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Autore Messaggio
MessaggioInviato: lunedì 5 novembre 2007, 8:08 
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Iscritto il: lunedì 4 settembre 2006, 13:29
Messaggi: 5486
Località: Mugello
Tipo di Astrofilo: Visualista
Ovvero Petzval, Superacromatici e NeoAcromatici.

Partendo da questo interessante spunto di Daniela:

daniela ha scritto:
Ciao Vicchio. Lungi da me voler entrare nella polemica sulla definizione di "apocromatico"! Un doppietto 100 f/9 con un elemento fpl-53 ha sicuramente una buona correzione cromatica, se poi per gli usi che se ne debbono fare non basta, ci si prende un altro strumento meglio corretto - in altra fascia di prezzo - se poi per gli usi che se ne debbono fare non basta ancora, ci si prende uno specchio. Volevo invece sollevare la questione di questi doppietti ED con rapporto focale relativamente lungo, che poi sono quelli che una volta si chiamavano superacro, che correggono molto bene il cromatismo residuo mediante l'impiego di vetri esotici. Come si pongono questi rispetto ai classici doppietti fraunhofer e loro varianti. Certo, possono risultare decisamente meno ingombranti rispetto ai loro analoghi crown-flint a parita' di correzione cromatica. Ma sarebbe interessante saperne di piu'. Per esempio, questi ED hanno aberrazioni geometriche e in che misura? Inoltre e' usuale, almeno per quanto ho visto in giro, che questi ED siano ben corretti per il blu, quindi in qualche modo ottimizzati per il cielo profondo piu' che per il planetario, ma a f/9 abbiamo uno strumento assai chiuso, che in fotografia non e' precisamente desiderabile; una focale di quasi un metro, poi, vuol dire uno strumento che non e' nato per i larghi campi. L'altra considerazione interessante sarebbe confrontare questi strumenti con i vixen neo-achromats che lavorano senza vetri ED (perche'?) e fanno la scelta di un secondo doppietto per correggere il residuo cromatico - da' un po' l'impressione di non essere cosi' lontano dai doppietti schupmann e baker per retrofittare i vecchi acro eh! Non esattamente una soluzione innovativa, mi ricorda il libro di eco "a passo di gambero".... Una tecnologia di anteguerra pensata per modernizzare i telescopi del secolo precedente!!! Comunque sia. Si legge anche che questo secondo doppietto (a proposito qualcuno sa dove e' posizionato?) fungerebbe inoltre da correttore/spianatore, cosa vuol dire? Si potrebbe forse utilizzare (ma non mi sembra il caso del vixen NA, semmai forse quello dello scopos observer 62) questo secondo doppietto per rendere piu' aperto (di quanto piu' aperto?) il rapporto focale nativo, perche' mi risulta che gli acro abbiano un campo spianato, o mi sfugge qualcosa? L'altra domanda e', come si pone in questo contesto uno strumento come lo scopos 62 petzval, con due doppietti acro crown-flint, con focale f/9 e apertura non propriamente esagerata, la mia impressione e' che la scelta del secondo doppietto sia piu' che altro per fare un acromatico compatto - e' lungo 32cm, si ha quindi l'impressione che la focale non sia la focale nativa dell'obiettivo? Si legge anche in questo caso di correzione di campo, che cosa significa esattamente per un fraunhofer? Ci sono molte cose che andrebbero capite meglio.


mi è sembrato un tema talmente interesante da poterne discutere più "copmodamente" in un topic dedicato.

Quanto al riproporre vecchie soluzioni con le moderne tecnologie e materiali la ritengo una cosa ottima, ma credo che certi problemi posti dalle leggi dell'ottica non facciano sconti a nessuno e alla fine qualcosa bisogna sempre accettarlo.

Per i Petzval ho letto un gran bene (in teoria) e un gran male ma un'idea precisa ancora non me la sono fatta, posto che per l'uso fotografico siano essenziali ho letto che certi strumenti con tale soluzione presentano problemi di astigmatismo... :? ma penso si tratti di problemi dei singoli esemplari no?


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MessaggioInviato: lunedì 5 novembre 2007, 8:37 
Proprio ieri notte abbiamo affiancato il mio 66ED con un 66 Petzval WO.
Purtroppo era per me tardi e non abbiamo potuto approfondire il confronto come si deve, ma ad un veloce, velocissimo confronto le differenze, parlo esclusivamente in utilizzo visuale, sono saltate aglio occhi subito.
Le stelle nel Petzval non sono così secche e puntiformi quanto nell'ED, e lo abbiamo visto bene guardando agli stessi ingrandimenti il trapezio in Orione:
con l'ED èra nettissimo, col Petzval bisognava osservare a lungo e con attenzione per distinguere bene le stelle fra di loro.
La nebulosità invece risaltava forse di più nel Petzval, presumibilmente a causa della leggermente minor luminosità dell'obbiettivo, forse...
il cromatismo non è saltato fuori ai bassi ingrandimenti (eravamo circa a 44x...) nemmeno vagamente, e questo vuol dire che siamo anni luce dagli acromatici cinesi corti...
purtroppo non sono potuto restare per vedere di fare uno Star Test e "tirare" su qualche bella doppia...
la cosa che mi ha "stupito"" è stata che il mio diagonale prismatico Baader, fatto apposta per il 66ED Scopos, sul 66 Petzval di WO non permetteva di andare a fuoco: ci vuole un diagonale a specchio che allontana un po' l'oculare...
questo vuol probabilmente dire che si dovrebbe andare a fuoco con una torretta Baader...
astigmatismo "visualmente" non ne ho notato.
La mia idea sui rifrattorini in visuale rimane sempre la stessa:
un doppietto ben lavorato e il più luminoso possibile, scartati quindi tutti i tripletti che non siano quelli "vecchi" alla fluorite, e con una focale corta per il trasporto e la stabilità su montature leggere e trasportabili: l'allungamento lo faccio poi con una buona barlow.
Ed un buon fuocheggiatore col micrometrico che mi permetta di "regolare di fino" anche su alti ingrandimenti.
Il resto lo fa il cielo buono.
Ecco perchè sono sempre più contento del mio 66ED, specialmente dopo averlo affiancato (paragonato o confrontato è una parola troppo grossa...) con svariati tripletti, doppietti ed altro, apo e non apo, di ogni misura e lunghezza, su molte montature di ogni prezzo e peso... ;)


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MessaggioInviato: lunedì 5 novembre 2007, 9:18 
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Iscritto il: mercoledì 17 ottobre 2007, 11:38
Messaggi: 11259
Il problema, come accenna vichio, e cosa bisogna farci con lo strumento che si compra.
Per esempio molti anni fa', quando non esistevano ancora le varie combinazioni di ottiche fatte con vetri particolari, le correzioni venivano fatte aggiungendo " brutalmente" lenti che correggervano quello che serviva correggere 9scusate il gioco di parole) a secodno di quello che uno desiderava ottenere. Insomma si compravano strumenti "specializzati" e non per un uso generico, cioe' su tutto (ma una volta non si faceva riprese CCD e non c' erano macchine digitali).
Io comprai con una vera occasioni un astrografo Zeiss (che poi non usai mai se non per qualche generica prova) fatto per fotografia astronomica per il formato 9x12cm!
Era tipo Tessar come ottica (se non ricordo male 2 lenti singole distanziate e un doppietto).
lo conoscevo per foto fatte da vari osservatori. bbene era una cosa incredibile quello che poteva fare, non solo corretto per tutto il capo ma aveva una definizione al centro (ma pressoche uguale ai bordi) di ben 250linee/mm!!! (non vi dico quanto costava nuovo!!! :D ).
ebbene una volta misi un oculare per togliermi lo sfizio di vedere visualmente qualcosa. Beh non vi sembrera vero ma l' immagine era pessima, non certo incisa come immaginavo!
Il fatto e che certi strumenti son nati per un uso molto specifico e tra l' altro devono essere accopiati con i giusti strumenti (che siano CCD, oculari, macchine digitale non importa) e usati solo per quello che servono.
Quindi anche vecchi sistemi ottici vanno benissimo se usati per quello per cui sono nati.


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MessaggioInviato: martedì 6 novembre 2007, 8:29 
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Iscritto il: lunedì 4 settembre 2006, 13:29
Messaggi: 5486
Località: Mugello
Tipo di Astrofilo: Visualista
Mi interessa in modo particolare il Petzval..
Una domanda, il Vixen NA è un petzval o una modifica di questo schema, un pò come i VMC che sono dei Kletsov, cioè dei Maksutov modificati?


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MessaggioInviato: giovedì 8 novembre 2007, 19:50 
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Iscritto il: domenica 13 maggio 2007, 21:05
Messaggi: 1247
Ciao Vicchio, lo schema petzval negli apo e' ben conosciuto e da' risultati eccezionali sia in visuale che in foto, mi permetto di citare un paio di esempi, il Televue NP-101 e il Takahashi FSQ-106 (e sua variante nuova con vetri ed, di cui si dice che sia ancora meglio fotograficamente - e migliorarlo non era facile - e solo un pelino inferiore in visuale). Ma l'utilizzo dello schema petzval con doppietti *acromatici* segue una logica che non mi e' del tutto chiara.
Ras-algehu e' verissimo che molti astrografi sono una totale delusione se si mette un oculare, qualcuno anzi non si vede niente! Ma questi non sono schemi ottici pubblicizzati e venduti come strumenti specializzati.


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