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MessaggioInviato: lunedì 19 novembre 2007, 15:13 
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Iscritto il: domenica 13 maggio 2007, 21:05
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Fede67 ha scritto:
L'osservazione terrestre è semplicemente mozzafiato, perchè l'incisività dell'ottica lo rende nettamente superiore ad un binocolone.
Avevo preso un prisma raddrizzatore, che poi ho "scambiato" col Vicchio, perchè comunque il prisma che ho inverte solo sx-dx e quindi mi va benissimo per l'osservazione terrestre.
L'estrema compattezza lo rende un ottimo spotting scope.

Ecco questo e' un uso per cui il 66 e' ideale. Inoltre le lenti ED (FPL-51) non sono iperdelicate come la fluorite e neanche delicate come l'fpl-53, e' uno strumento in vetro, e in quanto tale non c'e' mica da preoccuparsi se si forma condensa ecc ecc, lo si porta in giro tranquilli, e' robustissimo, e poi di notte ci si possono togliere un po' di soddisfazioni. E' certamente uno strumento che ha un senso, poi, ciascuno deve valutare se per le proprie esigenze sono i soldi meglio spesi.
@tuvok:
In foto io andrei decisamente su altro pensato per la fotografia, ad esempio i mini borg che ci sono mi pare da 45, 50, e 60; borg sembra avere una gran cura dei "piccolissimi" (vogliamo parlare del borg pencil, con versione ed in arrivo?)
In deep sky ---> le pleiadi e ben poco altro, ma tanto dal centro della citta' cosa vuoi vedere? Anche se hai un tubo bello grosso, vedrai la nebulosa di orione, vedrai la ring nebula.... poi? OK gli ammassi chiusi, dove l'apertura serve; ma...
hi res: certo se la qualita' ottica e' buona si puo' "tirare" con gli ingrandimenti, ma questo non aggiunge dettagli.
prezzo: che dire....
cercatore: io metterei un "cercatore" da 300 euro senza esitare anche su uno strumento da 2000 euro, ma questo coso e' pesante, non ha gli aggeggi dedicati (quali borg o taka fanno) per fissarlo al tubo principale, insomma, non lo prenderei per quello.


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MessaggioInviato: lunedì 19 novembre 2007, 19:12 
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Insomma mi sembra (ci sembra) di aver capito che non sia possibile stabilire la convenienza o meno di un determinato setup (in questo caso i 66ED) senza basarsi anche sulle esigenze personali. Ma questo lo sappiamo bene tutti :)

Per gusto della discussione vorrei rispondere al buon Fede67 su alcune cosette :D

Fede67 ha scritto:
ovviamente un 66 è e rimane uno strumento piccolo, piccolissimo, e su questo ovviamente non ci piove.
Però come ha detto anche Valerio, non è necessriamente uno strumento da bassi ingrandimenti.
L'ottima fattura, sia meccanica che ottica, permettono di "tirare", ovviamente nelle condizioni "ambientali" adatte, oltre l'immaginabile per un 6cm.


Ci credo perfettamente! Mi rimane solo il dubbio che 66 mm non potranno mai fornire i dettagli che un 4-6-8 pollici forniranno. Insomma a cosa mi serve ingrandire a manetta Giove se ciò che vedo lo posso già vedere a 100X ?
Se si parla di arrivare ad alti ingrandimenti bisogna anche capire se sia solo una questione di "sfizio", o se sia realmente utile.


Fede67 ha scritto:
sui bassi ingrandimenti resta luminosissimo (secondo me, fluorite a patre che ormai è un ricordo, un doppietto ED è meglio di un tripletto in visuale) e molto contrastato, e questa cosa del contrasto è quella che mi permette di vedere la Velo senza alcun filtro (non sempre...).


Ecco ma se rimaniamo sui bassi ingrandimenti (es. 50X) allora non è meglio puntare più sulla quantità che sulla qualità? Tanto un 80/400 acromatico fino a quegli ingrandimenti di problemi sostanzialmente non ne da.
Poi ci sono palati più fini degli altri, questo è un dato di fatto.


Fede67 ha scritto:
La trasportabilità è comunque inbattibile, e qui mi riaggancio al discorso di Valerio: lo porti dentro e fuori già montato sulla mini-montatura o sul cavalletto, e poi te lo carichi in spalla e via...


Ma un 80/400 è trasportabile allo stesso modo! :D

Fede67 ha scritto:
un 80 tipo SW è si ancora piccino, ma non paragonabile...
non tutti si muovono sempre in macchina e con la propria... ;)
quindi, è ovvio che si parla di un 66, e 66 rimane, ma ragazzi, che "giocattolino", specialmente per il prezzo che ha...


Questa è la cosa che più mi turba :D Sull'uomo le cose piccole e ben fatte sono sempre state fonte di grande attrazione, in genere, non vorrei dunque che a causa di questo fascino si spenda per un qualcosa che è rimpiazzabile da un'alternativa più economica. Insomma è l'effetto "giocattolino" che mi "spaventa" ehehe

Comunque ribadisco, un setup può essere ottimo per una persona e pessimo per un'altra... è e sarà sempre così :)

Saluti
Marco

p.s = per chi se lo fosse chiesto.. non sono un rivenditore di 80/400 acromatici! Ehehe :D

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Astronomy, Ham Radio (IZ2), Sci-Fi, History, Philosophy, Speleology, Chemistry.
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"Nascentes morimur, finisque ab origine pendet"


Ultima modifica di StarEnd il lunedì 19 novembre 2007, 19:43, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: lunedì 19 novembre 2007, 19:33 
Dunque...

gli ingrandimenti "utili" di un 66 ben fatto, ossia "i limiti di risoluzione fisici" sono ben oltre i 100x...
ora fatemi fare con calma un po' di calcoli per avere un "dato quantificabile", ma il semplice fatto di riuscire a vederci la Rima Birt è segno che la sua "capacità di dettaglio" è ben superiore ai 200x, mentre con un acromatico corto c'è ben poco da fare...

quando poi parlo di bassi ingrandimenti sul deep col 66, mi riferisco a "numeri" molto inferiori a 50x:
generalmente sui campi aperti lo uso a 20x e spesso a 12x...
in queste situazioni abbiamo lo stesso campo e gli stessi ingrandimenti di un binocolo, ma con una nitidezza e contrasto incomparabili.
Un rifrattore acro da 80 può essere comparato ad un binocolone 20x80, ma non ad un apo 66.

Un 80/400 sarebbe trsportabile allo stesso modo se avesse lo stesso tipo di custodia in cordura:
non dimentichiamo che io non sto parlando del 66ED di WO o AstroTech, che viene consegnato con una valigetta rigida che è "grande il doppio" dello strumento, ma dello Scopos 66ED che viene consegnato con una "second skin" in cordura a tracolla, che calza a pennello, tanto da poter usare lo strumento senza toglierla (cosa che è assai comoda quando fa freddissimo e se c'è umidità forte...)

Indubbiamente il suo grandissimo "Effetto Lilliputh", assieme alla bellissima livrea ed all'ottima fattura, ricopre un ruolo importantissimo fra i "fattori di convincimento", tanto che secondo me qualsiasi "dubbio" crolla appena lo si vede "dal vivo"... ;)

Certamente un qualsiasi setup che per qualcuno è ottimo da altri può esser considerato pessimo...
basti pensare ai Dobson, grandi o piccini che siano... ;)

p.s = per chi se lo fosse chiesto.. non sono un rappresentante di Telescope Service! Ehehe :D


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MessaggioInviato: lunedì 19 novembre 2007, 19:39 
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StarEnd ha scritto:
Mi rimane solo il dubbio che 66 mm non potranno mai fornire i dettagli che un 4-6-8 pollici forniranno. Insomma a cosa mi serve ingrandire a manetta Giove se ciò che vedo lo posso già vedere a 100X ?
Se si parla di arrivare ad alti ingrandimenti bisogna anche capire se sia solo una questione di "sfizio", o se sia realmente utile.

Dov'e' Max Lattanzi quando si parla di queste cose? ;-)
Personalmente "tiro" le ottiche ben oltre l'immaginabile perche' voglio provarle, nella prima nottata con seeing decente che ho a disposizione. L'immagine di ottiche di qualita' resta con fuoco ben definito, e comunque gradevole, ben oltre e intendo dire BEN OLTRE il punto di empty magnification. Dopo... se ingrandire non aggiunge dettagli, io preferisco di solito usare lo strumento in altra maniera.


Fede67 ha scritto:
sui bassi ingrandimenti resta luminosissimo (secondo me, fluorite a patre che ormai è un ricordo, un doppietto ED è meglio di un tripletto in visuale) e molto contrastato, e questa cosa del contrasto è quella che mi permette di vedere la Velo senza alcun filtro (non sempre...).


C'e' la fluorite ancora in giro, usata ma c'e', e c'e' l'fpl-53 che come contrasto e' meglio dell'ed/fpl51, a parte questo sono d'accordo che in visuale e' quasi sempre preferibile un buon doppietto ad un tripletto equivalente, su piccole aperture.


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MessaggioInviato: lunedì 19 novembre 2007, 20:20 
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Fede67 ha scritto:
Dunque...

gli ingrandimenti "utili" di un 66 ben fatto, ossia "i limiti di risoluzione fisici" sono ben oltre i 100x...
ora fatemi fare con calma un po' di calcoli per avere un "dato quantificabile", ma il semplice fatto di riuscire a vederci la Rima Birt è segno che la sua "capacità di dettaglio" è ben superiore ai 200x, mentre con un acromatico corto c'è ben poco da fare...

Pensavo a quanto scrivi qui Fede, e alla rima birt nella mia memoria, evidentissima in obiettivi da 90 e 105, ma molto evidente anche con lo specchio da 130. Ho googlato e trovato http://digilander.libero.it/photallica/comp114.htm dove degli entry-level (quindi di qualita' non eccelsa) riflettori (quindi ostruiti, quindi con tutte le problematiche dei newton di qualita' non eccelsa in hi-res) quattro strumenti su cinque mostrano la rima. Sinceramente non ho mai fatto la prova, hai mica sottomano la risoluzione teorica e/o apertura teorica che ci vuole per vederla?


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MessaggioInviato: lunedì 19 novembre 2007, 21:31 
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A quanto leggo la Rima Birt è larga circa 1,5 Km, che alla distanza lunare media di 350.000 Km corrispondono a circa 0,884 secondi d'arco.

Per vederla dunque, in condizioni ottimali, sarebbe necessario uno strumento di almeno 131 mm circa (secondo la formula di Dawes).

Se ho cannato i conti ditemelo :) (ed in sincerità 131 mm mi sembrano tantini, però..)

Marco

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Quando si opera con particolari ad elevato contrasto il limite da Dawes è facilmente superabile.
Te lo dimostra la divisione di Cassini che ha dimensioni angolari inferiori ma si vede con strumenti anche più piccoli

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Ecco Renzo, difatti.

Poi pensavo inoltre alle condizioni di illuminazione della formazione, che se favorevoli aiutano ancora maggiormente.

Marco

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MessaggioInviato: lunedì 19 novembre 2007, 21:50 
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StarEnd ha scritto:
Sbam, domanda secca... la differenza di prezzo tra un 80/400 acromatico valido, ed un 66ED vale la differenza di minori aberrazioni ?

Scusate se continuo la "polemica", ma lo faccio anche in previsione di un mio possibile acquisto di questi 66ED.

Grazie a tutti :)
Marco


la differenza fra un acromatico e un ED a parer mio è decisamente importante , la sensazione è quella di "levare" una velina sottilissima dall'obiettivo ; l'immagine diventa "cristallina" e la percezione di tridimensionalità è decisamente superiore.


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MessaggioInviato: martedì 20 novembre 2007, 9:10 
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Località: Salento
dal 80/400 al 66ed e' come dal giorno alla notte...
non sono lontanamente paragonabili e per di piu' la qualità costruttiva degli 80/400 e' molto variabile tanto che spesso gli 80/400 sono scentrati... mentre per i 66 mi pare di non aver mai sentito di esemplari particolarmente mal riusciti.


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