1° Forum di Astronomia Amatoriale Italiano

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Autore Messaggio
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MessaggioInviato: venerdì 16 novembre 2007, 16:15 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 16:37
Messaggi: 484
Località: Mendrisio ( Svizzera )
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
Se il marchio del prodotto è esportabile dagli USA, uno dei migliori è senz'altro http://www.optcorp.com

Se invece si tratta dei marchi che non permettono l'esportazione dagli USA, cioè principalmente Meade e Celestron, basta usare un'agenzia intermediaria, tipo questa:

http://www.agenziasky.it/modules.php?na ... le&artid=1

Diversi utenti del forum hanno comprato telescopi, anche grossi, tipo il Lightbridge.

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Umberto Colapicchioni


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MessaggioInviato: venerdì 16 novembre 2007, 16:24 
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Iscritto il: lunedì 11 settembre 2006, 11:27
Messaggi: 1141
Località: Campania
Sono appena rientrato da un viaggetto negli States e forse ho le idee più chiare del mercato, anche astronomico. Innanzitutto la benzina (citata da Giuliano) costa 3.50$ al gallone ossia c.a. 70c$/L. Per l'americano medio (mia moglie lavora per la US Navy) 1$ corrisponde a 1€ ossia il nostro stipendio di 1800€ corrisponde al loro stipendio di 1800$ a parità di mansioni. Le robette di gran qualità i negozianti non le stockano come se fossero noccioline, ma hanno in pronta consegna tanti oggetti di media classe. Mi spiego, ho visitato (facendo soffrire la Visa :D ) un paio di grossi negozi di NY ed ho visto che di strumenti di nicchia non ne avevano, salvo i Tele Vue in quanto la fabbrica è dell'East Coast. Le tasse variano da stato a stato, così come il costo della vita. Per dormire a NY devi spendere in media 4/500$ a notte e pagare 8.37% di tasse su tutto, mentre nel New Jersey (che è di fronte a 10 miglia) spendi 1/5 e paghi il 6.5% di tasse. Con questo non voglio dire che i rivenditori/importatori/distributori italiani e non pratichino un eccessivo ricarico, ma tutti coloro i quali la mattina "alzano una serranda" sanno bene cosa vuol dire il commercio in Italia. Una cosa che negli States costa 100$ tra trasporto, iva, dazio, assicurazione mi costerà 100€ grazie ad un cambio super favorevole. Quanto è giusto ricaricare? Nessuno può dirlo, ma se devo effettuare un intervento in garanzia a mie spese (ossia rispedire il tutto negli US), devo pagare 1 o 2 dipendenti, devo fatturare per intero i miei introiti altrimenti la finanza mi massacra certo non potrò caricare poco su ogni strumento. Certo, se vendessi 10 telescopi da 5000€ al mese potrei mantenere i miei ricarichi davvero al minimo perchè spalmerei le mie esigenze su un numero elevato di pezzi. Oggi, mi dicono, che sull'elettronica di consumo il ricarico sia del 2-3% ed il rivenditore guadagna sui premi di fine anno....ma quanti I-Pod si vendono al giorno? Il prezzo è lo stesso di un buon oculare! Quanti TV da 42" al plasma e quanti apo?
Ovviamente il discorso cambia per il privato cittadino che va negli US o anche nell'Est asiatico, compra qualcosa e se lo porta a casa di soppiatto! Con l'euro così forte il risparmio c'è......sempre che non ti becchino alla dogana!


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 Oggetto del messaggio: Re: PER TUTTI I RIVENDITORI ITALIANI!
MessaggioInviato: venerdì 16 novembre 2007, 18:06 
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Iscritto il: martedì 21 febbraio 2006, 18:47
Messaggi: 3944
Località: Villa C. (MI)
Tipo di Astrofilo: Visualista
> Un esempio banale un C14 XLT fastar in Usa costa nuovo 4.595 dollari al cambio circa 3.200 euro scarsi, perchè qui da noi deve sfiorare gli 8.000 euro?????? è una vergogna.

Premesso che quando leggo ste cose le OO girano pure a me ma... in parte spezzo la lancia a favore dei rivenditori/importatori nostrani (anche se un po' se ne approfittano).
Il mercato USA è ahinoi MOOOOLTO più vasto del nostro che - oltre a essere di nicchia è anche scarsino senza mezzi termini (basta dire che gli americani sono 7 volte noi...) e ciò comporta un aumento dei margini di guadagno; converrai con me che se un importatore importa 5000 strumenti potrà campare con un margine minimo mentre uno che ne importa 50 se non rincara del doppio fa la fame.
La soluzione esiste: eliminare fisicamente ogni singolo importatore nazionale ed istituirne uno continentale; l'Europa ha un mercato pari a quello USA e in questo modo i prezzi si abbasserebbero non poco

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Roberto Porta - photallica v. 2.0

"Le stelle non sbagliano e non si guastano" (G. Gualini)


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MessaggioInviato: venerdì 16 novembre 2007, 18:31 
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Iscritto il: domenica 7 gennaio 2007, 0:14
Messaggi: 3034
Località: Yduklin
Tipo di Astrofilo: Visualista
Ecco perché si tenta di fare l'Unione Europea, in modo tale di contrastare la frammentazione del mercato, e solo l'€ nn basta.
Ci vorrebbe che la Russia passasse a ragionare in termini più di larghe vedute piuttosto che essere per forza stupida, una superpotenza.
m qui rischio d andare OT e mi fermo.

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note: nella vita sto imparando.


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 Oggetto del messaggio: Re: PER TUTTI I RIVENDITORI ITALIANI!
MessaggioInviato: venerdì 16 novembre 2007, 18:40 
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Iscritto il: giovedì 9 febbraio 2006, 18:08
Messaggi: 1383
photallica ha scritto:
> Un esempio banale un C14 XLT fastar in Usa costa nuovo 4.595 dollari al cambio circa 3.200 euro scarsi, perchè qui da noi deve sfiorare gli 8.000 euro?????? è una vergogna.

Premesso che quando leggo ste cose le OO girano pure a me ma... in parte spezzo la lancia a favore dei rivenditori/importatori nostrani (anche se un po' se ne approfittano).
Il mercato USA è ahinoi MOOOOLTO più vasto del nostro che - oltre a essere di nicchia è anche scarsino senza mezzi termini (basta dire che gli americani sono 7 volte noi...) e ciò comporta un aumento dei margini di guadagno; converrai con me che se un importatore importa 5000 strumenti potrà campare con un margine minimo mentre uno che ne importa 50 se non rincara del doppio fa la fame.
La soluzione esiste: eliminare fisicamente ogni singolo importatore nazionale ed istituirne uno continentale; l'Europa ha un mercato pari a quello USA e in questo modo i prezzi si abbasserebbero non poco


IL CGE 14" quando l'euro era poco sopra 1,2 costava nei negozi Italiani esattamente quanto ora , il C9.25 è sceso di 50€ ; la nostra moneta nel frattempo si è apprezzata del 20%....qualcuno sta lucrando su quel 20%....e il tutto senza scorte di magazzino visto che quando si ordinano la consegna è come minimo dopo 1 mese....


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MessaggioInviato: venerdì 16 novembre 2007, 18:51 
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Iscritto il: martedì 21 febbraio 2006, 18:47
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Località: Villa C. (MI)
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> Ecco perché si tenta di fare l'Unione Europea, in modo tale di contrastare la frammentazione del mercato, e solo l'€ nn basta.

Già, è che così si andrebbe a pestare i piedi a un po' troppa gente :?

> Ci vorrebbe che la Russia passasse a ragionare in termini più di larghe vedute piuttosto che essere per forza stupida, una superpotenza.

La Russia ha sempre avuto grandissime potenzialità economiche, però ha avuto dapprima la sfiga di essere governata da un ubriaco e poi da un cialtrone :D

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Roberto Porta - photallica v. 2.0

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Ultima modifica di photallica il venerdì 16 novembre 2007, 21:12, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: venerdì 16 novembre 2007, 20:12 
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Iscritto il: domenica 7 gennaio 2007, 0:14
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Località: Yduklin
Tipo di Astrofilo: Visualista
E' vero Roberto, appunto per questo che molti capi di stato dovrebbero ... ehm... non essere tali.

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MessaggioInviato: venerdì 16 novembre 2007, 21:07 
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Messaggi: 5486
Località: Mugello
Tipo di Astrofilo: Visualista
skymap ha scritto:
Ma che senso ha raffrontare il costo di un telescopio in italia, mettiamoci pure l'europa insieme, rispetto agli stati uniti ? lo sapete che il working paper n°747 di aprile 2007 della bce ha pesato il fisco ?

Imposte dirette, indirette, cuneo fiscale e contributivo

Europa 64,1% del PIL
Italia 65,8% (siamo il top)
Usa 37,3%

In particolare il cuneo fiscale a carico delle imprese è 21,9% in area euro vs 7,1% in usa.

Ecco chi è il socio occulto che ci accompagna tutte le volte che facciamo un acquisto.


21.9% - 7.1% = 14.8% sarei felicissimo di comprare in Italia al 14.8% in più dei prezzi USA, il problema è che si viaggia tra il 100% e il 300% in più e quindi nascono storture come quelle indicate da Renzo e gli astrofili comprano all'estero, me compreso, ma quando posso e la differenza non è eccessiva io prefrisco sempre coprare in Italia, anche perchè i rivenditori alla fine, prima o poi, li conosci tutti di persona.


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MessaggioInviato: venerdì 16 novembre 2007, 22:17 
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Iscritto il: sabato 4 marzo 2006, 23:04
Messaggi: 1623
Località: trivero
Non voglio spezzare una lancia a favore dei rivenditori/distributori, anche perchè se in italia c'è una certa situazione negli strumenti, è sicuramente dovuto anche al loro modo di comportarsi, per molti ma non per tutti, da rigattiere profittatori.
Rammentiamo che in questo momento i prodotti USA sono molto convenienti per il cambio, che molti di questi prodotti sono venduti sottocosto inseguendo la chimera delle grandi quantità avendo spostato in oriente le produzioni, convenienti sulla carta ma nella realtà solo se le quantità a budget sono raggiunte.
Il costo per importare un prodotto c'è ed è considerevole ovviamente, come già detto altrove, rammentiamoci che i volumi sono comunque bassi e un negozio ha i suoi costi fissi che in italia sono molto elevati (in effetti siamo il terzo mondo d'europa sotto questo aspetto).
A titolo di esempio posso dirvi che un grande rivenditore di commodities cinesi che conosco personalmente, importa 250 container mensili di materiale, il suo ricarico LORDO è del 10%, l'utile netto è del 2% circa. Questo esempio non puo' essere applicato al nostro settore, ma è molto significativo (in modo esagerato) di quali e quanti siano i fattori che determinano un prezzo di vendita.
A parte optocorp non mi risulta che i grandi negozi USA stiano navigando in un mare d'oro. Il mercato è piu' grande, i prezzi e i margini sono piu' bassi e non è detto che questo delta sia compensato da presunti costi inferiori.
Un grosso problema in italia è sicuramente dovuto al fatto che i prodotti passano prima da un importatore che ci fa il suo ricarico e poi al negozio, che ci fa il suo. Uno dei due deve sparire - è ovvio - non ha senso d'esistere.
Se ci prendiamo la briga di leggere un po' di bilanci, vediamo che l'indice di rotazione del magazzino è molto basso (e la cosa piu' ridicola è che il magazzino è pure basso), cio' significa che c'è poco smercio e non è possibile applicare ricarichi troppo bassi, pena generare perdite. Qualcuno lo fa ma a suo rischio.
Il riassunto? bah direi che anche qui la frammentazione è un male molto grave come in tutta la penisola. TS fa quel che fa, con merce sugli scaffali, con potere d'acquisto enorme presso i produttori, con fatturati molto importanti e con una struttura in linea di massima molto snella. Il suo giro d'affari lo fanno in 10 o piu' in Italia, e senza il suo potere d'acquisto. Potremmo continuare la disamina con altri gruppi europei (Galileo per es.), ma i risultati sarebbero sempre gli stessi.
Io penso che se i consumatori orientassero in modo severo i propri acquisti premiando solamente le aziende che meritano fiducia, una selezione naturale del mercato ci sarebbe. Una azienda con un volume d'affari superiore potrebbe tranquillamente essere competitiva sul mercato......
se si scrollasse di dosso il provincialismo italiano.......
ciao
max

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non basta sapere si deve anche applicare, non è abbastanza volere, si deve anche fare. (W. Goethe)
Quindi, non per il sapientone che pretende "applicare", non so bene cosa più delle chiacchiere, comunque......(Sergio)
Cassegrain coudè 450 mm f 15 OPS optics (1/16 pv - 1/43 rms sthrel 0,97) terminato.
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MessaggioInviato: mercoledì 21 novembre 2007, 16:00 
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Operatore Commerciale

Iscritto il: domenica 13 maggio 2007, 21:05
Messaggi: 1247
massimoboe ha scritto:
Un grosso problema in italia è sicuramente dovuto al fatto che i prodotti passano prima da un importatore che ci fa il suo ricarico e poi al negozio, che ci fa il suo. Uno dei due deve sparire - è ovvio - non ha senso d'esistere.

Questo dovrebbe essere il principio di base, io acquisto da un rivenditore se mi offre dei servizi aggiunti, che in linea di massima saro' ben felice di pagare. Purtroppo non e' sempre cosi', ne' in italia ne' all'estero. Purtroppo alle volte la faccia di tolla di certi personaggi non ha limiti. Un ben noto negozio statunitense, che evidentemente "naviga" o dovrei dire "affonda" in acque finanziarie un po' agitate, s-i-s-t-e-m-a-t-i-c-a-m-e-n-t-e mette annunci in un noto mercatino dell'usato, che gestisce presso il suo sito, relativi a telescopi di fascia alta, stiamo parlando di takahashi rifrattori di ogni tipo brc e frc e mewlon e epsilon, stiamo parlando di tec, stiamo parlando di tmb grossi calibri; e tenta di venderli prima ancora di averli in magazzino. Se volete un esempio di stamattina, hanno messo in vendita un TEC 200 APO nuovo di zecca, viene a costare 16 900 $. Fin qui tutto bene. Peccato che nell'annuncio si legga (il tutto a colori, in grassetto, e pure sottolineato)
Cita:
We have ONE Telescope Engineering Company TEC 200 APO Refractor that is scheduled for delivery in 2-3 weeks!!!
We are taking payment in full and we will ship the telescope as soon as it is ready!!!

Il negozio ha in arrivo, fra 2-3 settimane (leggasi un mese) uno strumento, che tenta di vendere A ME a fronte di PAGAMENTO DEL TOTALE DELLA SOMMA!!! E quando gli arriva, loro me lo spediscono! Mi sapete spiegare perche' si dovrebbero acquistare telescopi da questi "signori" piuttosto che direttamente da TEC?
Non e' un caso isolato e se seguite il sito conoscete bene l'andazzo, per chi non lo segue, offro un altro esempio. Takahashi BRC-250, prezzo 12 745 $.
Cita:
We will have a Takahashi BRC-250 Baker Ritchey-Chretien telescope available to ship within 3 months, there is usually about a 12 month wait!!

"usually"? Vogliamo scommettere che certi altri negozi ce li hanno a magazzino? Ma andiamo avanti
Cita:
We require a 20% deposit to secure the order, $2,549.

20% deposito e me lo consegnano, forse, fra 3 mesi??? ma questo non e' un telescopio custom made!! questo e' fatto in serie ed e' un piccoletto da 250!!! Ma siamo impazziti?
L'unica consolazione e' che entita' di questo tipo, i loro conti in disordine, prima o poi i nodi verranno al pettine.
Molti rivenditori USA sono messi a quel modo, teniamolo presente.


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