Quello che emerge è intanto interessante:
il "perchè" del nostro hobby, ed il "percome" del suo evolversi nel tempo...
Alessandro per esempio, accusa una certa "demotivazione", che si stà "infiltrando" col passare degli anni e l'accumilarsi dell'esperienza, e cerca "stimoli" in qualcosa di diveerso, magari appunto un po' "competitivo"...
ma non credo si possa "leggere" come "noia", ma come "voglia di fare qualcosa di diverso"...
questo "senso della sfida", sia verso terzi che verso se stessi, non è però "sentito" da tutti, ma da alcuni.
E' un po' il "senso del collezionismo", quello che spinge alcuni a riuscire a fare "la serie completa" delle figurine dei calciatori...
o forse è il senso del "gradino in più", quello che spinge i radioamatori a avere sempre più SQL, sapendo benissimo che la "ricerca" non potrà avere mai fine...
altri invece "rifuggono" qualsiasi "rapporto sociale", e si isolano nel loro universo osservativo, immersi nel buio e nel silenzio...
altri ancora vivono l'esperienza quasi come una "missione", per portare le loro emozioni ad astri, ed altri ancora...
tutte queste persone esistono, lo sappiamo, e sono ben diverse...
ma questo appunto non "categorizza" gli astrofili in gerarchie, anzi, li rende semplicemente "più eguali", più "simili a chiunque", e non come "quattro balordi perdinotte" come genericamente vengono visti da chi non è appassionato...
