quasi una necessita' diversificare la strumentazione. E combinare immagini ottenute da algoritmi.... ooopss.... da strumenti diversi. Quando si cerca di spremere dettagli dal problema - e sappiamo bene che e' un problema inverso e un problema mal posto, con tutte le conseguenze del caso - nonche' di evitare gli artefatti, diventano cruciali due cose. La prima e' il confronto tra algoritmi diversi. La seconda e' come giustamente dici, la comprensione del problema e la conoscenza del soggetto osservato. Gli algoritmi della TAC contengono l'informazione del range delle densita' che i tessuti fisiologici e patologici del cervello e delle ossa e degli altri tessuti possono assumere. Nel momento in cui arriva un paziente che ha o potrebbe avere, poveraccio, schegge metalliche o proiettili nel cranio, il tecnico per prima cosa modifica il profilo, fornisce questa informazione all'algoritmo, che e' cruciale per una ricostruzione affidabile. Per fare un esempio piu' astronomico, il team di hubble (non esattamente degli incompetenti in fatto di image processing) s'e' ritrovato a un certo punto un'immagine "strana", una specie di pallina mezza circondata da una specie di C; questa immagine, restituita dagli algoritmi che avevano reso utilizzabile l'hubble "cecato", e' stata subito notata, i parametri aggiustati, immediatamente diventata una bella pallina (e, quella, e' stata diffusa in pubblico) e via, e il kernel aggiustato e' quello che s'e' continuato a usare. Parecchi anni dopo e dopo la missione del columbia, hst ha di nuovo inquadrato quella regione di cielo. Oh, sorpresa. La pallina al centro era piu' piccola e meglio definita, e intorno, il cerchio era evidente e quasi completo. Una lente gravitazionale. Riguardando il raw di prima, le features erano evidenti, anche se poco probabili. E tuttavia, senza dubbi e senza discussioni e senza rimpianti, il team punta di diamante - a livello mondiale - della ricostruzione immagini, ha riaggiustato il kernel per farle sparire. Solamente un'immagine dall'affidabilita' indiscutibile, e peraltro acquisita casualmente, ha mostrato la feature - e l'errore. Soprattutto oggi che (grazie ai computer che ci permettono di calcolarla) la PSF e' diventata di fatto un parametro del telescopio - e senza andare a cercare applicazioni professionistiche, la maschera che Alessandro Bertoglio ha citato in un altro thread per facilitare l'osservazione di Sirio B e' un esempio alla portata di ogni amatore - discriminare tra features e artefatti puo' essere tutt'altro che agevole.
Grazie Paolo dei links che vado a leggere molto volentieri.
Daniela


Ultima modifica di Daniela Bigatti il lunedì 3 dicembre 2007, 19:35, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: lunedì 3 dicembre 2007, 19:35 
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Ciao, paolo


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MessaggioInviato: lunedì 3 dicembre 2007, 19:58 
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Viste le eruditissime indicazioni e spiegazioni...sul discorso di ostruzione mi avete fatto venire in mente un altro aspetto della stessa medaglia(il Seeing) e cioe' la diaframmatura.

Infatti se l'ostruzione puo' causare quelle situazioni di "lattescenza" in molti cieli delle nostre latitudini e citta'...e che metterebbe i rifrattori al primo posto per questo maggiore contrasto tra sfondo e oggetti...si aggiunge il discorso che lega i diaframmi ai rifrattori (ma anche ai riflettori).

Proprio ieri sera leggevo un libretto di W.Ferreri che ne parla in modo succinto ma sufficiente, almeno per il mio livello.

Infatti , sempre nel tema di maggiore qualita' della osservazione , si aggiungono i diaframmi che pur riducendo la capacita' risolutiva , aumentano quella del contrasto e della visione di oggetti come pianeti, Luna, Sole.

Ma soprattutto sono fattori che entrano in gioco con il seeing cattivo, migliorando la situazione rispetto ai grandi diametri ostruiti.

Invio a titolo di esempio un calcolo delle posizioni dei diaframmi in un rifrattore come il GOERZ dove a quelli reali ho ipotizzato anche un terzo diaframma.

http://forum.astrofili.org/userpix/103_Diaframmi_in_un_rifrattore_1.jpg

Molti osservatori di valore , come citato nel libro di Ferreri, si sono pronunciati pero' negativamente se si osservano stelle doppie(ovvio per l arisoluzione).

Insomma , come si accennava in un altro topic dedicato ai rifrattori, non e' sempre il diametro che dona la qualita' assoluta , ma molti altri aspetti entrano in gioco.

Diaframmatura ed ostruzione sono diversi ma decidono della qualita' piu' del diametro del Tele.

Un altro piccolo esempio ...un laureato in astronomia e fisica all'universita' di Roma , mi spiegava due anni fa come da vari studi effettuati (test) in ambito di cieli inquinati o mediamente inquinati (piu' apporto del seeing), i diametri di 9-11 cm erano risultati migliori dei grandi diametri.

Ho solo citato fonti ma mi sento di condividerle pienamente.

Scusate invece le mie ovvieta' su alcuni aspetti.

Ciao


Ultima modifica di saturn55 il lunedì 3 dicembre 2007, 23:35, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: lunedì 3 dicembre 2007, 23:17 
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Perfetto daniela, ora è molto più chiaro, grazie anche a Paolo. Fondamentalmente si tratta niente più che un'analisi sistemistica (ho detto poco... :D), sapendo regolare i parametri della PSF (niente meno che la risposta impulsiva del sistema) si riesce ad ottenere quello che si vuole. Quindi diciamo che praticamente un'ostruzione non effettua altro che una sorta di filtraggio passa alto (spaziale) dell'immagine che arriva. Questo implica che se i dettagli fini sono corrotti dal seeing, con uno strumento ultra performante di questo tipo si vedrà comunque una schifezza, e quindi genericamente l'ostruzione è inversamente proporzionale alla qualità dell'immagine.
In effetti io per strumenti "umani" intendevo un banale newton 300 o qualcosa di simile... Ma giustamente, come tu dici, se il seeing non lo permette è ovvio che gli strumenti commerciali debbano avere un'ostruzione contenuta.
Ok, chiaro :)

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MessaggioInviato: martedì 4 dicembre 2007, 1:50 
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si' Lead e' come dici, sia riguardo all'analisi sistemica per strumenti (professionali) iperspecializzati - e a volte per tecniche amatoriali quali la maschera esagonale, l'apodizzazione, e simili; e anche riguardo al passa alto (spaziale) anche se a botta non ti so dire la MSF di strumenti "tipici" e con che andamento scende. Attenzione che la PSF e la risposta all'impulso sono simili ma non identiche.
Riguardo al newton 300, questo e' fattibile sia con ostruzione elevata che con ostruzione bassa, quello con ostruzione bassa ("newton planetario") lavorera' al meglio ad alte risoluzioni alti ingrandimenti e dettagli a bassa frequenza spaziale e basso contrasto; quello con ostruzione elevata lavorera' al meglio a larghi campi e bassi ingrandimenti e dettagli ad alta frequenza spaziale e fortemente contrastati. Entrambe le categorie si trovano in commercio etichettati come "astrografi newton" mentre per qualche ragione, i newton venduti per osservazione visuale sono di solito a bassa ostruzione. Non so se ci sia qualche ragione obiettiva, anche perche' vedo che non e' raro che gli osservatori usino spesso il dobson a ingrandimenti bassi. Anche il problema dell'IL e del cattivo seeing, nei siti osservativi dove si va col dobson e' di solito ridotto, salvo alcuni siti ad elevata trasparenza ma seeing tutt'altro che stabile.
Accusare gli strumenti ad ostruzione elevata di essere eccessivamente specialistici e di lavorare male in condizioni di cattivo seeing e' un po' come accusare la caffettiera di essere scomoda per cuocere le patate fritte. E' sicuramente vero che la caffettiera e' utile solamente per preparare una cosa, che non e' nemmeno la piu' indispensabile, ed e' fuori discussione che anche in caso di necessita' e' praticamente impossibile cuocerci qualcos'altro. Ma quanti di noi si preparano il caffe' nel versatilissimo pentolino?


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 Oggetto del messaggio: Diaframmi nei telescopi
MessaggioInviato: martedì 4 dicembre 2007, 8:32 
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Volevo solo chiarire un punto che non ho sottolineato abbastanza.

Mentre l'ostruzione del fascio ottico e' solo del riflettori...per quanto i diaframmi (o diaframmatura in genere) si puo' applicare in entrambe le tipologie di telescopi...rifrattori e riflettori.

Anche se nella mia piccola esperienza personale e dei miei strumenti , la diaframmatura e' presente solo o soprattutto nei rifrattori.

Nei rifrattori , come cita Ferreri nel libretto dedicato agli accessori per telscopi, dipende dalla qualita' dell'ottica e dal tipo di osservazione.
http://forum.astrofili.org/userpix/103_pagina_1_diaframmi_rid_1.jpg

Anche nei Newtoniani e SC o MAK si effettua ma sinceramente , almeno nel miei telescopi non e' stata applicata dalle ditte (Meade,Celestron,MTO).

Ciao

P.S. scusate le modifiche ed aggiunte ...ma preferisco affinare il post per essere piu' preciso.


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MessaggioInviato: martedì 4 dicembre 2007, 9:50 
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daniela ha scritto:
e anche riguardo al passa alto (spaziale) anche se a botta non ti so dire la MSF di strumenti "tipici" e con che andamento scende. Attenzione che la PSF e la risposta all'impulso sono simili ma non identiche.


Da quello che ho letto circa la MSF è un semplice legame di trasformata di fourier (la psf è nello spazio, è la risposta impulsiva del telescopio, la msf è in frequenza spaziale). Cito dal link postato:

Cita:
MTF can also be defined as is the magnitude of the Fourier transform of the point or line spread function— the response of an imaging system to an infinitesimal point or line of light. This definition is technically accurate and equivalent to the sine pattern contrast definition, but can't be visualized as easily unless you're an engineer or physicist.


Ovviamente se si parla di line spread function, si ha una mfs monodimensionale come riporta il sito (risposta ad una linea di luce), altrimenti bidimensionale.
Sarebbe interessante, a questo punto, conoscere il legame tra la psf e lo schema di un telescopio, magari newtoniano, in base ai parametri (che immagino siano diametro, rapporto focale e ostruzione), anche se non penso sia facile. In questo modo potrei tramite un facile script Matlab calcolare le psf e relativa msf (che sicuramente è di più facile interpretazione) al variare dell'ostruzione (in ipotesi ideali, ovviamente) e postarne i risultati grafici. Sarebbe un lavoro di 10 min ma imho molto valido (e probabilmente qualcuno ci ha già pensato :) ).

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MessaggioInviato: martedì 4 dicembre 2007, 10:01 
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Daniela,

daniela ha scritto:
...... in condizioni di cattivo seeing e' un po' come accusare la caffettiera di essere scomoda per cuocere le patate fritte.


Qui mi hai fatto fare una risata alle 9 di mattina, bello il paragone ;)

-

Saturn, è vero c'è sempre la diaframmatura che può aiutare a combattere il seeing, a volte si tende a dimenticarlo.
Con quello che costano sti centimetri di apertura a uno gli viene male solo al pensiero ;) ....
..... e comunque tornando seri per 1 secondo è chiaro che in generale uno non pensa a comprare un telescopio con la scappatoia della diaframmatura se tutto va male, la scelta dello schema dovrebbe essere imbroccata a priori. Poi se proprio si deve per via della situazione o se il soggetto ne giova (per le sua caratteristiche), si fa.

A presto, paolo


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MessaggioInviato: martedì 4 dicembre 2007, 10:09 
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Lead Expression ha scritto:
potrei tramite un facile script Matlab calcolare le psf e relativa msf (che sicuramente è di più facile interpretazione) al variare dell'ostruzione (in ipotesi ideali, ovviamente) e postarne i risultati grafici. Sarebbe un lavoro di 10 min ma imho molto valido (e probabilmente qualcuno ci ha già pensato :) ).


Tu Matlabizza pure, poi magari passi l'M file. E' interessante...

Se poi trovi il modo (non chiedermi come....) di includere condizioni di non idealità, tipo gli errori di lavorazione o l'effetto di un certo seeing, sarebbe davvero un plus.

Ciao, ora mi eclisso.

Paolo


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