Buonasera a tutti/e,
Come promesso, ecco l'ennesimo report del finesettimana da Refractorland — report in verità scarno dal punto di vista osservativo. Meno da quello concettuale.
In settimana avevo glissato sulle bonarie imbeccate di Daniela e Massimo sui riflettori di grande diametro (da 12 a 24"... e perché no 48...?!?!

, perché: a) non c'era tempo per rispondere, b) le sinapsi non trovavano l'ottavino reale...
I finesettimana, si sa, servono (anche) per questo...! Vediamo quindi cosa è successo.
Premetto che, quando dicevo che Refractorland è aperta a riflettori di grande diametro ero sincero: questo sia per offrire scorribande nel cielo profondo, sia per amore dei confronti diretti, che per mere questioni gnoseologiche. Questioni che, si sa, si possono senz'altro risolvere a tavolino. Ma vuoi mettere vedersele davanti stile San Tommaso...?!?!
Ma basta bla bla: veniamo a noi. Allora, che è successo questo w/e?!
Questo w/e, dopo alcuni mesi, ho ripreso in mano il C9. Che bello strumento...! Confesso che, nei momenti di pigrizia, e quando il seeing era stabile, non mi ha fatto rimpiangere più di tanto l'AP 155EDF... e scusate se è poco... Bene: nel casino (non solo logistico... due giorni a pulire un casolare dell'800... piccolo ma pieno di tanti tanti piccoli anfratti...) di questo w/e ho avuto solo un'oretta di seeing decente: sabato sera. Venerdi aveva piovuto e ieri era terso ma il seeing assai perturbato.
Monto il C9: Giove bellissimo. Bada ben, si muoveva, ma ricordava le foto di Damian (senza tutti gli artefatti delle iper-elaborazioni che ci fa lui...). Vi dico, bello. Bande, festoni, WOS, etc. Monto il 130: all'inizio, stranamente, vedo peggio. Nel senso di più perturbato. Non è possibile mi dico (e giù il primo calice di bianco umbro). Riguardo: ah, mi pareva: adesso va meglio. Praticamente stiamo lì. Il seeing era davvero variabile... Devo dire che il C9 aveva ancora un piccolo edge. Ma piccolo piccolo piccolo. Faccio avanti e dietro tre volte tra i due. Ad un certo punto intravedo un piccolo WOS ed anche un ovale scuro nella zona meridionale (visione telescopica). Sto osservando col visore e gli Abbe 16. Il 130 ha la BarCon montata per (quasi) equalizzare la focale.
Mi concentro sulla visibilità dei festoni equatoriali e di questi due piccoli spot. Che sono *molto* evanescenti.
Ad un certo punto scompaiono alla vista, persi nel seeing. Allora, mi dico, i giochi sono fatti. Via i "grandi" e metto sotto il 108.
Solita magia: nel 108 la turbolenza crolla verticalmente... e, inaspettatamente (?!) si vedono chiaramente i due piccoli spot che tanto faticavo ad osservare col 130 e col C9...!
E allora il lampo...! Questa piccola visione di due dettagli apparentemente insignificanti su Giove smuove le sinapsi e dà la stoccata giusta per l'ottavino reale... Contesto della scoperta... Contesto della giustificazione...
Insomma, che ci suggeriscono questi due dettagli immediatamente visibili nel 108/1600...?!?!
Ci suggeriscono che, quando osserviamo Giove, dato che i particolari sono variabili, noi in effetti *non* ci rendiamo conto delle dimensioni angolari di quanto osserviamo... Ci beiamo pensando a chissà quali vertici di risoluzione ma, in effetti, questi vertici stellari non li tocchiamo affatto. Quegli oval spots erano tranquillamente non 1" ma forse addirittura 2"... come gran parte dei particolari che stavo osservando...!
E allora mi sono tornati in mente gli studi sulle celle atmosferiche, che in anni e anni mi sono annotato, e che indicano dappertutto una grandezza media di tali celle di... 20cm... (...Leviatano anyone...?!?!)
Cito (tra le vari fonti che mi trovo annotate) dalla presentazione di Osiris al Keck: "Athmospheric cell sizes are ca. 20cm. They set the resolution regardless the telescope diameter."
Bada ben: non in Umbria, in Florida o alle Barbados... al sito del Keck...!!! E scusate se è poco...
Va detto tra parentesi, e per fedeltà storica, che fu proprio su questa base, e dopo successivi esperimenti, che cambiai il mio ordine originale del 12" f/12 a D&G (volevo averlo "grosso" ;–) trasformandolo in un 8" f/20...
Vado quindi a riguardarmi le foto (ottenute stackando centinaia di fotogrammi) di Damian.
C14 @ f/39 = F. 13845mm
Bene: quindi Giove, con un diametro angolare medio in opposizione di 42-46 arcsec, a tale focale proietta sul piano focale un'immagine di ca. 3mm di diametro. Ossia 3000 micron. Mmmmmm, vuol dire che con la Lumenera 075 (640*480, 7.4 micron pixels) prende ca. 400 pixels. Ossia — in qualità stampa a 300 dpi — ca. 1.35", ossia diciamo 35mm...
Allora mi immagino questo disco da 35mm che copre ca. 45 arcsec e cerco di immaginare quale aerografo di precisione mi potrebbe mai permettere di tracciare, su quel disco da 35mm, ben 130 linee nere (spaziate). Perché, se 0.34" è la risoluzione del C14, tale risoluzione "entra" ca. 130 volte su quel disco... Esiste tale aerografo...?!?! E, se esistesse, sarei io in grado di vedere tale punto di risoluzione ad occhio nudo a 20cm di distanza...?!?!?!
Non solo. Mi rivedo le tecniche di ripresa di Damian che, giustamente, riprende sovracampionando, non secondo Nyquist (che funziona bene con l'audio, ma meno con l'ottica), ma aumentandolo del 50%. Quindi, utilizzando il C14 @ f/39 @ 13845mm, campiona a 0.11" per essere sicuro di sfruttare lo 0.34" dei 355 del C14 coi pixel di 7.4 micron della Lumenera 075.
Il che — non dimentichiamolo — comporta anche che il disco di Giove non dovrebbe nemmeno lui ruotare di più di 0.11", vanificando altrimenti il tutto... Per riportarla in atmosfera, stiamo parlando di una cella da 70 cm immobile per 44 secondi (Nyquist) o, peggio, una cella da 115cm immobile per 28 secondi... altrimenti, o per colpa dell'atmosfera o per colpa della rotazione del pianeta, la risoluzione di 0.34" goes bye-bye baby...
Sia ben chiaro: non mi sto sognando di sostenere che il nostro amico britannico non faccia foto assolutamente straordinarie. Mi preme solo far presente a chi non se ne è ancora accorto — e far presente dimostrandolo — che quella fantastica risoluzione corrisponde non a quella teorica dello strumento utilizzato, ma a quella media delle celle atmosferiche sotto cui siamo tutti collocati.
O, per usare le parole di Damian stesso che, sollecitato, mi scrive: "the resolution of Jupiter imagery taken at Barbados is rather isgnificantly better than anything i have done from the UK to date"...
Intrigato, mi vado a riguardare un po' di corrispondenza interna dell'ALPO e ti trovo che, Damian afferma a più riprese di ottenere nelle sue foto una risoluzione di 0.6-0.7", ponendosi come limite (apparentemente non raggiunto) lo 0.5"...
Mi pare che stiamo — guarda caso — parlando della risoluzione di... un obiettivo da 20 cm...!
O, che è lo stesso, di una cella atmosferica da 20 cm...!!! Keck docet...
Ma, mi rendo anche conto, nell'immaginario collettivo, questo dato resta vago perché, appunto, questi dettagli sono evanescenti...
Allora, mi dico, perché non cercare una prova cogente con soggetti di grandezza nota...?!?!
Giusto. E facciamola anche stringentemente bastarda questa prova!
Allora abbandoniamo i dettagli evanescenti a basso contrasto di Giove e spostiamoci su dettagli ad alto contrasto di grandezza nota... sulla Luna. Lasciamo perdere rimæ, valli e quant'altro che, come si sa, obbediscono alle stesse leggi di visibilità dei fili elettrici, della divisione di Cassini e quella di Encke, permettendo quindi performances eccezionali in virtù della loro seconda dimensione (lunghezza).
When the game gets tough...: andiamo sui crateri puri e duri. Andiamo su una zona stranota e stramappata: Plato ed i suoi craterini.
Bene: esaminiamo le migliori foto da terra che, mentre i più si arrabattano per reperire 4, 5, 6, 7, 8 craterini, ne mostrano ben 12. Ho in mente la foto di Maurizio di Sciullo col suo Newton planetario da 25cm... per scoprire cosa...?!?!? Null'altro che il più piccolo dei 12 craterini mai ripresi su Plato misura... 1km di diametro... che sulla Luna equivalgono ad una risoluzione di...?! di...?!?! Zero vigola cinquantanove secondi d'arco... che è la risoluzione di...?!?! Un obiettivo da 8" o, che è lo stesso, di una cella atmosferica da 20 cm...
Ma guarda un po' che coincidenza...!
E questo è ottenuto facendo stacking di centinaia di fotogrammi presi in momenti benedetti...
Morale: una volta di più, in tutti i vari tuboni — non perché lo dico io, ma perché lo determina l'atmosfera — non si risolve nulla di più (e spesso meno) di un rifrattore da 20cm (aggiungiamoci pure un mezzo pollice in più... ma smettiamo pure le pratiche onaniste sui decimi di secondo d'arco). Quel che si vede (quando lo si vede: l'occhio non distingue al di sotto del terzo di diaframma) lo si vede solo più luminoso. Che può "sembrare" più nitido, ma più nitido non lo è.
Tutto ciò può far male all'orgoglio machista, ma tant'è.
Come confutazione, basta ovviamente che chiunque presenti una foto di Plato con craterini che toccano la risoluzione effettiva del tubone in questione, che sia 0.34" per un C14 ovvero 0.2" nel caso del 24". Ce ne sono un centinaio sulla superficie del cratere. Quindi la materia prima non manca...!
E, non dimentichiamo, se non ci si riesce sulla Luna — luminosa com'è e con i suoi dettagli ad alto contrasto — non mi pare davvero sia il caso di pretendere di riuscirci su Marte, Giove o Saturno, con i loro dettagli pallidi ed evanescenti.
Questa è l'amara verità della nostra atmosfera. Tutto il resto — come ricordava qualcuno — è vanità...
Buona serata e buone osservazioni ! Là fuori, c'è davvero tanto da osservare e da imparare !
Massimiliano
