Krater ha scritto:
scusa lead ma ho carenze personali di ottica et. et.
comunque mi sono perso sin dall'inizio
Ok, ci riprovo. Se non mi faccio capire (probabile

) googla che di gente che sa spiegarlo meglio ce n'è.
Ovviamente sto supponendo che ti siano noti i concetti di frequenza e lunghezza d'onda e il loro legame... altrimenti ci vogliono due libri
Allora, l'onda elettromagnetica ha un certo andamento nello spazio (in ogni punto il campo elettromagnetico ha un valore che dipende dalla distanza dalla sorgente). Considera (è quasi vero nel caso di onde ottiche) un'onda elettromagnetica come un raggio, tipo un laser di quelli rossi. Questa verrà riflessa o diffratta da una superficie in base alle caratteristiche di quest'ultima. Quando viene studiato uno specchio, si usa l'ottica dei raggi, cioè il cem viene schematizzato in ogni punto come un raggio. Sai che uno specchio primario di un newton concentra la luce sullo specchio secondario. Perché ciò avvenga è necessario che lo specchio sia
esattamente una certa superficie (es. paraboloide di rotazione o calotta sferica). Ovviamente nella pratica non è possibile creare uno specchio che sia
esattamente di quel tipo, significherebbe avere una precisione infinita, mentre essa è finita (qualunque oggetto, anche il più liscio, ha una certa rugosità se si scende alle scale di micron o nanometri). Ma quanto deve essere questa precisione? Che errore possiamo tollerare? Poiché le variazioni del campo sono nell'ordine della lunghezza d'onda (cioè il campo cambia significativamente solo se lo misuri in due punti distanti una quantità circa pari a lambda) si può vedere che esso
interagisce (viene riflesso o diffratto) da ostacoli (es. le imprecisioni dello specchio) che siano dell'ordine della lunghezza d'onda. Cioè, se uno specchio parabolico (che quindi nella pratica sarà *quasi* parabolico) ha uno spuntone sulla superficie, questo è un problema solo se questo spuntone ha dimensioni paragonabili alla lunghezza d'onda. Quindi se la superficie ha una rugosità di una quantità che è una frazione (1/n) della lunghezza d'onda essa non inciderà (rigorosamente inciderà poco, sempre meno quanto più è piccola) sul comportamento dello specchio, perché il campo non *vede* quella imprecisione.
Se poggi la mano su un vetro, ti sembra liscio, perché la sua rugosità è talmente piccola che la tua mano (il campo) non la percepisce. Se la poggi su un porcospino, la tua mano sente la sua superficie rugosa perché le variazioni di essa sono grandi e puoi percepirle.
Uff... Spero si capisca...
