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MessaggioInviato: martedì 17 luglio 2007, 11:23 
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Helio, trovo la tua disamina davvero interessante, quasi sicuramente, le tue conoscenze di strutture aeronautiche, si sposano meglio nel caso di questo "tubo" delle mie conoscenze di strutture edili.
In particolare la tua idea dei due tubi uno dentro l'altro uniti da correnti interni, mi ha intrigato non poco; infatti stavo pensando (vista l'impossibilita/difficoltà di realizzare profili a L in carbonio) se fosse possibile (Massimo altro lavoro per te :) ) interconnettere i due tubi non da correnti ma da un unica spirale in carbonio opportunamente dimensionata, giusto per far capire il concetto, cercate sul web "Pilastri cerchiati". >>> Nota: questa tecnologia in edilizia serve ad evitare soprattutto lo "spanciamento" di un pilastro sotto forte carico (inutile nel nostro tubo), ma permette anche di realizzarne di molto "snelli" riducendo di molto le flessioni tarsversali.
Riguardo la torsione, sono io ad'averla ipotizzata sul tubo in questione, poiché nello schema che avevo presentato, ho ipotizzato l'eventuale collegamento in parallelo di uno o più rifrattori in qualità di cercatori (nella fattispecie un 4" f/6 ed un normale cercatore 50/60mm) questi con il loro peso disposto in maniera eccentrica (braccio ipotizzato da 32 a 40 cm dal centro del tubo) creano una coppia di torsione sul tubo.

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Newton: Barile 400/1830 mm; Obice 200/1650 mm; Bidoncino 114/1300 mm solarizzato. •• Rifrattori: Nano apo 80/480 mm; Milo acro 76/1400 mm; 60ino acro 60/700 mm. •• Catadiottrici: C8 xlt. •• Binocoli: Docter Aspectem 40x80 ED, William Optics 22x70 ED, Vixen Ultima 8x56, Nikon Action EX 16x50, Canon 10x30 IS II, Vortex Vanquish 8x26, Ibis Horus 5x25, Pentax Papilio 6,5x21, Orion 2x54.


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MessaggioInviato: martedì 17 luglio 2007, 11:47 
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Helio ha scritto:
Ciao raga, innanzitutto bella idea questa di refractland Massimo, complimenti!! Premetto che sono meno di un neofita e mi trovo qui “ x caso “: avevo solo chiesto a Massimo ( CarbonMan ), un’opinione circa il tubo honeycomb della Dreamscope, e mi ha invitato a leggere questo topic.

grazie ma non è mia (purtroppo) ma di massimilianolattanzi che è un altro astrofilo.Teoria accademica.
Nell’ipotesi che la soluzione del progetto sia con tubo chiuso, con le dimensioni in giuoco se ho capito bene e profilo sottile, stiamo davanti a ciò che viene definita, in ambito aeronautico, trave aeronautica. Infatti, dimensione longitudinale molto maggiore rispetto alle altre dimensioni ( circonferenza media della sezione del profilo e spessore della sezione del profilo ). In una struttura del genere, si fa ricorso a diversi elementi che devono espletare determinate sollecitazioni al fine di mantenere la forma e la stabilità strutturale nonché, cosa non da poco conto mantenere bassi i pesi ( e quindi anche i costi ) Beh..sembra proprio che vi troviate in questo caso con tutte le scarpe!


come avrai letto i costi nn sono un problema.
Pero' amico mio, come dissi ad altri, mai confondere l'obiettivo della costruzione con nozioni esatte ma applicabili ad altre cose. Nella prima proposta si trattava di due tubi conici con la parte terminale (diciamo gli ultimi 500 mm leggermente squadrati). Simulando con l'apposito programma di calcolo strutturale, e conoscendo i pesi "appesi", non ho avuto riscontro di variazioni sull'asse ottico della sezione di tubo, dati ovviamente parziali, mancando la conoscenza esatta di tutto il set up ottico e meccanico.

Come forse già sapete, i longheroni sono i principali elementi strutturali e sono disposti secondo la direzione della maggiore lunghezza di tale organo e con solette si indicano le parti superiore ed inferiore rispettivamente e con anima la parte che li collega. Le centine ( che nel vostro caso non possono essere prese in considerazione ) e le ordinate costituiscono, l’armatura trasversale dell’organo trasversale. Il rivestimento ( il tubo ) assolve a compiti di forma e strutturali ( si becca i vari carichi se ci sono, e li ridistribuisce sugli elementi longitudinali e trasversali ) infine, i correnti longitudinali servono per rinforzare la struttura cercando di realizzare un rivestimento sottile il più possibile e sono ridistribuiti secondo certi criteri e di sezione e profilo opportuno. A che servono questi elementi? Ad esempio nel cassone alare si assume che solette e correnti resistono solo a flessione mentre rivestimento e anime solo a torsione e taglio. Nella teoria della trave aeronautica sono assunte diverse ipotesi, ma tengo a dirne una: si accetta l’ingobbamento impedito tranne nel caso in cui ci si trovi in prossimità di vincoli che limitano gli spostamenti fuori del piano della sezione ( l’incastro del vostro tubo? Come la vedete..)


evidentemente studi ingegneria aereonautica vero? Non vedo nessun genere di problematica e di ingobbimento, nè tantomeno vedo problematiche di incollamento della parte finale, che come ho scritto è di 10 cm (cosi' avremo ben 4 mm di carbonio sovrapposto e saldato, sufficenti ad eliminare, qualora ce ne fossero, momenti flettenti in prossimità della cella (5 kg......).Questo solo per chiarire per bene alcuni concetti.
Ora, concentriamoci solo sul tubo, cosa possiamo dire circa il tipo e l’entità delle forze in gioco? Intanto che in punti ben precisi, lungo l’apertura sono alloggiati degli elementi, con un determinato peso. Ora, quanto è la lunghezza complessiva, secondo la direzione longitudinale per ognuno di questi elementi?

scusa, ma i programmi di calcono a che servono secondo te?

Avete poi, forse non considerato un fattore: il tubo rispetto a un riferimento solidale alla parte fissa della montatura può assumere posizioni diverse, correggetemi se dico una freg…ccia, ma la componente del taglio, nel riferimento solidale al tubo, diminuisce ma aumenta quella assiale = compressione.
Poi ho letto di torsione, non “ vedo “ torsione, flessione si ma torsione no. Per torsione s’intende nella schematizzazione corrente che adopero, un momento che agisce su un piano della sezione, cioè una sollecitazione che tende a far ruotare la sezione trasversale ( quella ortogonale all’asse del tubo )della struttura, ma “ chi è “ che applica tale sollecitazione? I pesi no. Il vento? Non credo. Qualcuno che cerca di “ svitare “ il tubo ancor meno. L’unica cosa cui posso pensare è un moto vibrazionale trasmesso dal vincolo al tubo, non ho confidenza con questi strumenti e me ne dispiaccio, ma addirittura torsione? Cioè la montatura “ si sballotta “ lateralmente e il tubo prende a torcersi? Può essere!

torsione: si ci puo' essere a voler cavillare, questa è dovuta alla diversa posizione del tubo e al diverso peso del set up che cambi di volta in volta, fenomeno comunque riscontrabile in alcuni strumenti economici. Avevamo preso in considerazione anche la montatura su cui va piazzato lo strumento, che a detta di alcuni è insufficente, e come dice FORMA55 Maurizio ha secondo lui una corona dentata troppo piccola....
Queste cose hanno la loro valenza in fase di calcolo della struttura.

MassimoBoe ho letto che non si possono fare elementi in carbonio ad angolo retto, per inciso mi stai insegnando un sacco di cose accipicchiolina…ma neanche una L ? Cavolo sarebbe interessante avere due L, da unire per formare una T, con l’anima a sandwich, cavolo mi hai mezzo ucciso, lo sai quante volte avevo immaginato che si potesse fare??!! Poi, il punto lungo l’asse del tubo in cui vincolare il tubo è un parametro noto o da determinare? Cmq, la “ zona “ di tubo che va vincolata deve essere opportunamente studiato, come già sapete, lì il vincolo esplica reazioni.

non a caso ho studiato la forma finale squadrata con profili in Ergal e giunzione con tubolari di carbonio da 30 mm (20 mm. int.! calcolati la forza di questi travetti) con terminale in ergal e viteria in inox

per quanto riguarda le forme L o T si è vero non si possono fare, ma con i distringuo del caso.
a) spessore del profilato
b) raggio r dell'angolo
il poterli fare o non fare dipende da questi due valori, tieni presente, ma lo saprai . che il carbonio è fragile e nei punti in cui hai angoli, perdi gran parte delle sue caratteristiche. Parlo qui di profilati costruiti con tessuti. Ci sono altri metodi per farli ma non sto a ripetermi.

Scusate, la pignoleria, va peraltro schematizzato opportunamente il vincolo, secondo ipotesi che possano permettere di descrivere il suo comportamento ,per vedere come il tutto si comporta a stabilità: es . la montatura vibra, trasmette la vibrazione la tubo, quant’è l’entità della vibrazione del tubo, cioè quanto ne risente? La vibrazione si smorza? Se si quanto ci mette? Su quali parametri bisogna agire?

il programma di calcolo da anche questi valori, e per quantificarli in modo esatto occorre avere la montatura sottomano......
Ma del resto la giunzione centrale fatta raccordando in quel modo gli altri due spezzoni del tubo, si fa anche carico grazie alle piastre di Ergal di eliminare una parte di vibrazioni. La barra che unisce l'asse al tubo è (credo) in alluminio, a cui va agganciato un ponte termico in carbonio prima di unirla ai terminali in ergal.

Come infine, ha precisato Massimo, meglio non accoppiare elementi a comportamento termico diverso, immaginate: a variazioni di temperatura l’alluminio tende ad avere la sua deformazione, il composito avrà il suo, ci sarebbero tensioni in giro che è meglio non avere, non solo, cicli di variazione di temperatura, quasi quasi mi viene da pensare che poi il composito mi vada pure a lavorare a fatica!

rifletti sulla giunzione centrale e fatti uno schema con le dilatazioni, vedi cosa ne ricavi, cosi per curiosità.
Ci sono materiali utilizzabili, con dilatazione termica vicina a quella del composito in questione?

Invar o carbonio unidirezionale, altro non c'è.

Ma due fogli concentrici in carbonio, con ordinate e correnti longitudinali in mezzo? Ho capito di un sistema di raffreddamento, e se si fa scorrere il flusso attraverso questa intercapedine?

a parte il costo, la costruzione è da ente aereospaziale....... non fattibile industrialmente, ma solo come esercizio tecnologico.Ho finito. Per carità non ho esperienza per affermare nulla di certo! Spero di non aver detto troppe str..ate!! Quanto meno di aver fatto osservazioni utili e poi di chiarificarmi io stesso su certi punti, grazie anche alle vostre risposte.

No no bravo, le riflessioni sono sempre utili a tutti, continua cosi' che vai bene, ma non farti troppo influenzare da schemi prefissati. Il tuo ragionamente deve avere sempre come obiettivo finale il manufatto da costruire: un tubo di telescopio non è la fusoliera di un aereo.....Un saluto e buon lavoro!
Se capisco come si fa posto qui le img che avevo scaricato da Dreamscope.Ciaoooo
Helio

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non basta sapere si deve anche applicare, non è abbastanza volere, si deve anche fare. (W. Goethe)
Quindi, non per il sapientone che pretende "applicare", non so bene cosa più delle chiacchiere, comunque......(Sergio)
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MessaggioInviato: martedì 17 luglio 2007, 11:57 
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Angelo Cutolo ha scritto:
Helio, trovo la tua disamina davvero interessante, quasi sicuramente, le tue conoscenze di strutture aeronautiche, si sposano meglio nel caso di questo "tubo" delle mie conoscenze di strutture edili.
In particolare la tua idea dei due tubi uno dentro l'altro uniti da correnti interni, mi ha intrigato non poco; infatti stavo pensando (vista l'impossibilita/difficoltà di realizzare profili a L in carbonio) se fosse possibile (Massimo altro lavoro per te :) ) interconnettere i due tubi non da correnti ma da un unica spirale in carbonio opportunamente dimensionata, giusto per far capire il concetto, cercate sul web "Pilastri cerchiati". >>> Nota: questa tecnologia in edilizia serve ad evitare soprattutto lo "spanciamento" di un pilastro sotto forte carico (inutile nel nostro tubo), ma permette anche di realizzarne di molto "snelli" riducendo di molto le flessioni tarsversali.
Riguardo la torsione, sono io ad'averla ipotizzata sul tubo in questione, poiché nello schema che avevo presentato, ho ipotizzato l'eventuale collegamento in parallelo di uno o più rifrattori in qualità di cercatori (nella fattispecie un 4" f/6 ed un normale cercatore 50/60mm) questi con il loro peso disposto in maniera eccentrica (braccio ipotizzato da 32 a 40 cm dal centro del tubo) creano una coppia di torsione sul tubo.



ahahah ma siete tutti mattiiiiiiiii.
Si a questo mi riferisco anche io , ponendo telescopi guida o quant'altro avremo sicuramente fenomeni di flessione.
Dream ha risolto brillantemente questo problema con l'Honeycomb in teflon, piu' facile da costruire e meno costoso. Soluzione che personalmente appoggio solo in parte e in determinate situazioni (ma essendo tale costruttore censito negli stati uniti come produttore di compositi automotive, ha replica quella tecnologia nell'uso astronomico).

Ma il problema dell'interconnettere è:

devo fare due tubi
devono essere molto precisi come diametro
devo avere due stampi
devo incollare le intercapedini

troppo costoso e complicato industrialmente, non avrebbe sbocco in nessun
senso.

ciao raga

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Comunque (tanto faccio la pausa pranzo ma non pranzo) tornando alle questioni di Angelo e di Helio, alcuni anni fa richiesi informazioni ad una persona molto esperta (lo fa come mestiere) ma per diritto alla privacy non diro' chi è, come potevo ottenere un tubo in carbonio che non inducesse flessioni e/o torsioni. Premetto che a quel tempo già lavoravo con il carbonio, ma mi sentivo piu' tranquillo con il parere di un esperto in telescopi, visto che si trattava di un tubo per telescopio.

L'unica soluzione proposta da questo signore è stata quella di inserire internamente al tubo di carbonio, una spirale in profilato di alluminio, incollata. Cio per non incorrere a flessioni e per mantenere lo strato di carbonio sottile (2 mm. in quel caso, anche se io proposi 4 mm).

I Vostri commenti su questa soluzione?

ciao
max

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MessaggioInviato: martedì 17 luglio 2007, 12:47 
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Ricordate sempre che un manufatto in carbonio è "un manufatto", che anche i piu' grandi produttori realizzano prevalentemente a mano.

Il costo della mano d'opera è altissimo, oltre a quello del carbonio e delle lavorazioni (quanto costa un'ora di autoclave?).

Percio' le soluzioni, se non sono opere realizzate in cantina, devono tenere conto anche di questi fattori, poi con la fantasia si fa di tutto, ma si deve stare per forza in certi valori di costo.

Se guardate i costi dei tubi honeycomb di Dream non sono elevati. Diciamo che il dollaro basso fa il suo effetto, ma comunque sono molto vicini ai costi di un tubo in wrapping ma sottile.

La risposta è semplice: nel sito vedo tubi con spessori di 17 mm, ci sono 15 mm approssimativamente di teflon e 2 mm di carbonio come nel wrapping, ma con il vantaggio che costruire questi tubi è molto piu' semplice (basso costo degli stampi) che non con la tecnica dei tessuti avvolti su mandrino.

Vogliamo scendere ancora di costo: tessuto di carbonio rivestito in poliammide 66, intercapedine in teflon, quindi niente pre preg e minor consumo di carbonio, termoformatura a 120 ° per 3 minuti.
Fatto il tubo. Lavoreremo con un po piu' di spessore per ovvi motivi, ma niente di piu'.

Questa tecnica di rivestimento con polveri è stata messa a punto da una azienda novarese, ed è una tecnica straordinaria (le polveri sono di tutti i tipi, per cui possiamo ottenere risultati molto diversi, sia col carbonio, col kevlar, con il vetro, con il Vectran ecc.), le polveri possono anche essere colorate. La successiva trasformazione della bobina
(cosi si chiamano i rotoli di filo) in tessuto è molto semplice, e qualunque tessitore dotate di telai ad aria non ha problemi a farlo.

La concorrenza ottiene prodotti simili, ma non di pari caratteristiche, spalmando tessuti e pressandoli, questo con forti limiti prestazionali o di versatilità.

Ricordiamo poi che questi tessuti di filato rivestito possono essere laminati (pressa a 10 atm 120°), e tagliati semplicemente con una dima. Ovviamente se noi vogliamo possiamo creare già lo stampo del nostro manufatto, inserire il foglio, pressare /scaldare e via il pezzo è fatto.

Naturalmente i macchinari per lavorare questi laminati sono molto costosi : ci vogliono stampi in nickel riscaldati ecc., ma immaginate quante applicazioni, non necessariamente in carbonio, si possono fare e si fanno in settori dove il costo delle presse (circa 500.000 euro) si puo' ammortizzare:
sottoscocca auto, pannelleria, rinforzi, ecc.
Per il nostro tubo sarà sufficente uno stampo a membrana adatto a piccole serie e del costo di 5-6000 euro.

Come sempre sono stato alla fiera europea per i compositi di Parigi, ed ho visto soluzioni avanzatissime e molto interessanti. Alcune di assoluto rilievo, altre sciocche ma "ben spendibili" per chi ne ha i mezzi (tipo il caddy per mazze da golf, in carbonio e motorizzato, che ha vinto anche il premio come prodotto piu' originale della manifestazione, e state tranquilli che c'è chi se lo compera......), più interessante tecnologicamente lo snorkel per sommergibili tedeschi totalmente in composito, o un ponte stradale anche questo in composito, il telaio della Bugatti da 1.000.000 di dollari (!), la fusoliera di un executive bireattore tessuta in unico pezzo, i soliti telai per bici....., pezzi di ala airbus e boeing, profilati, ecc.
Io ero piu' interessato alle tecnologie per produrre che non ai prodotti degli altri, comunque è in queste occasioni che ti rendi conto di come il mondo corre..............e se non ti svegli resti al palo.

Scusate la chiaccherata inutile, ma era cosi per illustrare la situazione in generale.
ciao
max

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Le tue "inutili" chiacchierate, mi piacciono.
Come hai già detto, è divertente spremersi il cervello per trovare nuove soluzioni. :)

massimoboe ha scritto:
Comunque (tanto faccio la pausa pranzo ma non pranzo) tornando alle questioni di Angelo e di Helio, alcuni anni fa richiesi informazioni ad una persona molto esperta (lo fa come mestiere) ma per diritto alla privacy non diro' chi è, come potevo ottenere un tubo in carbonio che non inducesse flessioni e/o torsioni. Premetto che a quel tempo già lavoravo con il carbonio, ma mi sentivo piu' tranquillo con il parere di un esperto in telescopi, visto che si trattava di un tubo per telescopio.

L'unica soluzione proposta da questo signore è stata quella di inserire internamente al tubo di carbonio, una spirale in profilato di alluminio, incollata. Cio per non incorrere a flessioni e per mantenere lo strato di carbonio sottile (2 mm. in quel caso, anche se io proposi 4 mm).

I Vostri commenti su questa soluzione?

ciao
max


Direi ottima, se applicata al nostro ipotetico tubo:
- Diametro tubo interno 230mm spessore 4mm in carbonio;
- Diametro tubo interno 268mm spessore 4mm in carbonio;
- Spirale interna sezione 30 x 6mm passo 200mm in ergal;
- 5 kg di gruppo fuocheggiatore;
- 5 kg di cella completa di doppietto;
- 8 kg rifrattore da 4" f/5 + cercatore 50mm (disposti a circa 450mm dal fulcro di aggancio del tubo, verso il gruppo fuocheggiatore).
Peso totale 30 kg (senza la piastra)
Con queste modalità di carico mi da uno scostamento tra centro dell'ottica e centro fuocheggiatore (freccia massima) di 0,0126 mm.
L'indice di torsione è irrilevante.

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4 mm di carbonio, ammesso che troviamo uno stampo, se no bisogna farlo e costa 5000 euro per 5 mt di lunghezza, ci costano circa 10.000 euro, piu' la lavorazione e la mano d'opera.

Quindi escludiamo lo stampo:

carbonio prepeg 10.000 euro
lavorazione 4.000 euro
totale 14.000 euro
iva 20% 2.800 euro
totale 16.800 euro
imballo 200 euro
trasporto 250 euro
totale 17,250 euro

escludendo la intelaiatura interna in alluminio.
Culatta, anelli di aggancio alla declinazione ecc.

Come vedi il costo è elevatissimo, e questa è la motivazione per cui l'ho scartato a priori.

Credo che la scelta fatta dal Nostro sia costata meno.

ciao
max

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Ragassuoli/e,

Tutto quello che leggo è molto bellissimo...

...ma, dato ormai per acquisito che Massimo ha vinto il concorso sull'intubazione, qualcuno si è posto la questione di quanto potrà mai pesare questo "puparuolo" per poter essere supportato dalla AP1200GTO (che, non dimentichiamolo, ha comunque un asse in AR di 8.5cm ed uno in DEC di 6cm)...?!?!?

Cieli sereni (...ma anche un po' di sana nanna...)

Massimiliano


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massimilianolattanzi ha scritto:
Ragassuoli/e,

Tutto quello che leggo è molto bellissimo...

...ma, dato ormai per acquisito che Massimo ha vinto il concorso sull'intubazione, qualcuno si è posto la questione di quanto potrà mai pesare questo "puparuolo" per poter essere supportato dalla AP1200GTO (che, non dimentichiamolo, ha comunque un asse in AR di 8.5cm ed uno in DEC di 6cm)...?!?!?

Cieli sereni (...ma anche un po' di sana nanna...)

Massimiliano


Ciao concittadino :wink:
chiedo a te e agli altri...eventualmente, si può modificare il Niño (AP1200GTO)?


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Raga, allora….la cosa qui è più che intrigante!

…stanotte raga non mi avete fatto dormire…..stamattina momenti in macchina, con la testa “altrove”, tampono uno, tanto poi ve mandavo il conto hiihihi, dormito nel pomeriggio, sveglio da alcune ore, ormai pranzo quando voi cenate!!!!

Angelo grazie della tua delucidazione in merito ai motivi che inducono torsione, eheheh, da oscuro conoscitore dei vostri bellissimi e invidiati strumenti, la mia mente non mi faceva vedere le cause, ora almeno ho un po’ più di chiarezza. Interessante la tua soluzione ad aspirale, ma il fenomeno “ di spanciamento “ a cui accennavi è dovuto a sollecitazioni di torsione? Come lavorano tali pilastri, ovviamente oltre che a compressione? Quella soluzione inoltre, serve per diminuire il diametro del pilastro, garantendo la stessa performance strutturale rispetto a un pilastro di diametro maggiore?

Il lungo preambolo che avevo fatto nel post precedente, tengo a precisarlo, non è voluta essere, in alcun modo una sorta d’intervento da professorino ( ahahahah io professorino…ma de che! Me stanno pure sui cosiddetti quelli così!! Ahahah ). Dai vostri interventi successivi è stato facile capire che non ho dato questa impressione sbagliata. Benché, cari amici, l’abbia fatto cmq per uno scopo ben preciso: sottolineare che bisogna valutare la predominanza delle sollecitazioni e relative deformazioni in giuoco e ricorrere ad elementi strutturali SPECIFICI, senza infilarci cose in più, SOLO elementi funzionali al compito per il quale sono concepiti, che facciano al meglio il lavoro “ sporco “ senza che vadano poi ad interferire e a ingenerare altre problematiche.

Certo non stiamo progettando una fusoliera, e meno male!!! Lì le sollecitazioni, come del resto sul cassone alare, senza parlare dell’attacco ala-fusoliera… possono essere spaventose, ma che ne sapete dei rivetti che in volo si staccano e vanno in giro nei serbatoi!!! :shock: Sul depliant dell’agenzia di viaggio certo non lo dicono!!! Ci sarà un motivo x cui non prendo l’aereo, no??!!eheheh. Tuttavia Massimo, puoi convenire con me sull’ assoluta somiglianza della problematica!

E poi, “considerazioni inutili”!!!!! Ma che stai a dìììì, cavolo sei un manuale umano!!! Qui sei uno di quelli che ne sa più di tutti!!! E lo sai :wink: !!!! Se fossi ricco ti chiederei di poter lavorare per te a GRATIS!!! Naturalmente, negli intermezzi margheritas – bella gnocca spaparanzato su qualche spiaggia esotica, con voi miei ospiti ovviamente!!! 8)

Il tipo con cui avevi preso contatto, che è facile pensare a chi forse potrebbe essere, ha fatto dei calcoli? O si è espresso in funzione della sua esperienza perché già affrontata? In pratica, la vedo così: una sorta di ibrido soletta-ordinata-corrente aspirale e senza anima? Oppure ha un profilo Ω ( senza curve, ovviamente )? Tipo di sollecitazione per cui è studiata? Flessione e torsione? Non ho mai avuto a che fare con un profilo del genere ( ad aspirale ), ma ragioniamo insieme. Quanto devono essere larghe le spire? Quanto deve essere il passo tra le spire? Valutando questi parametri di progetto che tipo di miglioria apporto alla struttura anche rapportato al peso che ci darebbe la spira stessa? Ci devo pensare un po’ su, ma di primo acchitto non mi sconfinfera, sicuramente avrà una sua rigidezza torsionale e flessionale ma, secondo me forse, fa un po’ tutto ma niente di specifico fino in fondo nei riguardi della flessione e della torsione, ma evidentemente sbaglio. Cmq, io la vedo così: per la geometria che ha, ogni spira si comporta come una molla torsionale, con la sua caratteristica rigidezza torsionale, e va a scaricare tale sollecitazione lungo tutta l’aspirale, che nel complesso avrà la sua rigidezza torsionale. Questione: variazione di temperatura, alluminio – carbonio, deformazione predominante nell’alluminio lineare, la struttura tende a far ruotare il tubo in carbonio! Cicli di variazione di temperatura = mamma mia! Bisogna pensarci bene. Per ora non mi smuovo su ordinate e correnti.

Questione materiali, Carbonio e ok, Titanio condivido le stesse considerazioni precedentemente fatte da Massimo, alluminio della serie 7000, l’acciaio manco lo considero per la struttura, per altri impieghi lascio a voi, invar. Ecco all’invar ci avevo pensato anch’io, ma non conosco le sue caratteristiche meccaniche, lo conosco per le sua caratteristica peculiare: basso coefficiente di dilatazione termica. Infatti: a una variazione di 1°C un’asta lunga 10 Km si allunga tra 0.8 cm 2 cm, un’asta equivalente di acciaio si allungherebbe di 11 cm, di ottone 19, di alluminio 25.5 cm. L’invar poi è difficile da lavorare, c’è l’invar FM ma soffre di deformazioni spontanee. La NASA è riuscita a produrre l’invar 36 ( ad alta purezza, chi sa quanto costa!), che risulta avere una migliore dilatazione termica e migliore stabilità strutturale, alcune piccole parti sono state usate nella sonda Cassini. Il principale campo d’impiego di tale materiale è nella strumentazione di altissima precisione e nel campo dell’ orologeria ( quindi piccoli pezzetti , non strutturali). Ci si potrebbe fare un pensierino per le celle? Ah, altra cosa, l’ottica, le lenti nel caso specifico, sono soggette a dilatazione termica?

Lavoro a fatica….un conto è per un provino ma per una struttura…ci sono software di calcolo, ma per quel che so io nel campo, i software non sono alla portata del privato, alcune volte progettato a richiesta per quel calcolo specifico a elementi finiti, con processori che lavorano in parallelo giorno e notte per giornate intere, e giga e giga di ram….ho un amico vediamo che se po fa o se cmq si può fare una stima.

La mia idea della trave a T in carbonio, ammesso anche che si possano fare gli angoli a 90°, stamane, mentre stavo pe tamponà quello, pensavo: ma sull’anima la direzione delle fibre? L’anima mi lavora a taglio, le fibre non le posso far lavorare così.
Sul sito della Dream, c’era un’immagine ( non so se c’è ancora ) del tipo con un elemento in carbonio, avente un certo profilo, con angoli non a 90°, ma poco ci manca. Tale “ asta “ appoggiata tra due cavalletti e lui che stà accovacciato sopra in mezzeria!!! Non si possono fare correnti così?
Comunque Massimo, qui se si arriva a una soluzione, ti rimarrebbe tutta la tecnologia e tutti i calcoli di progetto, te toccherà aprire un sito “ MaxCarbonTube “ altro che la Dream…
Ciaoooo, Helio


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