ciao, Vicchio, scusa il ritardo nella risposta, ci sono poco in questi giorni e il msg mi e' sfuggito. Ti rispondo a grandi linee e senza sapere quali sono le tue fonti. Conoscerai forse la barzelletta del matematico al quale un tizio si rivolge per vincere le scommesse sui cavalli, con risultati disastrosi, a un certo punto il committente sebbene inesperto di matematica decide di dare un'occhiata ai calcoli del matematico prima di continuare a fidarsi dei consigli che ne derivano, e legge in bella scrittura in mezzo a un mare di calcoli "Supponiamo che i cavalli siano sferici e che rotolino senza strisciare". Ho l'impressione che tutte le tue fonti siano un pochino datate, e in quanto tali danno per scontate ipotesi che erano la norma in qualsiasi telescopio amatoriale quindici anni fa, ma non lo sono piu' oggi. Un tempo le ottiche erano tutte a lunga focale, ed erano quasi sempre (possiamo anche togliere il "quasi") sferiche a livello amatoriale (le cnc non c'erano, per cui la parabolizzazione si faceva a mano oppure non si faceva), un tempo i diametri erano piccoli (e fare uno specchio piccolo e' molto ma molto ma molto piu' facile che fare un 10" o 12"), i soliti 114 o al massimo 130, un tempo gli oculari che si mettevano sopra questi tele erano molto semplici (e tutte le varie superfici ottiche - quante lenti ha un oculare moderno! - che correggono diecimila aberrazioni, non andavano invece a falsare il risultato di uno star test come di norma avviene, nessuno di noi acquista un oculare "semplice" apposta per fare lo star test, se non forse qualche autocostruttore) per giunta erano oculari con campo molto stretto, quindi la stella non era mai fuori asse (con tutte le aberrazioni che ne conseguono e relative conseguenze sullo star test) anzi per giunta, ti sembrera' una stupidata, ma siccome i tele mediamente stavano su equatoriale e non su altaz, la stella se ne stava ben centrata. Inoltre c'erano molto pochi gradi di liberta' per il progettista (che doveva prendersi lo specchio sferico e tenerselo) con il risultato che massimizzare la pulizia dello star test era la stessa cosa che ottimizzare l'immagine a fuoco; in un sistema che si acquista oggi, non e' scontato che sia cosi'. Inoltre puo' capitare e capita che il sistema sia ottimizzato non per lavorare "nudo" ma per lavorare come il progettista lo intende (vedasi al nagler e il suo paracorr, e non sto neanche a mettermi a parlare dei giapponesi che in questo sono maestri, con tutta una serie di aberrazioni "dedicate" che si cancellano a vicenda). E alla fine, come Carlo ci scrive da un bel po', non e' detto che allo star test migliore corrisponda la regolazione migliore. Comunque non vorrei neanche dilungarmi piu' che tanto su questo. Perche' tutto questo, seppur vero, e' marginale nel caso di tele come il gso, dove lo specchio e' in BK7 (un vetro per lenti non per specchi, utilizzato per specchi perche' ne sono disponibili blanks a bassissimo costo - quelli che hanno dei difetti e quindi che non sono utilizzabili per fare lenti) che ha proprieta' termiche inadatte ad un'ottica soprattutto di diametri generosi (e i difetti del materiale, che quando lo specchio si dilata/contrae contano, non aiutano) e dove la cella e' come dire molto economica. Ho un GSO anche io e vedo in prima persona il deterioramento dell'immagine quando il tele si punta in una zona di cielo lontana dalla precedente, e relativo assestamento meccanico della cella e assestamento conseguente della qualita' dell'immagine pian piano, se poi si e' magari in maglietta in una fresca serata d'autunno, si vede l'effetto dell'osservatore stesso una bella sorgente termica a 37C, sull'immagine che ti arriva agli occhi, e si vede il miglioramento da paura se te ne vai a un altro tele per un quarto d'ora e dopo torni. Questo se mi permetti dal momento che io lo vedo, mi immagino che lo vedrai anche tu se ci fai attenzione. Di conseguenza la collimazione del gso non potra' mai essere perfetta, ne' tantomeno persistente, neanche nel corso di un paio d'ore per non dire della nottata; e' quindi a mio avviso fuorviante tentare di perfezionare tale collimazione e la sensibilita' degli strumenti che dovrebbero misurarla, oltre l'incertezza intrinseca della grandezza. Sarebbe come voler misurare le dimensioni di una spugna, se lo fai al mm va benaccio, ma se tenti di prendere un calibro.... non riuscirai mai a misurarla a 1/20 di mm e non per colpa del calibro, e' la grandezza che non e' ben definita. Le incertezze sulle posizioni / dimensioni, per inciso, sono presenti a livello di ottica ma anche (e in certi casi soprattutto) a livello di meccanica. Spero con questo di aver chiarito un pochino di dubbi. Riguardo alla tua osservazione che il BK7 era un tempo considerato materiale valido per gli specchi (e mi sentirei di dire che potrebbe ancora esserlo se si facessero specchi da 10, 12 cm di diametro e non il doppio e oltre) e che adesso che i prezzi sono scesi c'e' chi se ne lamenta, beh una volta anche un 486 costava piu' di un computer di oggi (in proporzione al costo della vita) ma oggi non accetteremmo di acquistare 486 al prezzo di una volta, perche'? perche' la tecnologia si e' evoluta, perche' un prezzo del genere oggi giorno non avrebbe senso, se ti serve un 486 per qualsiasi ragione, te lo regalano o forse lo puoi acquistare a un prezzo equo tipo 10 euro non ti sembra? Accetteresti di pagare quello che tuo nonno avrebbe pagato, per avere un'auto dalle prestazioni della balilla? Mi raccomando eh per cambiare ci vuole la doppietta!!! ecco, la stessa cosa con i telescopi.... Daniela
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