Buongiorno a tutti/e,
Questa sembra davvero una sorta di saga che non vuole arrestarsi e che ogni volta assume le tinte di quelle telenovelas pluridecennali che inquinano — insieme al resto — l'etere del nostro Paese (e non solo di quello).
Avevo scritto, all'inizio della mia "trattazione ospedaliera" — che con gioia apprendo essere stata apprezzata (anche se sinceramente m'importa davvero poco rendermi conto che quanto scrivo sia salvato sui dischi rigidi senza produrre più sostanziali conseguenze) — che mi avrebbe davvero fatto piacere non ci fosse stata una replica stile tifo-da-stadio. Ma pare non ci sia proprio verso.
Quindi — mestamente — vi rispondo. Dopodiché se qualche moderatore deciderà di chiudere questo topic, per me è ok. Ché tanto non andiamo da nessuna parte.
Lo dico davvero con molta mestizia ed un po' di sconforto e dopo essermi anche imbattuto ieri sera nel topic sull'autocostruzione del dobson dove ho appreso che qui in Italia vigono leggi fisiche per cui un'ottica lambda/8 PV ed una lambda/8 RMS sono sinonimi, e quindi equivalenti...! E tanto comunque questo non conta nulla perché poi l'unica cosa che vale sono le prestazioni sotto il cielo...! Come se queste prestazioni fossero determinate dalla maggiore o minore vicinanza degli effluvi che escono dal calderone dove si sta preparando la pozione coi denti di drago...
Comunque... andiamo avanti.
Cerco di rispondervi ad un tempo — Ale e Marco — e, credetemi, lo faccio con sincerità ed amicizia. Spero di essere esauriente (ma ormai comincio davvero a temere che non potrò mai esserlo) e di non essere frainteso.
Ale, sì ho preso spunto da te per cercare per l'ennesima volta null'altro che di far comprendere. Ma pare non ci sia verso. Dove in passato avevo fatto liste — che sono state attaccate, ma mai confutate — questa volta ho portato formule — le formule attraverso cui tutti (voi, noi, me, qui, altrove) valutano, costruiscono, acquistano telescopi. Ma niente. Qui le formule di ottica ondulatoria che si trovano univocamente specificate in qualunque testo (ed i cui parametri sono menzionati nei certificati ottici degli strumenti che acquistiamo o costruiamo) diventano "ipotesi da me fatte" e "conti" senza "effetto pratico diretto ed univoco".
Bene. Ne prendo atto. A me sinceramente non cambia nulla.
Mi permetto solo di farti notare che quanto tu porti a confutazione delle "mie" formule — ossia un'esperienza di magnitudine limite da te raggiunta — è forse quanto di più aleatorio esiste in astronomia. Le formule che ti permettono di calcolare la massima magnitudine raggiungibile in visuale — e dico "formule" non a caso, dato che ne escono fuori di nuove in continuazione visto che sull'argomento non c'è davvero (e non ci può essere) univocità — hanno talmente tanti e tali parametri da prendere in considerazione da scoraggiare qualunque riproducibilità. E la riproducibilità, ne converrai, è una delle caratteristiche fondamentali di qualunque esperimento scientifico.
Ma nel Belpaese è tutto più semplice e lineare. Basta solo considerare l'apertura dell'obiettivo e festa finita.
Invece nel resto del mondo, oltre a tale fattore, le varie formule di calcolo della magnitudine limite prendono in considerazione *almeno*:
- ingrandimento a cui è usato lo strumento
- magnitudine ad occhio nudo (questa nella "tua" ipotesi c'è)
- età dell'osservatore (e qui già entriamo nell'aleatorio più totale, come se due trentenni fossero identici...)
- stato dell'occhio dell'osservatore (affaticato? difetti ottici [lista lunga così]? risposta spettrale? dieta? etc.]
- tipo di telescopio (come se ci fossero due newton o due sct identici)
- stato del telescopio (hai voglia a calcolare le variabili qui...)
- tipo di oculare
- stato dell'oculare
- colore spettrale della stella osservata
- distanza dallo zenit
- coefficiente di estinzione
- turbolenza "media"
- esperienza dell'osservatore
...continuo...?! posso, ma — come sempre, mi pare che basti.
Tu dici che il tuo dobson 14" ti ha permesso di raggiungere la magnitudine 15. E allora? Non ho difficoltà a crederti. Ho fatto per anni astronomia con persone — è solo un esempio, ne ho vari — che avevano avuto telescopi a pile (ed esperienza corrispondente) osservavano da 40 anni e col loro strumento da 12" sotto cieli favorevoli e con tecnica accurata raggiungevano la 17...
Ma da questo io non inferisco affatto che le "mie" formule sono perfettamente corroborate dato che il loro telescopio era lambda/80 mentre il tuo è una schifezza. Ne inferisco più saggiamente — e assai trivialmente — che le condizioni del cielo sono variabili e che non esistono due serate uguali.
Non a caso — mi si concederà — non ho mai fatto un confronto che non fosse un testa a testa. Anche quando si tratta di due "strumentini" (penso al Telementor e al Tak FS-60c) che delle condizioni del cielo il più delle volte se la ridono. Ultimamente mi è capitato di condividere le mie osservazioni di Marte privatamente. Tra i miei commenti c'è stato anche che "mi pare" — sulla base della mia esperienza e memoria visiva e dopo aver seguito attentamente le ultime cinque opposizioni durante dieci anni con almeno quaranta strumenti diversi (uno di questi, un rifrattore da 9 cm) — "mi pare" appunto che il Telementor oltre a splittare doppie al limite (anche qui le variabili sono varie) di un rifrattore da 71mm vada meglio su Marte di quel rifrattore da 90. Vero. Mi pare. Ma si tratta di un confronto a distanza su due sere diverse in due opposizioni diverse. Nonostante sia sicuro della mia memoria visiva, non mi sognerei mai di affermare che "il mio Telementor va come un rifrattore da 90mm". Ed il confronto tra *questo* Telementor e *quel* rifrattore lo potrò concludere solo ed unicamente quando li metterò uno accanto all'altro nella stessa sera con lo stesso oculare cercando di equalizzare gli ingrandimenti senza inficiare le prestazioni ottiche dell'uno o dell'altro e cercando di scegliere una sera in cui il seeing *medio* sia migliore di 1.3 secondi d'arco (meglio se inferiore al secondo). E tante altre cautele del caso. Altrimenti, semplicemente, evito di aprire bocca perché quanto direi sarebbe privo di qualunque affidabilità.
Se non si usa questo tipo di cautela, i confronti fra strumenti si risolvono al più nell'equivalente dei discorsi da bar della domenica mattina in cui i podisti, crodino alla mano, si chiedono l'un l'altro "qual è il tuo tempo sulla maratona"...?! Questa cifra, qualunque essa sia, è totalmente priva di senso. Non ci sono due maratone uguali. Non ce ne sono in giro per il mondo e non ve ne sono nella stessa città. Ogni volta è una corsa diversa, non solo perché il tracciato può essere diverso ma perché le variabili climatiche (e non solo) sono talmente tante da non poter essere prese nemmeno in considerazione.
Questo per cercare di farti riflettere sul perché la tua esperienza osservativa è priva di qualunque base per corroborare o confutare le "mie" formule. Come l'esperienza osservativa dei miei amici francesi è parimenti priva di senso se la volessi — ma, appunto, me ne guardo bene — utilizzare per dire che il tuo dobson ha uno specchio da buttare al secchio.
Allo stesso modo, il fatto che "a te importi poco del disco di Airy" quando osservi nebulose e galassie, non vuol dire affatto che l'ottica ondulatoria cambi le sue leggi in accordo con quanto ti cale o meno. La luce continua ovviamente a *non* comportarsi come i debiti de nostri governi (scritti rigorosamente in minuscolo) e delle nostre squadre di calcio (idem) che si "spalmano" su aree più vaste per il nostro migliore gradimento. Il segnale luminoso continua imperterrito a "focalizzarsi" seguendo leggi fisiche, non desideri individuali. E quanto non si focalizza, e di conseguenza si "spalma", in fisica si chiama solo ed unicamente "disturbo". Tu puoi continuare ad osservare nebulose fino alla notte dei tempi ma questo non cambia.
L'unico modo in cui puoi immaginare di fare dei confronti che possano avere la lontana pretesa di cominciare a corroborare un qualche straccio di ipotesi — ma te lo scrive chi ha lavorato professionalmente in campo epistemologico per un paio di decenni facendo sempre uso di assai più stringenti principi falsificazionisti (e con tutto ciò, trarre delle conclusioni non prive di senso è assai duro...) — passa per la determinazione di condizioni talmente controllate che il semplice fatto di avere due metri di distanza tra due strumenti ed aver osservato su uno dei due per cinque minuti più a lungo può mandare — non "manda sempre comunque e dovunque" [mi preme specificarlo dato che in passato le mie parole sono state assolutizzate e travisate in lungo e in largo], ma "può facilmente mandare" — tutto alle ortiche.
Oltre ad essere di una bellezza sconvolgente, mettere l'occhio dietro ad un telescopio rimane un'esperienza fisica e fisiologica estremamente complessa. Fare un confronto che abbia un minimo di senso richiede solidissime basi teoriche e l'allestimento di un "laboratorio" con condizioni più controllate possibile. Confrontare esperienze a distanza, di nuovo, è totalmente privo di senso.
Questa è la ragione per cui quanto mi è capitato di condividere in questi mesi troverà pure spiegazione nelle formule ma nasce da mera esperienza osservativa — esperienza *totalmente* in accordo con esse.
Di nuovo — m'è già capitato di dirlo a chiare lettere, ma lo ripeterò anche perché così cerco di rispondere anche a Marco: dal 1976 al 1997 (fanno ventun anni, non cinque minuti) io me medesimo e me solo, e se si escludono i binocoli, NON HO AVUTO NULL"ALTRO CHE RIFLETTORI, QUELLI CON GLI SPECCHI. Mi sono passato praticamente tutte le configurazioni ottiche sul mercato e SÎ HO AVUTO UN NEWTON DA 16", e anche un CASSEGRAIN da 16". E mi sono passato tutti i Celestron dal C90 al C14. E una pila di Maksutov di tanti costruttori diversi. Ero talmentre nei maksutov che mi sono pure costruito un maksutov sotto vuoto per eliminare la turbolenza e poter osservare il Sole...! Ci dormivo con i miei specchi. So PERFETTAMENRTE come vanno. Va bene così...?!?! NON mi ci vuole niente ad andare sotto casa a farmi un dobson grande così o un bel C14. Ne ho avuti due, Santo Iddio...!!!
Ma una sera del 1995 ho messo — la stessa sera nello stesso momento — un Maksutov e un rifrattore apocromatico uno accanto all'altro su Giove. Un maksutov di diametro doppio con un rifrattore apocromatico di diametro metà. E lì ho capito che quello che cercavo non era dove lo stavo cercando. Si badi: non ho buttato via tutti i miei riflettori. Sono state dismissioni durate dal 1996 al mese scorso. Parliamo di altri undici anni, non di un quarto d'ora. E ancora questo mese stavo seriamente considerando uno Zeiss Meniscas 180/1800...
Ma in anni e anni di confronti uno accanto all'altro, tutti i miei riflettori le hanno sempre prese di santa ragione in confronto diretto. Erano miei, mica di qualcun'altro ! Ed in confronti in cui non si trattava di chi urla di più, ma di chi si spiega meglio. Dove non avevo la minima difficoltà a vedere che su Giove un riflettore di diametro doppio mi mostrava più luce. Ma che il rifrattore più piccolo (immaginiamo se di diametro simile) mostrava meglio, più secco, più contrastato, più deciso. Ed in una notte intera di osservazione a vedere l'evoluzione di un ovale e la sua interazione con un festone, alla fine mi accorgevo di aver passato l'ottanta per cento del tempo dietro allo strumento a lenti perché aveva saputo mostrarmi di più e raccontarmi tutto, nonostante il suo vicino avesse innegabilmente la voce più alta.
Allo stesso modo, nell'osservare le delicate striature di una nebulosa, una volta passato il primo impatto della luce maggiore che veniva dallo specchio più grande ed aver fatto due o tre volte avanti e indietro, mi accorgevo che il fondo cielo più nero ed il contrasto più deciso (che non sono null'altro che conseguenze della maggior focalizzazione) permettevano di vedere le stesse cose, spesso addirittura meglio. E spingevano a rimanere all'oculare. Ad ascoltare pazientemente tutto quanto quella luce aveva da raccontare. Indipendentemente da quanto la voce narrante fosse alta.
A poco a poco, anno dopo anno, è rimasto solo il più corretto, il C9 (che è appunto andato via il mese scorso). Che IN DIECI ANNI DI CONFRONTI SERRATI solo due sere — il 31 dicembre 2003 e (stranamente) il 31 dicembre 2004 è rimasto accanto all'EDF155 senza finire nella sua scatola.
Ed il medesimo C9 è stato, anno dopo anno, spesso affiancato e a volte superato sul cielo profondo (non sulla visione d'insieme delle pleiadi, ma nell'osservazione delle nebulose planetarie) dal Tak FS-102 e dal Traveler — ho già scritto altrove delle file dei miei ospiti che non si staccavano da questi due strumenti mentre io me ne rimanevo mesto dietro al C9 — e, negli ultimi tre anni, le ha sempre sempre sempre prese dal 130/6 Reference/Astronatura/TMB. Su qualunque oggetto. In qualunque condizione. Finché ho deciso di dare via anche lui che pure fedelmente ed impeccabilmente m'ha servito per dieci anni.
Ripeto: strumenti tutti miei. Comprati da me. Strumenti di cui avevo imparato a conoscere peculiarità ottiche, correzione, curve di stabilizzazione termica, tutto. Provati per dieci anni UNO ACCANTO ALL'ALTRO.
Queste sono state sempre e sempre sono le mie prove. Quanto mi è capitato più volte di condividere è basato su decenni di studio e decenni di osservazione. Che condivido cercando solo ed unicamente di essere utile mettendo a disposizione quanto ho imparato. Non perché mi devo sentire supportato nelle mie scelte (che sono appunto frutto di decenni, non di una decisione lo scorso finesettimana) né nella speranza di fare proseliti cosa di cui, molto ma molto sinceramente, non me ne può importare di meno.
Vorrei in chiusura far notare che, sulla base dello stesso tipo di prove, ho deciso di alienare l'EDF155 stesso che un riflettore non è e che — posso scriverlo col sangue — è uno strumento ASSOLUTAMENTE ECCEZIONALE. Ma a ben vedere, a sapere dove e come guardare, non riusciva a dare — non poteva dare, poveretto, perché non è ottimizzato per quello — quanto esasperatamente gli chiedevo. Ma in due anni nessun possessore di EDF155 s'è curiosamente mai sentito punto nel vivo e m'ha attaccato per dirmi che "i calcoli teorici vanno poi rapportati alle reali situazioni della vita, ed alle sue mille variabili esistenti" — cosa, quest'ultima, che da mesi sto cercando di far notare ai vari (mi si passi la bonaria etichetta) proseliti del solo diametro.
Ciò detto, mi fermo; esprimendo di nuovo la speranza che questi piccoli "trattati" siano serviti a qualcuno e chiedendo ai moderatori che valutino loro se sia il caso o meno di chiudere questo topic.
Io continuerò a rispondere con gioia agli svariati vari messaggi privati che ricevo dai molti che — me lo scrivono chiaramente — preferiscono non parlare pubblicamente per timore di essere aggrediti vista la loro adesione a quanto scrivo. Questa è invero una situazione assai triste (e, sinceramente, indegna di un forum !) che — mio malgrado — mi costringerà in futuro a limitare i miei interventi, evitando così di aggiungere ulteriori puntate a queste telenovelas, che non vanno da nessuna parte e non fanno bene a nessuno.
Con amizia e, di nuovo, una discreta dose di mestizia.
Massimiliano
PS/Tra qualche mese a Refractorland sarà finalmente pronto uno strumento simile a quello di questo gentiluomo d'oltre oceano. Sarà lì, avendo imparato dall'esperienza dell'AS200, a prendere il testimone del rifrattore folded 200/4000 con cui negli anni 70 Günter Nemec, dal suo giardino a Monaco, fece impallidire gli Osservatori Professionali di tutto il mondo mostrando che gli astrofili (ed i rifrattori) avevano davvero molto da dire. Sarà lì per il mio personale godimento e studio, e quello di quanti sinceramente vorranno venire a fare Astronomia, facendo ricerche e osservazioni, condividendo pensieri ed esperienze, imparando ed insegnando ad un tempo.
Per sollazzarsi a misurare chi ce l'ha più lungo o chi ce l'ha più grosso ci sono altri luoghi. Refractorland non è e non sarà mai uno di questi.
http://forum.astrofili.org/userpix/1995_8_2010_15_1.jpg