e per non aggiungere altre 14 pagine al post, visto che sono nella pausa pranzo senza pranzo, dico al nostro amico Helio, relativamente alle foto che ha
postato dal sito Dream:
i segni sul tubo sono dovuti a imperfezioni del finissaggio, in quanto non lavora con stampo e controstampo, ma semplicemente applica i fogli di pre peg sul nido d'ape, il tutto viene avvolto da una pellicola (tipo domopack per capirci), tirato con forza per eliminare le piccole grinze, tolta la pellicola, messo sotto vuoto, e infilato in autoclave.
Cosi si fanno anche gli alberi delle navi da regata.
I difetti possono essere dovuti a cattiva illuminazione, a gel coat poco lucido, ma non credo ad un lavoro fatto male. La pellicola viene avvolta ad ogni strato di carbonio e poi tolta (rendetevi conto della manulità necessaria come costo).
A parigi ho visto una sezione finale di un albero da regata avente forma come un profilo alare meno accentuato ovviamente, spesso ben 2 cm per lato
(pari a 6 cm di acciaio o 10 cm di al), l'albero era alto in origine 39 mt..
La barra su cui si siete il sig. dream è senza spigoli vivi (guardala bene), e si puo' ottenere o per compressione di un prepeg con stampo in acciaio
(molto costoso ma molto performante, anche se vista la lunghezza variabile delle barre non credo usi questo sistema), o per termoformatura, dove basta uno stampo in al pieno che costa molto meno.
E' lo stesso tipo di barra di cui parlavo in altra pagina, per mantenere sottile la parete.
Attenzione ai manufatti di carbonio: non bisogna farsi trarre in inganno da quel che si vede, ma capire cosa c'è dentro. Ad esempio se fuori vediamo il tessuto piegato a 90° cio' non sta a significare che dentro sia fatto cosi'.
Il mercato offre tanti prodotti, con angoli e tramature diverse o uniderezionali, o tessuti non tessuti (mat), quindi - in funzione di quello che devo fare - combino tutti gli elementi.
Costruire con compositi è ancora oggi un settore in fortissima espansione e molto creativo, proprio perchè c'è ancora molto da inventare.......vince sempre chi dà il prodotto migliore al prezzo piu basso come in tutte le cose, per cui le strade da esplorare sono tantissime.......
Ti posso fare l'esempio di una società brasiliana che stampa **giornalmente** 60 carcasse di autobus in vetroresina, con una tecnica messa a punto da loro a costi bassissimi, l'anno scorso hanno preso l'appalto per stampare TUTTE le cabine telefoniche del Brasile in vetroresina........
Io credo che il futuro prossimo non sia produrre elementi come Dream, non perchè non siano validi (anzi....), ma perchè costano ancora troppo, e infatti non a caso vende solo componenti o strumenti di un certo livello di prezzo.....
Vincerà chi riuscirà a realizzare elementi in composito a prezzi vantaggiosi e con le stesse caratteristiche (non è facile, ed io nel mio piccolo, per il mio futuro osservatorio ci sto lavorando da 2 anni con alterne fortune, e costi elevatissimi).
Ora so che i soliti pettegoli di questo forum mi chiederanno il nome, ma non lo faccio comunque.
Ho visto uno strumento in carbonio i cui terminali in alluminio erano uniti da una barra in carbonio.
Guardavo la barra e non capivo come avessero potuto farla. Questa è la rosa delle possibilità a cui sono arrivato:
barra di plastica (si plastica) ricoperta da un foglio di 0,20 mm di carbonio;
barra di polimero caricato con del carbonio (bah) ricoperta da un foglio di 0,20 di carbonio;
barra al 100% di carbonio (ma sono sicuro che cosi non è, e lo si vede chiaramente, potrei smentirmi segando in due la barra..),
quindi al mondo ci sta tutto, dipende dal consumatore finale e dalla fantasia del costruttore.
Recentemente sto prendendo in esame le fibre in basalto, ovviamente non per i telescopi, ma che andranno lentamente a sostituire il carbonio in edilizia, sia per il costo, sia per le prestazioni quasi uguali (per l'edilizia). Anche in questo nuovo campo è interessante leggere e documentarsi, si aprono continue frontiere. Mi ricordo che a Parigi ho anche visto i primi compositi in vegetale (bamboo) che hanno la loro valenza (non per un aereo ovviamente..), in quanto non inquinanti.
Già ricordiamoci che il carbonio è altamente inquinante sia nel processo di realizzazione che di trasformazione. Negli stati uniti già nascono le prime aziende specializzate nel riciclo di rottame di composito.
In reparto, quando si lavora il carbonio non impregnato, si indossano guanti maschere e occhiali, un piccolo frammento piantato sotto la pelle in pochi gg scompare, non perchè è caduto, ma perchè ha iniziato a girovagare dentro il corpo
(lo si vede da una comune radiografia), questo puo' voler dire niente e tutti lo scopriremo fra venti anni, come è stato per l'amianto ecc.
Credo che per i giovani come Helio specializzarsi in questi argomenti sia un po' una chiave che in futuro aprirà molte porte professionali, io non ho avuto questa fortuna, ma posso dire da piccolo imprenditore (artigiano), che le "arie" che si respirano nelle varie riunioni di categoria sono queste.
okei basta sto diventando come una suocera
ciao
max
_________________ non basta sapere si deve anche applicare, non è abbastanza volere, si deve anche fare. (W. Goethe) Quindi, non per il sapientone che pretende "applicare", non so bene cosa più delle chiacchiere, comunque......(Sergio) Cassegrain coudè 450 mm f 15 OPS optics (1/16 pv - 1/43 rms sthrel 0,97) terminato. SUINOX (r) 80/540 ed. - Acro 100/1300 "Old Style" Acromatico folded 230 mm. f 18 in costruzione. Dall Kirkham "Raptor" 277 mm. f 24,3 ostr. 18% in costruzione.
|