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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: A parita' di seeing...
MessaggioInviato: giovedì 2 agosto 2007, 19:43 
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Iscritto il: sabato 26 maggio 2007, 15:40
Messaggi: 154
Località: Ricengo (CR)
perche' e' possibile usare maggiori ingrandimenti (con efficacia) con una grande apertura rispetto ad aperture piu' piccole ?
qual'e' la spiegazione ottica ?

grazie, ciao

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oculari 'standard': PL25, PL15, PL10
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MessaggioInviato: giovedì 2 agosto 2007, 19:52 
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Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2006, 15:35
Messaggi: 16957
Località: Dove mi portano le stelle
Tipo di Astrofilo: Visualista e Fotografo
La spiegazione ottica è molto semplice.
Un'apertura grande consente una maggiore definizione in base a formule di ottica ben precise, ovviamente parliamo di ottiche confrontabili come qualità e tipologia.
Per cui se il seeing non disturba l'osservazione avremo che il massimo potere risolutivo di un'ottica grande (capacità di distinguere oggetti di piccole dimensioni angolari) sarà maggiore di un'ottica piccola.
Inoltre un'ottica di maggiore apertura permette di avere una pupilla di uscita maggiore di un'ottica più piccola, a parità di ingrandimenti.
Questa maggiore raccolta di luce permette ad alcuni fotorecettori del nostro occhio, di attivarsi maggiormente (sono i coni che oltre a far percepire meglio i colori permettono anche una visione più nitida), cosa che avviene in minor pisura con quantità inferiori di luce.
Per questo, sempre in condizioni di seeing ottimali, con un telescopio grande sfrutterai meglio gli ingrandimenti.

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Cieli sereni da Renzo
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MessaggioInviato: giovedì 2 agosto 2007, 20:07 
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Iscritto il: sabato 26 maggio 2007, 15:40
Messaggi: 154
Località: Ricengo (CR)
ma se le condizioni sono scarse, non dovrebbe rifletterso in par misura su entrambe le aperture ?

grazie Renzo, sempre molto gentile..

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MessaggioInviato: venerdì 3 agosto 2007, 11:15 
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Iscritto il: mercoledì 3 maggio 2006, 9:07
Messaggi: 5198
Località: Savignano sul Rubicone (FC)
Tipo di Astrofilo: Visualista
iw2bsq ha scritto:
ma se le condizioni sono scarse, non dovrebbe rifletterso in par misura su entrambe le aperture ?

grazie Renzo, sempre molto gentile..


Qui le opinioni si dividono.
Secondo me sì, è come dici, nel senso che anche in caso di cattivo seeing questo farà peggiorare la visione sia in un tubo piccolo che in uno grande.

Solo che l'effetto lo noti decisamente di più in quello grande.
Ad esempio.
Seeing ottimale: con un 20cm arrivi a 400x; con un 10cm arrivi a 200x. Ovviamente in questo caso i dettagli che vedi con il 20cm te li scordi con il 10cm.

Seeing pessimo: con il 20cm arrivi a 80x; con il 10cm arrivi a 60x. Vedi in pratica quasi nello stesso modo con entrambi gli strumenti, forse un po' di più con quello da 20cm ma di poco.
Ma rispetto a quanto ti può dare il 20cm, la perdita è notevole.

Fabio

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Fabio Babini osserva con: Rifrattore AT80/550
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MessaggioInviato: venerdì 3 agosto 2007, 11:55 
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Iscritto il: domenica 23 aprile 2006, 22:02
Messaggi: 7738
Tipo di Astrofilo: Fotografo
sbab ha scritto:
Qui le opinioni si dividono.
Secondo me sì, è come dici, nel senso che anche in caso di cattivo seeing questo farà peggiorare la visione sia in un tubo piccolo che in uno grande.

Secondo altri la dimensione delle celle di turbolenza dell'aria influisce maggiormente sui diametri oltre i 15-20 cm. Io personalmente non ho avuto occasione di verificare questo fatto quindi non prendo posizione. La mia opinione ad ogni modo è che un grosso diametro si può comunque facilmente diaframmare, se ve n'è la necessità. Gli svantaggi dei grandi diametri semmai sono altri.


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MessaggioInviato: venerdì 3 agosto 2007, 12:14 
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Iscritto il: martedì 28 novembre 2006, 9:31
Messaggi: 4096
Tipo di Astrofilo: Visualista
Io sottolineo il discorso della pupilla d'uscita.
La pupilla del nostro occhio, da il meglio di sè tra i 2 ed i 5 mm e quindi, per avere la massima capacità di scorgere dettagli sarebbe sempre consigliabile rimanere all'interno di questo intervallo.
E' vero che da giovani si può arrivare anche ad una dilatazione di 7mm. ma, a livello periferico si perde qualcosa.

Con diametri inferiori a due, invece si entra in un campo assolutamente innaturale e faticoso per l'occhio, fatica testimoniata da quelle macchioline o vermicelli vaganti che, soprattutto facendo una prova di giorno, è facile vedere fluttuare nell'oculare, quando si forza molto l'ingrandimento...
Semplicemente, si sta costringendo l'occhio a guardare in un minuscolo forellino, una condizione non prevista nella sua evoluzione.

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Stefano
Binocoli: Nexus 100; Vortex Vulture 10x50; Pentax Papilio 6,5x21
Telescopi: Dobson GSO 300 deluxe; WO Zenithstar 66SD


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MessaggioInviato: venerdì 3 agosto 2007, 14:40 
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Iscritto il: venerdì 23 giugno 2006, 13:32
Messaggi: 4798
Località: Canossa (RE)
Tipo di Astrofilo: Visualista
Quoto Sbab. Ma c'è di più.

Il "Airy disk" (i piccoli "dischi" che sembrano essere le stelle quando usi un ingrandimento altissimo) è una funzione dell'apertura. In un telescopio 16", questo disco è molto più piccolo al stesso ingrandimento che in un 8".

Guarda il disegno che ho fatto (un pò esagerato):

http://forum.astrofili.org/userpix/626_airy_disk_1.jpg

Questi sono le stesse stelle doppie in un 8" e un 16". Allora, vedi che il 16" può risolvere molto meglio. In teoria.

In realtà, un grande telescopio non solo risolverà meglio le stelle, ma anche la turbulenza. Lo vedo spesso nel mio 18" che un pianeta sembra come guardare a traverso le turbolenze su una strada molto calda. Allora in questo caso sono limitato a un ingrandimento di forse 200x.

Naturalmente, con un buon seeing, l'apertura domina sempre!

Peter

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18" f/5 Arie Otte binodobson
2 x 36mm Siebert Observatory, 2 x 22mm Nagler t4, 2x 12mm Nagler t4,
2 x 9,9mm Siebert Starsplitter, 2 x 8mm Delos, 2 x 4,5mm Delos
RP Optix 23-41x100 con 2 x 21mm Siebert Ultrawide
http://www.astronomydrawings.com
http://astronomydrawings.blogspot.it/
Facciamola finita con le luci stradali: https://www.youtube.com/watch?v=l_5ycdkhH8o


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