Mi aggiungo al nutrito gruppo di interessanti interventi con la mia esperienza. Ho avuto un rifrattore Vixen da 80mm f/11 per oltre 10 anni che mi ha accompagnato in moltissime serate osservative e fotografiche regalandomi molte soddisfazioni. Ora il mio setup è cambiato notevolmente ed è composto dal Takahashi FS-60C, William Optics 66 SD e Vixen NA120S; tre rifrattori molto diversi dal mio primo tele a lenti, ma che mi hanno consentito di fare interessanti scoperte. Premetto, inoltre, che mi dedico principalmente alla fotografia anche se non disdegno qualche osservazione quando mi trovo sotto un cielo che lo merita davvero.
Parto dal vecchio Vixen 80M, un classico Fraunhofer a f/11. Ottimo sui pianeti e con un residuo cromatico appena percettibile in visuale, soprattutto sulla Luna ma non fastidioso, mi ha sorpreso più volte in occasione di osservazioni del profondo cielo, con immagini molto secche e contrastate malgrado la mia inesperienza in questo tipo di osservazioni e l'apertura ridotta del tele (mi ricordo una M104 molto definita, dall’inconfondibile forma allungata con un rigonfiamento centrale ma senza banda oscura che la tagliava

); rispetto al mio precedente Newton giapponese da 10cm f/8 parabolico, il rifrattore vinceva a mani basse in ogni campo: stelle più piccole, immagini più secche e contrastate e luminosità appena inferiore….tutto quello che vedevo nel newton, lo osservavo meglio nel rifrattore…fu un po’ la svolta per me. Lo strumento successivo fu il Vixen Na120S, un rifrattore acromatico f/6.7 con schema ottico composto da due doppietti, tipo Petzval. Rispetto all’80M, questo tele, mostra un residuo cromatico, sì superiore, ma non assolutamente comparato all’aumento del rapporto focale; è evidente ma abbastanza contenuto. Sulla Luna e i Pianeti mi si è aperto un mondo….centinaia di dettagli che prima, forse, intuivo ora sono decisamente facili e ancora più secchi e contrastati...parlo principalmente dei pianeti come Giove o Saturno ma anche degli oggetti del profondo cielo: gli ammassi globulari sono un’esplosione di stelle, M81 e M82 osservate nello stesso campo di un oculare a medi ingrandimenti sono bellissime e ricche di dettagli; non vado oltre perché tendo a suggestionarmi dalle visioni e fatico a scindere ciò che realmente vedo da ciò che vorrei vedere (forse proprio per mancanza di cultura ed esperienza osservativa del profondo cielo…vedrò do rimediare presto); però quello che so è che il vixen 120NA non mi ha mai mostrato nulla di meno di quello che potevo osservare nello SC da 6” della Celestron, con il vantaggio che le stelle del rifrattore erano perfette fino ai bordi (usando un oculare sufficientemente piano come i Pentax XL) e gli oggetti si presentavano più contrastati e non con meno dettagli. Parlo al passato perché il C6 l’ho venduto dopo questo confronto. Poi è arrivato per un breve tempo il classico 80ED Synta f/7.5. Bella ottica, non c’è che dire, nessun residuo cromatico percepibile, molto meglio del mio vecchio Vixen 80M anche se a livello di dettagli la differenza, a mio parere, si annullava. Si vedeva in modo diverso, ma si osservavano gli stessi dettagli. Questione di gusti, e poi l’80ino ED era decisamente più corto anche se le dimensioni del tubo erano troppo sovradimensionate a mio avviso (e il focheggiatore era decisamente scarso per la fotografia…campo in cui avrei voluto utilizzarlo). L’80ED è stato così sostituito dal Takahashi FS-60C, pensando proprio ad un impiego prettamente fotografico. Una volta a casa però il piccolo FS-60C l’ho utilizzato sempre più spesso per rapide e fugaci osservazioni serali. L’immagine è secca, non luminosissima agli alti ingrandimenti, ma ricca di dettagli e contrastata….grosso modo a livello del mio vecchio 80M, o forse solo un pelo, ma proprio un pelo in meno. Ma le dimensioni dei due tubi non sono neppure comparabili, uno sembra il cercatore dell’altro! Avendo anche lo spianatore dedicato per la fotografia, ho notato che questo offriva qualche vantaggio nell’osservazione visuale, eliminando del tutto il residuo cromatico che in certe circostanze poteva rendersi visibile (venere, bordo della Luna con seeing non eccellente, ecc..ecc.). Non l’ho mai provato con l’extenderQ di cui ho sentito parlarne un gran bene, ma fino a questo punto mi ha dato molte soddisfazioni, e soprattutto per la fotografia si comporta (dopo un po’ di tuning) esattamente come piace a me. Poi il glorioso Vixen 80M, ormai relegato a semplice guida fotografica, è stato soppiantato da un più pratico e leggero William Optics 66SD. E’ un tele indubbiamente bello e alla moda, con una rifinitura molto accattivante e otticamente superiore alle aspettative ma pur sempre con qualche peccatuccio di gioventù. Parto dall’ottica. Mi ha stupito; è un doppietto con un’apertura pressa a poco come quella del Takino ma senza l’utilizzo della fluorite, mi pare utilizzi FPL-51, eppure la resa è molto simile. Fuori fuoco si nota un po’ più di colore rispetto al Taka ma quando l’immagine è a fuoco la resa è molto vicina, molto più vicina di quanto le differenze di prezzo possa lasciar intuire. Il focheggiatore invece non è il massimo, sembra bello, fluidissimo, ma non è affidabile, soprattutto in fotografia, e penso dia anche qualche problema nella guida quando gli monto l’ST-4, ma per il momento, le dimensioni compatte non mi offrono alternative allettanti (a prezzi simili ovviamente). Con questo penso di aver esaurito le mie considerazioni su queste ottiche: tutti rifrattori ma molto diversi tra di loro.
Ciao
V